Chiesta archiviazione per la morte del medico Riccardo Patrignani

Intanto L’Università La Sapienza gli conferisce honoris causa il diploma di specialista in Anestesia e Rianimazione

Un voluminoso dossier, più di cento pagine sulla dinamica dell'incidente in cui perse la vita il 35enne medico, Riccardo Patrignani, a cui la Facoltà di Mediicina e Odontoiatria ha deciso il conferimento del diploma honoris causa di specializzazione in Anestesia e Rianimazione, si chiude con la triste  richiesta al Gip del Pm, Roberto Felici, di archiviazione perché "nessun addebito puo' essere mosso alla condotta di guida dell'indagato", cioè del 38enne Stefano Moro di Merlino (Lo) contro cui il Pm aveva aperto procedimento penale per omicidio colposo.

Il Moro quel giorno, il 7 aprile, dovendo consegnare tre divani e dei mobili racchiusi in sei cartoni, era insieme al 22enne Andrea Pinnola di Paullo (Mi), alla guida di un furgone Ford Transit di proprietà della Hertz di Roma ma noleggiato da Massimiliano Sanesi (lettera noleggio n. 340465915), e imboccava il tunnel che da piazza della Croce Rossa porta al Muro Torto, come riferito ai vigili del II Gruppo di Polizia Roma Capitale, arrivati sul posto un'ora dopo il tragico evento, quando ormai persone, mezzi, oggetti e cose se ne erano andate o erano state rimosse.

Proveniente dal sottopasso, il Moro giunto all'altezza della confluenza dalla rampa laterale rallentava per consentire ai veicoli di immettersi sul Muro Torto – come riferiva lo stesso giorno ai vigili – Il traffico era intenso […] dopodichè frenavo. Venivo a tal punto urtato da un motoveicolo Kymco che procedeva dietro di me e che, probabilmente per distrazione, mi tamponava nella parte posteriore sx". Questa versione del Moro resa subito ai vigili e che gli stessi hanno riportato nella relazione del 7 aprile è sempre rimasta tale, semmai rafforzata dalle testimonianze sopraggiunte il 13 e il 14 e poi il 22 con essa concordanti.

Il Pm Felici con la sua richiesta di archiviazione non rende un buon servizio alla giustizia, anzi rende, alla fine delle indagine, un po' tutti infelici per non aver dissipato i dubbi iniziali e per aver innescato anche i successivi quesiti. Primo ed eclatante: poteva il 38enne Moro esser quel giorno alla guida del furgone noleggiato da un altro, il misterioso Massimiliano Sanesi, di cui non è dato saper nulla, e il cui nome compare nel voluminoso dossier non già perchè segnalato nei verbali dei vigili ma per l'istanza di dissequestro del furgone formulata il 26 maggio da Paolo Screnci dipendente della Soc. Hertz Italiana Srl di Roma con giusta procura permanente dell'Ad, "data l'estraneità della Hertz Srl per i fatti compiuti" e respinta dal Pm? 

Intanto, recita l'istanza di opposizione, il Pm "ha chiesto disporsi l'archiviazione del procedimento […] rilevando che la ricostruzione della dinamica degli eventi non consente di muovere nessun addebito alla condotta di guida dell'indagato. In particolare, dai rilievi fotografici e planimetrici di P.G., dalle dichiarazioni spontanee dell'indagato e dalle testimonianze di Petrini, Fazzi e Parenti si deve escludere una benchè minima responsabilità dell'indagato. Ed inoltre, le dichiarazioni della teste Lo Iudice, che ha ricostruito in modo diametralmente opposto la dinamica dell'incidente rispetto agli altri testi, non possono essere presi in alcuna considerazione anche in relazione alla sua inattendibilità. Orbene, proprio le difformi ricostruzioni della dinamica dell'incidente dei vari testi oculari avrebbe imposto una più approfondita attività di indagine. In primo luogo, doveva esser disposta dal Pm procedente una consulenza tecnica cinematica che avrebbe ricostruito con un elevato margine di certezza la dinamica dell'incidente che la delicatezza del caso avrebbe imposto".

Ma questa consulenza tecnica cinematica, non è stata, sin dall'8 aprile, presa in considerazione alcuna, e ci si è limitati alla sola "visione della salma", per la perizia medico-legale, al fine di  accertare la compatibilità tra l'entità delle gravissime lesioni interne riportate dalla vittima e, in particolare, come si evince dalla cartella clinica, al rene destro e poi al fegato e al polmone destro e il corpo contudente che le poteva aver determinate.

"Si consideri – prosegue l'istanza di opposizione – sul punto che lo stato dei luoghi è stato immediatamente ed erroneamente modificato, che la Polizia Locale è intervenuta sul posto oltre un'ora dopo l'incidente e che appare poco probabile che il motociclio dopo l'urto si trovasse ad una distanza così notevole. Sul punto vi è riserva di produrre relazione tecnica di parte".

Anche ammesso che il furgone della Hertz procedesse sulla corsia di destra in direzione piazzale Flaminio e che, come hanno sostenuto i coniugi Petrini-Fazzi e il Parenti, dietro di 10-15m a bordo di un SH Honda, giunto al punto di confluenza dalla rampa laterale, rallentasse per far confluire le auto che s'immetavano sul Muro Torto, e che in quel preciso istante il Kymco, dopo aver sorpassato a destra i due SH, quando la corsia di sinistra era libera, sia finito addosso o tamponava il furgone sulla parte posteriore di sinistra, è assai improbabile che lo si sia ritrovato a ben 58,40m dal punto di contatto. Eventi del genere possono verificarsi, e non sempre, in un gran premio con moto che sfiorano i 300 Km/h.

Inoltre il Pm Felici, continua l'istanza di opposizione, "avrebbe dovuto inoltre disporre l'acquisizione dei filmati della telecamera installata all'ingresso del tunnel che conduce a Viale del Muro Torto al fine di verificare l'effettivo transito del furgone. Avrebbe dovuto accertare se il furgone condotto dall'indagato fosse o meno dotato di sistema GPS al fine di verificare l'esatto tragitto percorso dall'indagato nella data del tragico evento". Nonchè accertarsi quando e dove il furgone era entrato in possesso del Moro, pur essendo stato noleggiato dal Sanesi mai interrogato in merito, e perchè no? a chi quei 3 divani e quei sei cartoni di mobilia dovevano esser consegnati.

Non ultimo, a parere dello scrivente, "il Pm avrebbe dovuto, infine, sentire tutto il personale dell'ambulanza affinché riferisse sulla posizione del paziente al loro arrivo, sulla circostanza se lo stesso indossasse o meno il casco e sulle condizioni degli abiti". Proprio sul casco e gli abiti, come risulta dalle deposizioni rese dai testi ai vigili, si sono appuntate esplicite domande dei funzionari della Polizia Locale in quanto la teste Lo Iudice, riferiva che investito dal furgone proveniente dalla rampa laterale la vittima veniva sbalzato dallo scooter e nel volo perdeva casco e zainetto prima di finire a terra.

Lo zainetto finito al centro della strada era rimosso dalla dottoressa specializzanda al Bambin Gesù, Marialuigia Catanoso, intervenuta per prestare alla vittima i primi soccorsi – stando a quanto riferito dalla Lo Iudice – e sempre la Catanoso nel riferire ai vigili se gli abiti fossero strappati o tagliati diceva "credo proprio di no!". Testimonianza questa quanto meno non precisa, dato che lo scrivente conserva gli abiti del figlio sin dalla sera del 7 aprile e che del loro stato ha informato i vigili al momento della notifica, il 10 aprile, del verbale di sequestro dei mezzi disposto dal Pm.

Il particolare evidentemente – giaccia a vento, jeans e maglietta letteralmente aperti, squarciati, con un particolarissimo taglio a forma di esse prolungata e soltanto da una parte – fu ritenuto evidentemente non influente dai vigili rispetto invece alla notifica di presentarsi entro cinque giorni al Comando per fornire il numero della patente e il certificato di assicurazione del Kymco.

"Per quanto sopra esposto – conclude l'istanza di opposizione – si insiste per l'accoglimento della presente opposizione e dunque per disporre la prosecuzione delle indagini al fine di escutere i testi indicati, una perizia cinematica sulla dinamica dell'incidente e l'acquisizione della registrazione dei filmati della telecamera ubicata all'ingresso del tunnel che da piazza della Croce Rossa conduce a viale del Muro Torto".

In attesa di una positiva risposta del Gip, che renda i cittadini non infelici della giustizia, la giunta della Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza presieduta dal prof. Adriano Redler ha deliberato il 15 luglio di conferire honoris causa il diploma di specialista al dott. Riccardo Patrignani in Anestesia e Rianimazione su proposta del Coordinatore della Scuola di Specializzazione in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva, Prof. Giovanni Rosa.
     

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