Artena, Juana, Luisa, Simona: l’Arte le accomuna

Dieci giorni di eventi al Granaio Borghese di Artena per omaggiare la donna

In occasione dell’8 marzo, festa della Donna, al Granaio Borghese di Artena si sono succeduti tanti eventi: performances musicali, mostra, concerti, presentazioni di testi storici su Artena; il penultimo, sabato 11 marzo, ha visto il concerto di arie operistiche presentate dalla nota soprano Francesca Angelini, accompagnata al piano da Luca Spinosa. Con la sua voce possente, a volte dolce, quasi fragile, la Angelini ha cantato “O mio babbino caro” composta da Puccini; “Son pochi fiori” (Mascagni); “A vucchella” (parole di D’Annunzio, musica di Tosti); “Signore ascolta” (dalla Turandot di Puccini); “Non ti voglio amar” (di Cilea), “Noche hermosa” (zarzuela); “Vilia” (da ‘La Vedova Allegra’ di Lehar) per completare, in un crescendo di applausi, con la colonna sonora del film “C’era una volta il West” di Morricone.

Ogni brano è stato introdotto da Giusy Angelini, con Giulio Vitelli tecnico del suono. Prima del concerto, l’Ass. al Polo Museale Alessandra Bucci ha ricordato gli eventi, tutti finalizzati ad omaggiare la donna, complimentandosi con gli artisti che vi hanno aderito. Al termine abbiamo contattato l’artista-fotografa Simona De Marchis, le cui opere sono rimaste esposte al Granaio per tutta la manifestazione. “Ci è venuta l’idea di reinterpretare i dipinti della veliterna  Juana Romani per la sua modernità: è stata una delle prime donne ammesse alla scuola di Filippo Colarossi.  Da modella divenne pittrice, l’unica che mise in mostra i suoi quadri all’Esposizione Universale di Parigi. Molto nota all’estero, è  poco conosciuta nella sua patria. Sandro Ferrini mi ha aiutato nella ricerca delle stoffe e Silvia Bederti per il trucco.

Affascinata dalle opere di Juana ho notato che Silvia De Santis le era somigliante mentre posa da modella ne ‘La lisieuse’ (la lettrice) esposto al Museo d’Orsay. Così le ho reinterpretate fotografando Luisa. Le foto sono piaciute e tra novembre e dicembre le ho esposte al Museo diocesano di Velletri. Si tratta di sette foto: due digitali e riprodotte su stampa, quattro su tela ed una su PVC.  Di questa esposizione devo ringraziare il Gruppo Archeologico di Artena e l’Ass. Alessandra Bucci che ha patrocinato la mostra insieme agli altri eventi in questa splendida location”.

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