Violenza Valmontone: l’italiano arrestato ha precedenti per omicidio e mafia

Ha 27 anni l’italiano arrestato per la violenza sulla ragazza minorenne di Valmontone e un curriculum da ergastolano

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Volante della Polizia di Stato

Ha 27 anni l’italiano arrestato per la violenza sulla ragazza minorenne di Valmontone. E’ originario di Siracusa e ha precedenti per omicidio, associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, stupefacenti. Un curriculum da ergastolano e invece il giorno della violenza tornava tranquillamente in treno da Roma. Insieme agli altri due, cittadini stranieri, curdo iracheno il primo, marocchino il secondo, tornavano in treno da Roma verso la loro residenza di Valmontone. E’ ben strana la giustizia italiana che permette a un uomo molto pericoloso, che meriterebbe i ceppi ai piedi, di muoversi liberamente. E di colpire, spietato, come evidentemente ha sempre fatto nel corso della sua carriera.

Inspiegabile che venga accolto nel buen retiro di Valmontone un delinquente di quella natura. Aspettiamo che qualcuno ci dica perché.

La ricostruzione dei fatti

Scesa dal treno e vicino al bar della stazione la ragazza aveva già sentito due dei tre che parlando dicevano “Questa la sfonnamo…”. E aveva telefonato ad un’amica proprio per farsi tenere compagnia e vincere la paura.

Si era anche fermata nei pressi di un tabaccaio su via Casilina per controllare se i balordi la seguissero. Li ha visti passare oltre, senza fare nulla di strano e si era tranquillizzata. Per cui poco dopo aveva ripreso a camminare, sempre guardinga e al telefono con l’amica.

Poche centinaia di metri più avanti arrivava su via Giacomo Matteotti, strada parallela di via Casilina e veniva raggiunta da due dei tre balordi, l’italiano e il curdo iracheno, che cominciavano a palpeggiarla. L’italiano ha cercato di infilargli la mano dentro i pantaloni, da davanti, ma non ci è riuscito. Il terzo, il ragazzo marocchino, ha assistito alla scena, ma non ha avuto parte attiva. Sembra che si sia limitato soltanto a sghignazzare.

Ma ecco che sulla strada appare un uomo che ha visto la scena ed è accorso in aiuto della ragazza. Le tre canaglie scappano ma grazie al racconto della ragazza e del soccorritore e alle immagini di videosorveglianza di una banca poco distante consegnano alla Polizia quello che serve per cercarli. L’indagine è rapidissima e i balordi vengono arrestati.

Rimane il cruccio e l’amarezza di non essere tutelati. La consapevolezza di una giustizia superficiale che troppo spesso è inflessibile solo con chi non lo merita.

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