Decreto Sostegni ai professionisti? Governo Draghi peggio di Conte: parla l’avvocato

Il D.L. 41/2021 “Decreto sostegni”, varato dal Governo Draghi si rivela un’autentica beffa per i lavoratori autonomi, in particolare per i legali

Decreto sostegni

Il D.L. 41/2021 , denominato “Decreto sostegni”, varato ultimamente dal Governo Draghi si rivela un’autentica beffa per i lavoratori autonomi, in particolare per i professionisti legali.

Per beneficiare del bonus occorre dimostrato di aver subito  perdite di fatturato nel 2020 pari ad almeno il 30% rispetto al 2019.

Di questa perdita, per la stragrande maggioranza degli autonomi (quelli che denunciano fino a 100mila euro), il Governo riconosce e rimborsa il 60%: un’autentica elemosina.

Decreto sostegni: un’autentica beffa per gli autonomi

A scopo esemplificativo, chi nel 2019 ha dichiarato 50mila euro di reddito e nel 2020 25mila euro (con una perdita netta del 50%), percepirà come sostegno per tutto il 2020 la somma di € 1.200 (cioè il 60% della differenza tra il reddito medio mensile del 2019 (€ 4.100) e quello del 2020 (€ 2.000).

Appare evidente che, per chiamarlo “sostegno”, ci vuole molta buona volontà, sembrando piuttosto un contentino.

A questo si deve aggiungere che il meccanismo della prova della perdita di fatturato nel 2020 è un ingiusto artificio del legislatore che non tiene conto delle dinamiche economiche che riguardano i professionisti.

Infatti, può succedere che, ad esempio, un avvocato non abbia subito una diminuzione, in termini numerici, del proprio reddito nel 2020 rispetto al 2019.

Ma questo solo perché può aver incassato, nel 2020, onorari che si riferiscono a prestazioni iniziate magari due anni prima (è a tutti noto infatti che una durata media di una causa o di una procedura giudiziaria è di 2/3 anni).

Effetti negativi tra uno o due anni

Gli effetti negativi sul reddito, relativi al 2020, con la contrazione di lavoro e di fatturato il professionista avvocato lo vedrà tra uno o due anni.

In altri termini, un avvocato o un professionista che fa una prestazione tecnica o di ingegno, non può essere considerato alla stessa stregua di un venditore di prodotti ortofrutticoli.

Quest’ultimo compra e vende nell’arco di tempo unitario.

Il professionista opera su un arco temporale più ampio e quindi il dover dimostrare, in termini di reddito, quanto richiesto nel decreto sostegni de Governo Draghi risulta avulso dalla realtà e costituisce una palese ingiustizia.

Sotto questo profilo, il Governo Conte, svincolando i ristori a fondo perduto dalla dimostrazione del calo di fatturato, aveva operato, anche se con qualche ritardo, in maniera più equa di quello che viene definito (in questo caso ingiustamente) Governo dei Migliori.

Avv. Paolo Cotronei

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