Blitz ultim’ora: traffico di rifiuti metallici tra il Viterbese e la Campania

Il sistema organizzato e gestito da due campani prevedeva nella provincia di Viterbo il carico dei metalli di valore soprattutto rame

Volante della Polizia

Volante della Polizia

L’attività di indagine diretta dalla Procura di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia – ed eseguita dalla Polizia Ferroviaria del Compartimento di Roma e dai Carabinieri Forestali del NIPAAF del Gruppo Carabinieri di Viterbo è per il momento culminata con l’emissione di Ordinanza del Gip contenete numerose misure cautelari.

Traffico di rifiuti: piombo e rame

Gli uomini dei Carabinieri Forestali e della Polizia Ferroviaria dei Compartimenti Lazio e Campania hanno eseguito stamattina il dispositivo che ha potuto interrompere il traffico di rifiuti metallici – piombo e soprattutto rame – che da tempo era in essere tra la provincia di Viterbo e la provincia di Caserta. Le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti avevano origine presso due impianti del viterbese, dove venivano sistematicamente accettati e gestiti ingenti quantitativi di rifiuti speciali e urbani da cui ricavarne le componenti metalliche di valore commerciale, che venivano abusivamente gestite.

In particolare i rifiuti venivano conferiti da una pluralità di persone, in assenza della prescritta iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali e in assenza della prevista documentazione ambientale. I rifiuti venivano poi gestiti negli impianti viterbesi in difformità a quanto previsto dalle autorizzazioni e dal decreto di riferimento e omettendo la corretta compilazione dei registri.

Molti rifiuti venivano smaltiti illecitamente nel territorio Viterbese: abbandonati o incendiati

Il sistema organizzato e gestito da due cittadini campani prevedeva inoltre il carico dei metalli di valore soprattutto rame con specifiche modalità nei autoarticolati individuati per il trasporto in modo da occultarne il contenuto e in assenza della documentazione ambientale o con la stessa redatta in modo falso. Successivamente i rifiuti di metallo venduti a una società del casertano, pur in assenza di adeguate operazioni di recupero e/o trattamento necessarie per la cessazione della qualifica di rifiuto prevista dall’art. 184 ter del D. Lgs. 152/2006, venivano ulteriormente destinati e commercializzati presso un altro stabilimento limitrofo.

Per l’accertamento degli illeciti, al vaglio della Magistratura romana, sono state messe in campo numerose e complesse attività di polizia giudiziaria espletate in sinergia tra i due corpi di polizia e suddivise in ragione delle rispettive specifiche professionalità.