Compravendita di cadaveri e funerali: è allarme caro estinto

Ospedali e Rsa i luoghi privilegiati in cui avviene l’agguato al caro estinto, una pratica ignobile di cui pochissimi parlano

Bare mortuarie

Bare mortuarie

C’è un racket sempre in agguato, insidioso e sconosciuto ai più che merita di essere portato alla luce. E sconfitto. Si tratta del cosiddetto “Caro-Estinto”, ovvero la compravendita di cadaveri per relativi funerali negli ospedali e Rsa. Una pratica abominevole sempre più diffusa, specie con l’impennata di decessi dovuti a Covid prima e a vaccini poi.

Una piaga incivile che abolisce il rispetto sacrale per la vita, prima e dopo. Ma come avviene tutto questo? Semplice: nel modo più assoluto e meschino. Medici, infermieri, Oss, personale di sala “segnalano” e “consigliano” ai parenti delle vittime preda di sconforto, con la scusa di garantire loro un concreto risparmio, a quale operatore funebre rivolgersi, garantendo per loro. Per poi riempirsi illecitamente, vergognosamente le tasche di oboli versati da chi, proprio come in una qualsiasi asta, riesce ad accaparrarsi i servizi anche solo per miseri 50 euro in più. Ca va sans dire

Come se tutto questo fosse una sorta di vendita telematica, tipo quelle che trovi on line per acquistare oggetti d’uso quotidiano o chincaglieria del passato. Consigliare, segnalare o indicare un’onoranza funebre in corsia è reato. Un delitto gravissimo, che va estirpato. Combattuto. Eradicato.

In gioco c’è l’onore delle famiglie, e la dignità di tutti quei professionisti sanitari e parasanitari che invece svolgono giornalmente con onestà il proprio lavoro: e tutto meritano, tranne che di essere ingiustamente equiparati a ‘colleghi’ scorretti e senza scrupoli.

E ancora. Ci preoccupiamo tanto di sospendere medici giustamente dubbiosi rispetto a un siero potenzialmente mortale spacciato per vaccino, e nulla facciamo invece a tutti quei finti perbenisti vaccinati che alimentano il mercato del dolore?

In gioco la credibilità di un settore

In gioco c’è altresì la credibilità dell’intero settore funerario, fatto di gente onesta e seria, che paga le tasse, si comporta correttamente e non può certo competere per ovvie ragioni di costi e di erario con chi invece svende funerali a tutto andare quasi fossero fiches di un casinò qualunque a prezzi non credibili, né tantomeno sostenibili, decisamente sotto soglia e fuori mercato per garantire servizi con elevati standard qualitativi in linea con le aspettative delle famiglie. Così non si può andare avanti. Occorre riflettere attentamente su tutto questo. Anche perché, qui, elusione ed evasione fiscale corrono rapidissime e vanno persino a braccetto.

Anche perché la criminalità organizzata è sempre dietro l’angolo, pronta a cercare nuovi sbocchi in cui riciclare denaro. Per fortuna c’è stato anche chi, come l’onoranza funebre piemontese “Giubileo“, a Torino per prima storicamente in Italia ha fatto scattare due maxi retate di arresti di gente collusa: scombussolando i piani criminosi di un’organizzazione malavitosa nei confronti della quale sono piovute decine di condanne per associazione a delinquere. Basta andare a rileggere, per esempio, il quotidiano ‘La Stampa’ di qualche anno fa per rendersene personalmente conto.

Un fatto che fece scalpore, e che richiede, oggi più di allora, una nuova, ancor più severa presa di coscienza e posizione da parte di Forze dell’Ordine e Magistratura: soprattutto quest’ultima che, mi auguro, anziché tirar colpi bassi ai politici di questo o quel colore sempre, guarda caso, qualche giorno prima delle elezioni (Meloni stai attenta!), torni a occuparsi in primis di questioni ben più serie: come il rispetto per chi c’è stato, e la tutela del dolore di chi ha perso qualcuno che ha profondamente amato.

Maurizio Scandurra