24 anni di Concertone…ma il lavoro?

Susanna Camusso: “Il lavoro è una priorità”

Il Concertone l’anno prossimo festeggerà i suoi primi 25 anni.
Sì, perché anche Susanna Camusso, leader della Cgil, ha dichiarato che “si tratta di un evento datato, nel senso non politico del termine. Dobbiamo però discutere se è l’unica forma che vogliamo usare per parlare con tante persone”.
Non sarà l’ultimo Primo Maggio in piazza dunque, né questo, né quello del prossimo anno, né quello del prossimo anno ancora.
Ma potrebbe non essere più il protagonista della giornata dedicata ai lavoratori.

Secondo la Camusso, quello del concerto in piazza San Giovanni è un sistema ormai vecchio, che non riesce ad innovarsi e rinnovarsi.
Le uniche novità sono gli artisti emergenti e i conduttori. Forse anche le locandine.
Non cambiano mai le bandiere, né i cori, né i toni dei cori.
E anche se tutti, soprattutto i giovani, siamo vittime di un sistema che ci ha strappato i diritti e ci ha imposto solo doveri, bisogna considerare che la società non cambierà a suon di sfottò.
E che soprattutto i giovani non possono abbandonarsi al becero gioco del rimpiattino a cui i nostri politici ci hanno abituati.
Viva la voglia di cambiamento, viva la voglia di rivoluzione. Ma c’è bisogno di azioni, chiare e concrete.

Secondo Susanna Camusso, il nuovo Esecutivo deve mettere a disposizione della redistribuzione del reddito e della creazione di nuovi posti di lavoro, “tutte le risorse disponibili, a partire da quelle derivanti dalla lotta all’evasione fiscale”.
Ed è naturale che debba essere la ‘nuova’ (chiamiamola così) classe politica, in primis, a dare i primi segnali al nostro Paese, per farci riacquistare fiducia e speranza; ma c’è bisogno, anche, dell’impegno dei cittadini.

Insomma, le piazze ‘simbolo’ in tutta Italia vanno bene, e piacciono a molti.
In fin dei conti si tratta di un momento di aggregazione e di un’occasione per la musica di approdare sul grande schermo, una possibilità più unica che rara per le realtà dei gruppi italiani emergenti.
Ma alla fine di questo si tratta: il Primo Maggio ha perso il suo valore di lotta e di protesta.
Anzi, a Torino la protesta del Primo Maggio si fa lanciando le uova ai rappresentanti del Pd.

E allora, se la Camusso crede che ci sia bisogno di altro per rispondere ai problemi dei lavoratori e dei non-lavoratori italiani, siamo tutti pronti ad ascoltare proposte, progetti, e a ricevere risposte.
Che non dovranno arrivare solo dal nuovo Esecutivo, e da tutti i prossimi governi, ma anche e soprattutto dalle parti sociali, quelle parti predisposte esclusivamente alla tutela dei diritti dei lavoratori, e di cui proprio Susanna Camusso è leader.

Perché si fa presto a dire responsabilità.
Più difficile, è che chi-di-dovere si responsabilizzi.

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