Cerveteri, ancora fiamme nella pineta: ipotesi piromane

A Cerveteri pochi giorni fa la pineta di via Zambra viene data alle fiamme ed è solo l’ultimo di una serie di roghi sospetti

Incendio boschivo

Nell’ultimo mese Cerveteri non ha pace, pochi giorni fa la pineta di via Zambra viene data alle fiamme ed è solo l’ultimo di una serie di roghi sospetti.

Intorno alle 18:30 scatta l’allarme: la pineta va a fuoco. Immediato l’intervento della Protezione Civile che scongiura il peggio. E sarà proprio quest’ultima a confermare l’ipotesi che un piromane si celi dietro questi, anomali, episodi.

A bruciare, buona parte delle zone periferiche comprese le aree a ridosso del sito archeologico della Bandituccia.

L’immediata messa in atto delle operazioni si spegnimento hanno evitato ai residenti delle zone interessate dalle fiamme di dover evacuare le loro abitazioni e non si ha notizia di persone ferite.

«Iniziano a essere tanti» commenta al Messaggero il responsabile della Protezione Civile di Cerveteri «e credo ci siano davvero pochi dubbi sul fatto che siano dolosi. Nell’ultimo anno soprattutto i nostri interventi sono stati faticosi perché hanno riguardo ampie zone e non è stato sempre facile arginare le fiamme. L’ultimo rogo ha bruciato gran parte della pineta di Zambra e per poco anche un casolare di un’azienda agricola. Fortunatamente siamo giunti in tempo».

Cerveteri, fiamme nella pineta: molti i danni

Ulivi, recinzioni, campi agricoli e segnali stradali carbonizzati. Sono solo alcuni dei numerosi danni subiti dal territorio etrusco in questo, ennesimo, incendio. L’area verde, appena venti giorni fa era bruciata e prima ancora il fuoco era divampato a Luglio.

Ma il piromane, sempre che sia solo uno, non si ferma alle aree verdi. Negli ultimi giorni a bruciare sono state anche le vie periferiche e via Castel Campanile, arteria principale di Cerveteri impedendo per ore il passaggio delle automobili.

Denunce anche per la presenza di roghi notturni, pare che qualcuno stia incenerendo rifiuti di dubbia natura, con un conseguente rischio di tossicità. Insomma, la situazione è tutt’altro che semplice per i residenti che sui social sbottano «Non se ne può più!» commentano sulle pagine Facebook.