E se l’Ucraina avesse accettato subito le condizioni della Russia?

E se si fosse evitata l’invasione, non ci sarebbe stata la guerra, i morti, le sanzioni e tutto quello che stiamo vedendo oggi

Bombe sul territorio ucraino

Guerra in Ucraina

Cosa sarebbe accaduto se l’Ucraina avesse accettato da subito le condizioni della Russia e si fosse evitata l’invasione, la guerra, i morti, le sanzioni e tutto quello che stiamo vedendo oggi?

La Nato, comunque, non sarebbe intervenuta, non interviene adesso e non interverrà mai per ovvi motivi. Significherebbe la terza guerra mondiale. Le possibilità che l’Ucraina possa vincere la guerra contro la Russia sono prossime allo zero, tanto più che nessun altro Paese al mondo interverrà militarmente per sostenerla, per le ragioni di cui sopra.

L’orgoglio di combattere o la ragionevolezza della resa?

La domanda è: questa guerra vale la pena dal punto di vista ucraino? Va bene l’orgoglio Nazionale, va bene la libertà che verrebbe molto probabilmente limitata nel caso di riannessione alla Russia.

Ma questo giustifica vedere il proprio Paese bombardato, i propri amici e parenti uccisi, milioni di profughi abbandonare le proprie case e subire le ripercussioni economiche che per mesi, se non per anni, si abbatteranno comunque su tutti anche quando l’ultimo proiettile verrà sparato?

È una risposta pesantissima da elaborare.

Quella volta a Los Angeles

Nel 1994 mi trovavo per motivi di studio a Los Angeles. Era l’anno del grande terremoto che vissi in prima persona. In primavera venne a trovarmi dall’Italia la mia ragazza di allora. Un giorno, camminando per le strade di Hollywood, finimmo per sbaglio in un quartiere poco raccomandabile. Negli Stati Uniti è facile commettere questo errore. Basta voltare una strada , passare un block (isolato) per finire dalla zona “bene” della città, in un sobborgo malfamato. A volte è questione di pochi metri. Ricordo che incrociammo un gruppo di energumeni afroamericani dall’aria molto poco raccomandabile. Mi sembra fossero quattro o cinque.

Ognuno di loro avrà pesato 120 kg per 2 m di altezza. Quei colossi umani li chiamavamo “uomini cubo” tanto erano grandi e grossi. Passammo loro davanti facendo finta di nulla e questi cominciarono a rivolgere alla mia ragazza degli apprezzamenti molto poco rispettosi. Lei mi guardò e a voce bassa mi disse: “Che fai ? Non dici niente? Non reagisci?”.

Sentivo l’orgoglio bruciarmi in corpo

Io, che non mi considero un vigliacco ma neppure un attaccabrighe spavaldo, seppure molto giovane, poco più che ventenne, valutai la situazione e le risposi: “Se vuoi, sì. Ma sai cosa accadrà molto probabilmente subito dopo? Loro mi picchieranno a sangue e a turno ti stupreranno dietro l’angolo in un vicolo”. Lei mi guardò. Non disse una parola. Proseguimmo accelerando il passo in cerca di un posto più sicuro e andò tutto bene.

Sentivo l’orgoglio bruciarmi in corpo. Avrei voluto dire qualcosa a quei figuri. Fare qualcosa. Mostrarmi più coraggioso. Ma sarebbe servito a nulla. Il risultato sarebbe stato certamente drammatico per la mia ragazza e per me.

A lungo ripensai a quell’avvenimento, in bilico tra la frustrazione per non aver reagito e la voce della ragionevolezza che mi ripeteva di aver agito per il meglio. Per il bene di tutti.

Oggi, a 30 anni di distanza, sono convinto di essermi comportato nel modo più logico e più prudente.

Avrò pure messo l’orgoglio sotto le scarpe e sarò sembrato forse vigliacco . Giustizia non fu fatta e quegli individui rimasero impuniti.

Ma quella sera rientrammo in casa sani e salvi.

Non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche per quello che non facciamo”. (Molière)