Funghi killer in tutta Italia: ecco come evitare il rischio

L’intossicazione da funghi rappresenta una condizione frequente soprattutto in coloro che li assumono dopo la raccolta diretta

funghi

L’intossicazione da funghi può rappresentare una situazione di grave pericolo, per questo è importante riconoscerli e fare attenzione nella raccolta evitando di prendere le specie di cui non si è certi.

I sintomi determinati dall’ingestione di funghi velenosi o non commestibili sono vari e dipendono dalla specie fungina ingerita. In questi casi è fondamentale recarsi immediatamente al pronto, in modo tale da iniziare sin da subito le cure. Ad oggi, non esiste alcun antidoto per l’intossicazione da funghi.

L’intossicazione da funghi rappresenta una condizione frequente soprattutto in coloro che li assumono dopo la raccolta diretta. Per questo motivo, il primo aspetto da tenere in considerazione è la prevenzione, ovvero la non consumazione di funghi di dubbia specie.

L’avvelenamento dovuto all’ingestione di funghi tossici, in relazione al tempo intercorso dall’assunzione alla comparsa di sintomi si distinguono due tipologie di sindromi: a breve latenza e a lunga latenza.

Intossicazione da funghi, alcune sindromi a breve latenza

Le sindromi a breve latenza compaiono da 30 minuti a 6 ore dall’ingestione e, solitamente, si risolvono in circa 24 ore e rappresentano un basso rischio per la vita del malcapitato consumatore.

La sindrome gastrointestinale è la più frequente e può essere causata dall’assunzione di diverse specie di funghi. I principi attivi responsabili di questa sindrome, inoltre, sono molteplici e non sempre noti.

Fare molta attenzione se compaiono sintomi della sindrome muscarinica. Dovuta alla muscarina (Amanita Muscaria)  si caratterizza da un quadro clinico con cefalea, dolori addominali, ipersalivazione, intensa sudorazione, lacrimazione, tremori e bradicardia che compaiono dai 15 ai 60 minuti successivi all’ingestione.

Intossicazione da funghi, sindromi a lunga latenza

Inizialmente i sintomi possono essere confusi con una gastroenterite di tipo influenzale, dunque può essere facilmente sottovalutata tardando l’ospedalizzazione e le necessarie attenzioni mediche.

I numeri delle vittime da funghi

Da uno studio divulgato dall’Istituto Superiore di Sanità emerge come dal 1998 al 2017 le richieste di consulenza per intossicazione da funghi sono state ben 15.864, di queste 12.813 i casi che hanno subito ospedalizzazione.

In 3.265 pazienti i sintomi di intossicazione o avvelenamento sono comparsi dopo più di 6 ore dall’ingestione dei funghi.

40 tra gli intossicati sono morti (il 6,3%) e di questi quaranta casi, l’80% di loro è giunto alle cure troppo tardi, ovvero oltre le 24 ore dall’ingestione dei funghi. Sopravvissuti alle intossicazioni gravi 33 pazienti,  hanno evitato la morte ma hanno sviluppato una insufficienza renale grave ed irreversibile.

Nell’85% dei casi di avvelenamento da funghi i disturbi erano dovuti all’ingestione di funghi spontanei raccolti e consumanti senza aver coscienza di cosa stavano realmente consumando. Praticamente avevano consumato funghi raccolti senza conoscerli e senza prima averli fatti controllare da un Ispettore Micologico pubblico o privato.

Decalogo per la prevenzione delle intossicazioni

Il Ministero della Salute, in collaborazione col Centro Antiveleni di Milano, ha prodotto un decalogo di buone norme da seguire per prevenire l’intossicazione da funghi:

  1. Non consumare funghi non controllati da un micologo
  2. Consumare quantità moderate
  3. Non somministrare ai bambini
  4. Non ingerire in gravidanza
  5. Consumare solamente se in perfetto stato di conservazione
  6. Consumare i funghi ben cotti e masticare correttamente
  7. Sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi
  8. Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e coltivati (pesticidi)
  9. Non regalare i funghi raccolti, se non controllati da un micologo
  10. Nei funghi sottolio si può sviluppare la tossina botulinica