Elezioni regionali Lazio 2023, Bianchi “al servizio”: scontro tra Rocca e D’Amato su fondi sanità

Elezioni regionali Lazio 2023, toni alti tra Alessio D’Amato e Francesco Rocca su risorse sanità regionale e fondi Cotral

Donatella Bianchi e Giuseppe Conte

Donatella Bianchi e Giuseppe Conte

 

Elezioni regionali del Lazio 2023, Donatella Bianchi non lo tiene nascosto: la mia “è una candidatura di servizio. Io non ho fatto politica fino a oggi, non faccio politica di mestiere, ma mi metto al servizio. Così come ho creduto e credo nel servizio pubblico, oggi cedo nel mettermi a disposizione di tutta la cittadinanza e di un elettorato che ha voglia di un’aria nuova e di una visione diversa”.

Lo ha detto la candidata del M5s alla presidenza della Regione Lazio, presentando la propria candidatura, con il presidente Giuseppe Conte, a Roma. “Siamo qui per dare voce a ci non si riconosce più in una politica e in una modalità di gestione superate dal tempo e che forse non risponde più a quel bisogno di guardare a un futuro più sostenibile e più sano”, ha aggiunto Bianchi. I punti cardini del programma del M5s sono: diritto dei giovani, degli anziani, alla salute, al superamento delle diseguaglianze, lotta alle mafie e giustizia sociale.

Lazio 2023, Donatella Bianchi: “Candidatura di servizio”

Affondi, botte e risposte senza esclusione di colpi, la campagna elettorale nel Lazio entra nel vivo. Ieri la candidata del M5s, Donatella Bianchi, ha lanciato la sua sfida per la presidenza della Regione Lazio, completando di fatto la griglia ufficiale di partenza, che vede schierati già da tempo Alessio D’Amato per il centrosinistra e Francesco Rocca per il centrodestra. Entrambi protagonisti, sempre ieri, di un duro scontro che ha riguardato la gestione dei conti pubblici legati alla sanità.

Bianchi, giornalista, volto noto della Rai per il programma Linea Blu, è la terza aspirante alla poltrona di governatore del Lazio e unica donna in competizione. Bianchi si è presentata ieri in una conferenza stampa presso la sede del Movimento, in via di Campo Marzio a Roma e, affiancata dal leader Giuseppe Conte, ha messo subito in chiaro l’obiettivo: “La mia è una candidatura di servizio, non sono una politica di professione, ho fatto la giornalista nel servizio pubblico e ritengo che oggi il mio impegna debba essere quello di mettermi a disposizione di tutta la cittadinanza e di un elettorato che ha voglia di un’aria nuova e di una visione diversa”, ha detto Bianchi.

Il pilastro sarà la Sanità sul territorio

“Vivo ogni giorno sulla mia pelle il disagio dei cittadini romani e laziali nel confrontarsi con una situazione che rende difficile il quotidiano. Così mi candido, impegnandomi in un percorso di rilancio sociale, ambientale ed economico. Mi sono occupata di territori per molti anni, oggi ho deciso di concentrarmi su questa regione”, ha sottolineato. Centrale sarà la crisi energetica e l’attenzione ai giovani, alle famiglie, alla cultura. Ma il pilastro sarà la sanità, sulla quale, ha aggiunto Bianchi “servirà un lavoro approfondito con un sistema sanitario che oggi deve guardare al territorio, con una particolare attenzione alla sanità complementare a quella pubblica e agli investimenti che il Pnrr farà. Abbiamo linee chiare – ha continuato -: fuori la politica dalle nomine per la difesa della sanità pubblica e il potenziamento della rete ospedaliera anche con le connessioni sul territorio. Non si può pensare ancora che tutti vengano a Roma”.

Lazio 2023, questione rifiuti e termovalorizzatore

C’è spazio anche per altre questione spinose, come quella dei rifiuti e del termovalorizzatore. Sull’inceneritore “ho espresso forti perplessità, nessun fanatismo. Ho solo argomenti concreti che ci fanno intravedere un percorso che non convince nessuno, neppure i sindaci del Lazio che chiedono di essere ascoltati”, ha chiarito Bianchi. Per la candidata M5s “bisogna partire dal piano rifiuti e ripartire dalla raccolta differenziata integrata. In questo momento l’incenerimento per me è l’ultima spiaggia”, ha concluso. A tenere a battesimo la candidata alla presidenza del Lazio è il leader del M5s Giuseppe Conte.

Quello di Bianchi, ha spiegato l’ex premier, “non è un nome fatto a caso ma risponde alla richiesta di mantenere alta l’asticella dell’amministrazione della res publica da parte del M5s. Non siamo per il voto utile o il meno peggio, con queste logiche non si va da nessuna parte perché i cittadini vogliono risposte chiare e impegni coerenti – ha proseguito Conte -. Questa è la ragione per cui per noi non basta dirsi progressisti, bisogna agire da progressisti e noi lo abbiamo fatto con un percorso lineare: abbiamo subito fatto un appello alle forze politiche, sociali e civiche, alcuni amici hanno accolto questo appello e insieme abbiamo lavorato al programma anche per trovare la candidatura che ne fosse interprete ideale. Il Lazio è pronto a respirare un’aria nuova con Donatella Bianchi”.

Conte: la mancata alleanza con il Pd

Conte, infine, è tornato ancora una volta sul tema della mancata alleanza con il Pd, lanciando una nuova stoccata all’ex alleato di governo. Con il Pd “sappiamo com’è andata, al nostro appello ci è stato risposto un minuto dopo con una candidatura (Alessio D’Amato, ndr). Non trovavano un accordo tra le correnti e poi c’è stata una netta convergenza sulla candidatura individuata dal duo Renzi-Calenda – ha ribadito Conte -. Noi non abbiamo pregiudiziali, la nostra non è stata una ripicca, non c’è stata nessuna reazione istintiva o emotiva: facciamo politica guardando al bene dei cittadini – ha aggiunto -.

Lo dimostra il fatto che in Lombardia corriamo con il Pd, che ha scelto con noi di spegnere gli inceneritori, abbandonare le tecnologie obsolete e guardare al futuro nell’ottica della transizione ecologica. Pochi giorni fa Calenda ha tirato le orecchie a chi nel Pd Lazio ha parlato fittiziamente di un’apertura al M5s, che è stata subito smascherata con note e veti a mezzo stampa”, ha ricordato Conte.

Lazio 2023, faccia a faccia Rocca-D’Amato

Intanto, si era già consumato il primo faccia a faccia tra gli altri due candidati alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca, e Alessio D’Amato. Lo scontro è iniziato in occasione della presentazione dell’agenda Cisl per il nuovo governo regionale ed è poi proseguito a distanza a colpi di note stampa e via social. Il primo affondo è arrivato da Rocca.

“Continuiamo a parlare di un mal governo della destra, quando il centrodestra ha governato solo sette anni e mezzo dal 1995. Ma oggi abbiamo 7 aziende ospedaliere che generano un disavanzo di circa 600 milioni di euro frutto di una cattiva gestione e liste di attesa interminabili”, ha attaccato Rocca. Inoltre, “non si può continuare a non avere trasparenza sui conti: i 350 milioni di euro circa, presi dalle tasche dei cittadini con l’addizionale Irpef sono andati a Cotral e non alla sanità”. E per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, “siamo al quarto rinnovo della sperimentazione dell’assistenza domiciliare, invece di passare alla stagione degli accreditamenti, facilitando i soliti noti che si avvantaggiano con le sperimentazioni”, ha concluso Rocca.

D’Amato e i fondi Cotral

Non si è fatta attendere la risposta di D’Amato: “Non accetto lezioni da coloro che quando hanno guidato questa Regione l’hanno portata al disastro finanziario, con un disavanzo di due miliardi di euro e una soglia al di sotto della adempienza per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza, che noi abbiamo portato a 225, per noi un record negli ultimi dieci anni”.

Per il candidato di centrosinistra, inoltre, “è falso che i fondi dell’Irpef vengono utilizzati per sostenere Cotral, che è stata risanata dalla Giunta, così come è falso che nella nostra Regione ci siano sperimentazioni per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata. Il Lazio – ha sottolineato D’Amato – è stata la prima Regione italiana a fare i percorsi di accreditamento nell’assistenza domiciliare. Abbiamo raggiunto un livello del 4 per cento degli over 65 assistiti a domicilio, e vogliamo portare questo livello al 10 per cento. Questo significa 130 mila pazienti in più gestiti a domicilio”, ha concluso D’Amato. A un mese esatto dalle elezioni del 12 e 13 febbraio, la campagna elettorale cambia passo e toni.