Emanuele Crestini, sindaco eroe, aveva chiesto alla compagna di sposarlo

Su una barella in ospedale: “Quando esco di qua, mi vuoi sposare?”

Se fosse uscito dall’ospedale si sarebbero sposati. E’ il commuovente racconto di Veronica Cetroni, che ai taccuini del Messaggero, ha rilasciato un’emozionate intervista. “Quella maledetta mattina è stato lui a chiamarmi al telefono. ‘Sono al policlinico di Tor Vergata, corri’, mi diceva. Stavo lavorando in studio, all’Eur, sono salita in macchina e ho attraversato mezza città col cuore in gola. Tutti mi bombardavano di chiamate e mentre andavo realizzavo che c’era stata l’esplosione, il Comune sventrato, i feriti. Ma Emanuele lo avevo sentito al telefono, non pensavo fosse così grave. E con lui ci ho parlato, con i medici e le infermiere scherzava, si è voluto fare anche dei selfie con loro. Lui era sempre allegro, non si arrabbiava mai, mai cupo, pensava sempre al meglio. Appena arrivata, mi è passato davanti su una barella. Mi ha stretto la mano e mi ha chiesto: ‘Quando esco di qua, mi vuoi sposare?’ e io, naturalmente, gli ho risposto ‘sì amore’”.

Pensava di risvegliarsi il sindaco eroe di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, e come nel sogno più bello di sposare la sua dolce compagna, Veronica Cetroni. Invece, a tre anni esatti dall’incoronazione come primo cittadino di Rocca di Papa, la sera di giovedì, la sua vita si è spenta improvvisamente. Lunedì avrebbe compiuto 47 anni. “Emanuele aveva inalato troppo fumo tossico nei suoi polmoni perché invece di scappare via era risalito sopra ai piani più alti per dire a tutti di uscire e mettersi in salvo – racconta Veronica – lui era fatto così, pensava sempre agli altri, buono e generoso”

Invece, “le sue condizioni sono precipitate. L’ho rivisto e ci ho parlato anche quando è stato trasferito nel reparto Grandi Ustionati del Sant’Eugenio. Abbiamo passato tutti questi giorni, con i familiari e gli amici, lì fuori ad aspettare che si risvegliasse. Il grado delle ustioni era sceso al secondo, e questo ci faceva ben sperare. Ma aveva respirato troppo fumo e i polmoni, alla fine, non hanno retto”. Ora il suo Emanuele è il sindaco eroe che il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha descritto come «esempio di coraggio, di altruismo e di generosità nei confronti dei concittadini”.

Una favola spezzata, “Una favola che resta nei cuori di chi lo ha amato. Ora però ci sarà l’autopsia, poi il funerale. Dovevamo festeggiare, invece…”.

Lascia un commento