Alla ricerca del grande squalo bianco

La spedizione di Oceans Discovery presentata dalla guida della spedizione e nostro collaboratore Remo Sabatini

“Adrenalina a mille ed emozioni a non finire sono solo alcune delle certezze che si vivranno durante l'incontro con il più temibile dei predatori, il grande squalo bianco”.

Remo Sabatini è fotografo naturalista, giornalista e scrittore. Esperto di squali, collabora per il nostro QDL, Romait e National Geographic Italia.

“Trovarsi faccia a faccia con quello che definisco l'ultimo predatore degli oceani è un'esperienza unica, racconta Sabatini, e vista la situazione di pericolo che gli squali vivono in tutti i mari del pianeta è un  nostro dovere fare di tutto per cercare di proteggerli. Gli squali, continua, sono all'apice della catena alimentare dell'ecosistema marino che è molto delicato. La scomparsa di questi predatori essenziali per la vita stessa degli oceani provocherebbe squilibri tali che possiamo solo immaginare”.

Quando si pensa agli squali la prima immagine è quella del vecchio film di Spielberg.

“La letteratura e certe pellicole cinematografiche, risponde Remo, hanno alimentato l'idea del mostro marino che è pronto ad azzannarti ogni volta che si entra in acqua. E' chiaro che non è così.

I dati e la Ricerca dicono esattamente il contrario. Sono appena rientrato dalla mia ultima spedizione sudafricana dedicata al grande squalo predatore proprio per vedere il rapporto che c'è tra uomo e squalo. Era fine estate in Sudafrica e le spiagge erano ancora punteggiate di bagnanti e surfisti con gli squali che giravano intorno alla nostra imbarcazione a poche centinaia di metri dalla risacca. E non parlo di uno squalo bianco solitario, sottolinea, ma di sei o sette per volta. Non siamo sul loro menù, seppur, molto, molto raramente, qualche incidente è accaduto”.

In Australia si è riaperta la caccia agli squali che si avvicinano troppo alle spiagge.

“E' una storia molto triste che va avanti tuttora. Le motivazioni addotte dal Governo del Premier Colin Barnett non stanno in piedi. Eliminazione preventiva, dice la norma australiana. Un assurdo che sta falcidiando le popolazioni di squali, soprattutto tigre, della zona. Gli australiani stessi sono scesi in campo contro questa legge/capestro e si sono tenute manifestazioni di protesta in tutto il mondo, Roma compresa (la protesta di Roma è stata organizzata da Sabatini ndr). Speriamo che questa legge vergognosa venga abolita al più presto. L'esperienza che vivo in Sudafrica da diversi anni insegna. Fanno molte più vittime le noci di cocco rispetto agli squali”.

La spedizione di agosto si presenta interessante non soltanto per la presenza degli squali.

“Esatto. Agosto è un ottimo periodo per incontrarli nel loro ambiente e in quel periodo ci sarà la possibilità di osservare balene, delfini, pinguini e un'infinità di uccelli marini. Agosto, poi, sarà importante anche perché con me ci sarà un regista e operatore cinematografico professionista. Per ora non posso anticipare di più. Senza dimenticare Oceans Discovery e Oceans Research, l'istituto di Ricerca di Mossel Bay ( www.oceans-research.com ) guidato dal dott Enrico Gennari, un vero esperto del settore, che terrà lezioni di biologia ai partecipanti”.

Gennari, un nome che ricorda l'Italia più che il Sudafrica. “Enrico, italiano di Roma, si è trasferito in Sudafrica quasi 15 anni fa. Divenuto direttore scientifico e della Ricerca di Oceans Research, ha preso parte a numerosi documentari internazionali. L'ho incontrato diversi anni fa, durante una delle spedizioni sudafricane della quale facevo parte. Era a Simon's Town, due passi dal Capo di Buona Speranza, con il suo amico Ryan Johnson per un documentario di una produzione internazionale sugli squali a sette branchie. Terminate le riprese ci siamo trovati di fronte ad una birra ghiacciata in un pub della cittadina e da lì è iniziata una bellissima amicizia che ci ha portato a collaborare in diversi progetti dedicati alla conservazione degli squali con conferenze e incontri in TV: Museo Civico di Zoologia e Tg5 su tutti”.

Come si svolgerà la spedizione? “Toccheremo le maggiori località note per la presenza degli squali bianchi: Mossel Bay e la splendida False Bay, spiega Sabatini. A Mossel Bay la presenza degli squali è assicurata praticamente tutto l'anno e la tipicità degli animali così vicini alla costa la rende un posto unico. Nella False Bay, prosegue, andremo a caccia delle predazioni degli squali ai danni delle otarie orsine che rappresentano il cibo preferito dei grandi bianchi. Gli spettacolari salti fuori dall'acqua che gli squali compiono per cercare di catturare le otarie sono uno spettacolo unico al mondo che le televisioni non riescono a raccontare pienamente neppure con le tecnologie di ripresa più avanzate. Bisogna esserci, assaporare l'attesa e sentirsi scuotere dentro quando, finalmente, il grande squalo emerge dalle acque con un'agilità e una potenza incredibili”.

Una spedizione da non mancare, quindi. “Sarà un'esperienza meravigliosa dove è anche prevista la discesa in gabbia per avere un contatto più diretto con l'animale. Il tutto in assoluta sicurezza e senza bisogno di avere brevetto sub. A Mossel Bay, tanto per non farci mancare nulla, è previsto anche un safari di terra. Credo che, come sempre, la cosa più difficile sarà riprendere il volo del rientro in Italia”.

E allora, come dice lo slogan della spedizione: Non sognare la grande avventura… Vivila!

(info: domenico.remo@libero.it)

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