Decreto Semplificazioni, il Premier Conte e il Governo “salvo intese”

Il Presidente del Consiglio illustra il provvedimento che ha definito “la madre di tutte le riforme”. Ma, poiché il testo ancora non c’è, oltre gli annunci restano i soliti litigi interni all’esecutivo

decreto semplificazioni

Decreto Semplificazioni

Test per l’esame di giornalismo a proposito del Decreto Semplificazioni illustrato con l’usuale sobrietà dal bi-Premier Giuseppe Conte. Il candidato consideri che:

a) Il fu Avvocato del popolo ha presentato «un Decreto che semplifica, velocizza, digitalizza, sblocca una volta per tutte i cantieri e gli appalti». In appena 96 pagine.

b) Giuseppi, che aveva più volte definito il Dl «la madre di tutte le riforme», ha parlato di una gestazione «sofferta» e di «un risultato clamoroso». Quindi, forse in realtà il provvedimento è il figlio di tutte le riforme.

c) Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Decreto Semplificazioni “salvo intese”. La sintesi perfetta dell’azione del Signor Frattanto.

d) Il Dl è stato approvato all’alba. Visto che «questo Governo non lavora col favore delle tenebre» – ma evidentemente prende i Ministri per stanchezza.

L’ombra del M5S sul Decreto Semplificazioni

e) Sulla scia delle polemiche sul nuovo ponte di Genova, il BisConte ha azzardato un paragone tra il Decreto Semplificazioni e «una strada a scorrimento veloce». Aggiungendo che «l’Italia deve correre ma alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio ad appetiti criminali». Ci sono già quelli dei partiti.

f) Il Presidente del Consiglio ha annunciato l’intenzione di «fermare la paura della firma» da parte dei funzionari pubblici che temono il reato di abuso d’ufficio. Al contempo, ha spiegato che tale reato non sarà abolito, bensì circoscritto – per favorire i sindaci grillini Virginia Raggi e Chiara Appendino, ha malignato Italia Viva. E niente, questa fa già abbastanza ridere (o piangere) di suo.

Ciò posto, illustri il candidato se il Decreto Semplificazioni esprima nel modo migliore lo spirito di quello che è di fatto un Governo “salvo intese”.

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