Caos giustizia, il silenzio su Palamara e l’imbarazzato Travaglio dei media

L’ex Pm si scusa con Salvini mentre si dimettono i vertici dell’Anm e il Ministro Bonafede accelera sulla riforma del Csm. E il Capitano attacca il “silenzio complice dei media”

luca palamara

L'ex presidente dell'Anm Luca Palamara

Test per l’esame di giornalismo sul caos giustizia derivante (soprattutto) dalla pubblicazione delle intercettazioni relative ad alcune imbarazzanti chat tra magistrati. Il candidato consideri che:

a) Il togato al centro della vicenda, l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, si è scusato con l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, etichettato con epiteti irripetibili. «Sono profondamente rammaricato dalle frasi da me espresse e che evidentemente non corrispondono al reale contenuto del mio pensiero». Che sarebbe di gran lunga peggiore.

b) L’attuale presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Poniz, e il segretario Giuliano Caputo si sono dimessi dopo lo scandalo. Strano, se è vero che, come da teorema dell’house organ ufficioso del M5S, gli attacchi al segretario della Lega provenivano da «un solo magistrato»… Prendi una toga, trattala male, lascia che ti aspetti per ore

c) Peraltro, proprio Palamara, quando già aveva lasciato l’incarico di membro del Csm, venne invitato al Quirinale da Gianfranco Astori, consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Viene da chiedersi se il Capo dello Stato ne sia stato al corrente. O almeno alla corrente.

d) Intanto Alfonso Bonafede, Ministro grillino della Giustizia, ha dichiarato che la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura non può più aspettare. Se la fa lui, però, si rischia di avere un plenum composto di boss mafiosi scarcerati per via del Covid-19.

Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratura italiana dopo il c.d. “Caso Palamara” impone una risposta…

Pubblicato da Alfonso Bonafede su Domenica 24 maggio 2020

Il caos giustizia oltre la chat delle toghe

e) Nel frattempo è stato rinviato a ottobre il processo contro il Capitano, che si sarebbe dovuto aprire a inizio luglio, per il caso Gregoretti. La motivazione ufficiale è l’ingolfamento dei tribunali dovuto all’emergenza coronavirus. La quale ormai potrebbe essere presa a pretesto anche per le giustificazioni scolastiche.

f) Nel corso di un dibattito, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari ha evitato di rispondere a una domanda diretta sul principio della separazione dei poteri. Il leader del Carroccio lo ha quindi rintuzzato: «Se fossi un suo lettore, come sono, mi porrei una domanda». E probabilmente farebbe scena muta.

g) Nel febbraio scorso il Guardasigilli, fiero oppositore dei voli blu (altrui), ha speso 10.000 euro per fare la tratta Napoli-Roma con un aereo di Stato. Nella città partenopea partecipava a un vertice italo-francese abbandonato prima dello scambio dei documenti ufficiali, nella Capitale ha mancato il voto sul suo Dl intercettazioni. È ciò che si dice avere le ali bucate.

h) L’ex titolare del Viminale ha lamentato «il silenzio vergognoso e complice dei media italiani» che hanno dato pochissimo spazio al grave episodio. Visto il modo in cui di solito trattano certi argomenti, forse Salvini dovrebbe ringraziare per questo improvviso mutismo.

Ciò posto, a proposito del caos giustizia il candidato commenti il contenuto della seguente intercettazione riguardante Annamaria Picozzi, Procuratore aggiunto di Palermo. La quale, parlando a Palamara della necessità di piazzare una ragazza di cui potersi fidare, aggiungeva: «Se mi dai buca chiamo Marco Travaglio».

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