Tutti i segreti della cavalcata del Frosinone che torna in Serie A

Miglior attacco e difesa, giovani in rampa di lancio. La vittoria in campo di mister Fabio Grosso e in presidenza della famiglia Stirpe

La festa del Frosinone che torna in Serie A

La festa del Frosinone che torna in Serie A (© Claudio Pasquazi)

Con la vittoria per 3-2 nella sfida al vertice con il Genoa, dopo la matematica promozione avvenuta con tre giornate d’anticipo, il Frosinone ha vinto il campionato di Serie B. La vittoria dello scontro diretto dello Stirpe rende irraggiungibile la squadra di Fabio Grosso, ora a +7 sui rossoblù a una giornata dalla fine del campionato.

Titolo strameritato anche dai numeri

La Coppa consegnata dal presidente della Lega Balata dopo il fischio finale è più che mai meritata per la squadra ciociara. In un campionato storicamente molto equilibrato e quest’anno nobilitato dalla presenza di grandi piazze che vogliono tornare alla ribalta come Bari, Cagliari, Parma, Venezia e Palermo solo per citarne alcune, i gialloblù hanno condotto una stagione da protagonisti, rasentando il concetto di dominio.

Ha preso la testa in autunno (all’undicesima giornata) per non lasciarla più, ottenendo la promozione con tre giornate d’anticipo e arrivando al primo posto finale. Risultati ribaditi dai freddi, ma sempre indicativi numeri: migliore attacco con 60 reti all’attivo e miglior difesa con sole 24 reti al passivo e 20 clean sheet.

Singoli e Grosso protagonista

Una promozione che si deve cercare nei protagonisti, tra sorprese e conferme. Alla prima categoria appartiene Daniel Boloca centrocampista italo-rumeno classe ’98 andato in gol nell’ultima partita e scovato nel novembre 2020 dalla Serie D. Nella seconda invece appartiene capitan Lucioni, che superate le 35 primavere guida un reparto arretrato che e inizio anno era stato privato di Federico Gatti, che al suo primo anno si sta ritagliando un posto importante nella Juventus.

Ma la promozione è passata anche dai gol del classe 2000 Samuele Mulattieri (12), Giuseppe Caso (9) e lo specialista dei calci piazzati Roberto Insigne (8), più gli interessanti Borrelli e Moro (rispettivamente 2000 e 2001) che, quando chiamati in causa, hanno risposto alla grande. Gol abbastanza distribuiti, senza un grande bomber da 20 marcature: sintomo di un grande collettivo. Per questo tanti meriti vanno all’allenatore, Fabio Grosso.

Il campione del mondo 2006 è alla sua prima grande vittoria da allenatore, dopo le esperienze non fortunatissime con Bari, Verona, Brescia e Sion. Un lavoro anche paziente, perché partito da lontano: più precisamente dal 23 marzo 2021, quando sostituì in panchina un altro campione di Germania 2006, Alessandro Nesta. A 8 giornate dal termine il Frosinone viaggiava in bilico tra la zona play-off e play-out, al 12° posto, e Grosso la condusse ad un salvezza tranquilla, in decima posizione.

La stagione 2021/2022 ha rappresentato uno step in avanti, ma anche un bruciante nono posto, fuori all’ultimo dalla zona play-off in favore del Perugia, premiato solo per gli scontri diretti a favore. Confermato alla guida dei ciociari (cosa non da poco in Italia dopo una stagione che si poteva ritenere deludente), è arrivata la crescita esponenziale di un gruppo compatto e la chiusura del cerchio con la promozione in Serie A.

Terza volta, stavolta con l’obiettivo della permanenza

La conferma di Grosso testimonia il successo di una società che ha costruito tutto questo grazie alla continuità nel segno della famiglia Stirpe. Con uno stadio, intitolato a Benito Stirpe, considerato tra i più belli e moderni impianti italiani; tutto ciò nonostante la recente e improvvisa scomparsa di Curzio Stirpe, fratello del presidente Maurizio, figli di Benito.

Un trionfo su tutti i fronti per una società che vuole continuare a crescere. Alla terza promozione dopo quelle ottenute nel 2014/15 e 2017/18, ora l’obiettivo è quello di confermare la massima serie nella prossima stagione, cosa che nelle prime due avventure non è mai avvenuta.