Costituzione, con la traduzione il “sesso” diventa “genere”

Il sesso riguarda le differenze anatomiche e fisiologiche tra maschi e femmine, il genere le differenze psicologiche, culturali e sociali

Sesso, femmina, maschio

Il “sesso” e il “genere” non sono termini equivalenti e quando il quotidiano La Verità nei giorni scorsi si è accorto che sul sito del Senato nella versione in inglese della Costituzione italiana compare all’art. 3 la parola “gender” al posto di “sesso” come invece recita il testo originale, è scoppiato il caso.

Il gender in Costituzione

“Al Senato infilano il gender in Costituzione”, ha titolato il giornale diretto da Maurizio Belpietro, riacutizzando polemiche mai sopite già vissute all’epoca del dibattito sul ddl Zan.

Ma cerchiamo di capire meglio. L’articolo 3 della Costituzione recita:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Sul sito del Senato, compare una traduzione inglese dove all’articolo 3 si legge:

All citizens shall have equal social dignity and
shall be equal before the law, without distinction
of gender, race, language, religion, political opinion, personal and social conditions.

Non si mette certo in discussione il principio di uguaglianza e, quindi, il rifiuto di ogni discriminazione, sancito dall’articolo 3. E’ l’affermazione di un principio di libertà, diritto di ogni persona, che “deve appartenere a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone”, ribadisce il Presidente Sergio Mattarella in un intervento in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia del 2016.

Ma tra i due testi, come non vi sarà sfuggito alla lettura, “senza distinzione di sesso” diventa “without distinction of gender”.

La differenza tra gender e sesso

Una differenza che non è solo terminologica. Come spiega bene la Treccani, “Il concetto di gender è stato introdotto negli anni 1960 dai medici statunitensi Stoller e Money del Johns Hopkins Hospital di Baltimora per distinguere l’orientamento psicosessuale (gender) di una persona dal suo sesso anatomico (sex)”. In sostanza, il sesso riguarda le differenze anatomiche e fisiologiche tra maschi e femmine, il genere le differenze psicologiche, culturali e sociali. Ciò vuol dire che il “genere di una persona non è dato dal sesso, ma varia in modo indipendente dal dato biologico”.

Mi fermo qui, perchè andare oltre significherebbe addentrarsi in un universo che investe ambiti che riguardano i processi di socializzazione e questioni relative ai condizionamenti ambientali e culturali che incidono nella determinazione del comportamento e dei ruoli di ciascun essere umano. Senza contare poi l’altrettanto delicato versante politico del dibattito che scuote molte coscienze e sensibilità, indipendentemente dal lato da cui lo si voglia osservare.

Ma la portata di tale premessa è tale che desta ancor maggiore riflessione il caso da cui siamo partiti, una semplice parola che cambia dalla versione italiana, fedele al dettato dei nostri padri cosituenti, alla versione inglese che riflette invece l’evoluzione del dibattito sulle diversità sociali che non possono ancorarsi al solo dato biologico.

Sul sito del Quirinale

Va aggiunto che sul sito del Quirinale, che possiamo considerare come la fonte più autorevole anche per il suo ruolo “neutro” che esprime, è pubblicata una Costituzione in inglese che traduce il termine ‘sesso’ con ‘sex’ e non ‘gender’.

L’agenzia di stampa Adnkronos ha raccolto il commento di Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte costituzionale e ora consigliere generale della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, che ha ovviamente attribuito alla differente traduzione un significato che va oltre l’aspetto terminologico: “usare lo strumento linguistico per cercare di cambiare la Costituzione non è corretto, anche con tutte le buone intenzioni che si hanno per modernizzarla”.

Certamente, il “caso” vivrà una nuova puntata. Perché secondo fonti della presidenza di Palazzo Madama, come rivela l’Adnkronos, “alla riapertura dell’attività parlamentare la questione verrà affrontata”, precisando che la versione in inglese della Costituzione pubblicata dal sito del Senato “risale al 2017”.