Valmontone 1921 in Eccellenza, il patron Manolo Bucci: “Il segreto? Progettualità”

La nostra intervista al patron del Valmontone 1921, Manolo Bucci: “E’ stato importante scegliere le persone giuste”

Manolo Bucci (al centro) con Massimiliano Bellotti e Cristiano Di Loreto

Manolo Bucci (al centro) con Massimiliano Bellotti e Cristiano Di Loreto

È andata come si sperava. Il Valmontone 1921 è promosso in Eccellenza. Ai giallorossi di Cristiano Di Loreto serviva una vittoria, sperando quantomeno in un mezzo passo falso dell’Atletico Morena. E’ andato tutto come nelle più rosee aspettative, con conseguente promozione ottenuta.

Il Valmontone 1921 è così la prima formazione in stagione a raggiungere la promozione nel più importante campionato regionale. 25 partite senza sconfitte che celebrano un trionfo pressoché senz’appello, per scrivere così certamente un pezzo della storia del calcio locale laziale.

Abbiamo intervistato Manolo Bucci, patron della squadra, per un commento relativo a questo straordinario obiettivo raggiunto.

“E’ stata un’emozione forte” -ha detto il patron – “E’ stata una bellissima emozione perché è un traguardo che rincorriamo da inizio stagione. Ieri abbiamo coronato questo sogno di aver riportato a Valmontone un traguardo e una categoria calcistica che mancava da tantissimi anni. E’ stata una grossa felicità e un orgoglio.

Qual è il segreto di questo risultato?

“E’ tutto frutto di un lavoro intenso, di programmazione e progettualità. Sono state le mie basi fondamentali. Abbiamo disegnato questo risultato e abbiamo seguito il progetto passo dopo passo, scientificamente. Io sono arrivato 20 mesi fa, ho preso in mano la proprietà quando questa militava in prima categoria. Dopo neanche 2 anni il Valmontone oggi potrà disputare il campionato d’Eccellenza. Naturalmente questo deriva da fondamenta solide”.

Quali sono le caratteristiche che ritiene di aver portato in questa avventura?

“Ho messo in campo tutta la mia serietà, competenza, esperienza e professionalità. Ho portato a Valmontone anche la mentalità e la cultura per poter far bene. Il segreto forse sta nel mix di tutti questi fattori. Oltre a questo è stato importante trovare nella dirigenza, nello staff tecnico e nei calciatori, la fiducia nel progetto. E’ stato importante scegliere le persone giuste”.

Al di là dei 25 risultati positivi, c’è stato un momento, una fotografia o un episodio che le ha fatto capire che davvero il sogno poteva divenire realtà?

“Abbiamo fatto 25 risultati utili. Sembra facile, ma non è stato affatto così. Questo è stato un girone molto complicato con squadre attrezzate come l’Atletico Morena, la Polisportiva De Rossi, il Marino e altre. Però sinceramente ho avuto sin dall’inizio la percezione di aver costruito una squadra importante, fatta di persone, professionalmente e umanamente all’avanguardia. Ho capito sin da subito che era l’anno e il gruppo giusto. Non ho mai dubitato”.

Non c’è stato mai un momento di scoramento?

“Forse soltanto tra la fine febbraio e l’inizio di marzo, in occasione dell’eliminazione dai quarti di finale della Coppa Italia. Lì sinceramente poteva girare in negativo la stagione. Però il Mister, i ragazzi, lo staff hanno reagito tutti benissimo a questa amarezza che poteva influire sull’andamento della stagione. Sono stati tutti magnifici ed encomiabili. Voglio ringraziare tutti, dai calciatori, allo staff tecnico e medico. Non ultimo, un ringraziamento al presidente Massimiliano Bellotti”.

Cosa significa oggi essere imprenditore in un settore sportivo, nello specifico nel calcio?

“Io mi ritengo un proprietario ma allo stesso tempo un manager. E’ importante una prospettiva lungimirante, di costruzione, anche se facciamo parte del calcio dilettantistico. Biosgna buttar giù le basi nel modo migliore. E’ importante far crescere il settore giovanile ma anche far crescere le infrastrutture. Lo sviluppo infrastrutturale è un elemento imprescindibile per crescere e ambire a categorie importanti. Senza questo, sei limitato e non vai da nessuna parte. La competenza, la forza economica e le capacità senza infrastrutture, non bastano”.

Ora chiaramente è il momento di festeggiare. Ma quali sono i progetti futuri per il prossimo anno e per quelli avvenire?

“Oggi intanto ci godiamo questo bellissimo traguardo e risultato. E’ il momento di festeggiare, certo, ma ricordiamoci che il campionato non è finito. Bisogna finire le 5 partite che ci restano in modo esemplare, onorando il campionato sino alla fine. Dopo di che penseremo al futuro. Non nascondo di avere altri programmi e progetti. Penso adesso che sia necessario, per non dire vitale, lo sviluppo delle infrastrutture attorno alla squadra”.