Vaiolo delle scimmie, in aumento i casi in Italia. Lazio e Lombardia le regioni più colpite

il Ministero della Salute ha riportato che sono 662 i positivi confermati, 18 casi in più rispetto al 12 agosto

Persona colpita dal vaiolo delle scimmie che mostra i sintomi sulle mani

Nelle ultime ore sul web sta circolando la notizia del carabiniere italiano morto a Cuba a causa del vaiolo delle scimmie. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo era già malato al momento della partenza.

Di cosa si tratta?

Il vaiolo delle scimmie è una malattia virale zoonotica, e si trasmette da animale a uomo.

Per l’OMS si tratterebbe di un’emergenza sanitaria globale che è in continua espansione. Il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato: “Ora sono stati segnalati all’OMS più di 35mila casi di monkeypox, da 92 Paesi e territori, con 12 decessi. Quasi 7.500 casi sono stati segnalati la scorsa settimana, con un aumento del 20% rispetto a quella precedente, che era già del 20% in più rispetto alla settimana prima”.

È stata riconosciuta per la prima volta come malattia umana nel 1970, con casi sempre più frequenti nei Paesi africani, i quali a causa di una combinazione di fattori, tra cui sia una maggiore esposizione portata da deforestazione, conflitti e sfollamenti, e sia una migliore sorveglianza e capacità di laboratorio nella regione africana, sono più esposti al virus.

Il primo focolaio

Un primo focolaio extra-Africano è stato riscontrato in America nel 2003, poi nel 2018 e nel 2019 in due viaggiatori del Regno Unito, uno da Israele e uno da Singapore, tutti provenienti da viaggi in Nigeria. Sono i primi viaggiatori a cui è stata associata la trasmissione del virus al di fuori di un focolaio.

Secondo i ricercatori, il vaiolo delle scimmie negli ultimi mesi sta colpendo maggiormente gli uomini che hanno rapporti omosessuali nelle aree geografiche dell’Europa e dell’America.

Ghebreyesus ha dichiarato: “Quasi tutti i casi vengono segnalati, dall’Europa e dalle Americhe, tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, sottolineando l’importanza per tutti i Paesi di progettare e fornire servizi e informazioni su misura per queste comunità che proteggono la salute, i diritti umani e dignità”.

Secondo il funzionario dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), Demetre Daskalakis, il quale lavora sulla risposta al vaiolo delle scimmie, si tratterebbe di una malattia a trasmissione sessuale, e le persone risultate positive negli Stati Uniti sono coloro che hanno avuto un certo tipo di attività sessuale. La CNN ha inoltre riferito “ciò può includere rapporti sessuali completi e sesso orale”.

La situazione in Europa

I casi di vaiolo delle scimmie riscontrati a oggi in Europa sono circa 19.429, accertati in 43 Paesi della regione europea, grazie alla sorveglianza dell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa e attraverso il sistema di sorveglianza europea TESSy. L’età media dei casi va dai 31 ai 40 anni ed è presente per lo più in uomini, molti sono i casi che hanno colpito persone sieropositive.

Solo il 5,8% è stato ricoverato in ospedale, pari a 505 persone, di cui 179 hanno richiesto cure cliniche. Solo tre pazienti sono stati ricoverati in terapia intensiva, e uno solo di essi è stato ricoverato in terapia intensiva per ragioni non correlate all’infezione da vaiolo delle scimmie.

L’ECDC europeo riporta che gli altri due pazienti, sarebbero morti di vaiolo delle scimmie. Il 57  sono gli operatori sanitari risultati positivi, ma non a causa di una esposizione professionale.

In Italia i contagi continuano a salire, infatti il ministero della Salute ha riportato che sono 662 i positivi confermati, 18 casi in più rispetto al 12 agosto. Ma in tutti i casi i pazienti ritornavano da viaggi all’estero. L’età mediana dei pazienti è di 37 anni: si tratta di 652 uomini e 10 donne. La regione in cui il virus è più diffuso è la Lombardia con 291, seguita dal Lazio con 121 casi 3 in più del 12 agosto.

Come si diffonde il virus ?

Secondo quanto indicato dall’ECDC, e come dicevamo, la malattia si diffonde principalmente attraverso i rapporti sessuali; quindi, la probabilità che si diffonda nelle persone che hanno più partner sessuali è molto alta nell’UE. La maggior parte dei casi degli attuali focolai si è presentata con sintomi lievi. L’ECDC ha riportato: “La trasmissione da uomo a uomo avviene attraverso lo stretto contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, attraverso le goccioline respiratorie in contatto prolungato faccia a faccia e attraverso oggetti contaminati, come asciugami, vestiti, telefoni”.

Quali sono i sintomi?

I sintomi che si possono riscontrare sono diversi. Si inizia con febbre, mal di testa, brividi, esaurimento, astenia, gonfiore dei linfonodi, mal di schiena e dolori muscolari. Però nella maggior parte dei casi si è presentata con un’eruzione cutanea (7,1%) e sintomi sistemici come febbre, affaticamento, dolore muscolare, brividi o mal di testa (65%).

L’eruzione cutanea si sviluppa comunemente da 1 a 3 giorni dopo l’inizio della febbre. Invece le lesioni cutanee si presentano inizialmente come macule, evolvendosi in papule, vescicole, pustole, croste e croste. Infine, nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo.

Nella maggior parte dei casi segnalati il ceppo europeo di vaiolo delle scimmie è molto più lieve rispetto ceppo dell’Africa occidentale che ha un tasso di mortalità pari al 3,3%. Sono altamente a rischio di mortalità i bambini, i giovani, gli adulti e gli individui immunocompromessi. Tuttavia, la maggior parte delle persone guarisce in poche settimane.

Lo sviluppo dei sintomi avviene 21 giorni dopo l’ultima esposizione e si dovrebbero evitare contatti fisici ravvicinati con bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunocompromesse.

I trattamenti

Nelle ultime settimane nel Lazio è stata avviata la campagna di vaccinazione per il trattamento del vaiolo delle scimmie. Gli antivirali sono potenziali opzioni di trattamento solo per i casi più gravi. Un antivirale sviluppato nel gennaio del 2022 è il Tecovirimat, dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).