Il Bioparco di Roma “libera” gli oranghi

Inaugurata la nuova aera degli oranghi al Bioparco di Roma. Il Presidente della Fondazione: “Roma non è Copenhagen”

“Oggi e la nostra festa. E' la festa del Bioparco. E' il giorno più bello della mia vita”.

L'emozionatissimo Federico Coccìa,  Presidente del Bioparco di Roma, ci accompagna lungo i viottoli dell'ex Giardino Zoologico della Capitale e l'emozione gliela si legge in viso.

“Guarda, mi dice mentre passiamo di fronte all' exhibit dei cammelli, stanno facendo la muta”.

Poi, le scale. Ci portano alla grande voliera e dai bambini delle scuole che non hanno voluto perdere questo piccolo grande evento che, da tanti, troppi anni, in tanti avevano aspettato.

Tra gli scolaretti urlanti anche i figli di Coccìa. Un breve saluto, la stampa e, soprattutto gli oranghi, aspettano.

Il codazzo di giornalisti “armati” di fotocamere e cavalletti è degno delle grandi occasioni e l'area interessata dall'evento colma di curiosi e appassionati. Tra gli altri Fulco Pratesi, l'eterno ragazzo con ottanta primavere alle spalle che è arrivato in motorino. Tiene ancora in mano una curiosa noce americana appena trovata che fa vedere agli amici con la sua tipica espressione di meraviglia. Lui, Fulco, il Giardino Zoologico lo conosce bene, così come le tre star della giornata: Petronilla, Zoe e Martina, le tre femmine di orango che vivono al Bioparco da tanti anni.

E allora: “Oggi è la nostra festa! E' la festa del Bioparco!” Coccìa prende il microfono e, se l'emozione non ha voce, stavolta non è il caso: “Abbiamo lavorato tanto per arrivare alla giornata di oggi. Sono anni che sogniamo questo giorno che, finalmente, è arrivato. Abbiamo lottato contro la burocrazia con le sue mille difficoltà che non ci avevano permesso nemmeno di poter ampliare la vecchia area degli oranghi perchè, sembra incredibile, non di nostra pertinenza. Quest'anno, ha proseguito Coccìa, ce l'abbiamo fatta. Abbiamo sconfitto la burocrazia e abbiamo realizzato un'opera che gli oranghi aspettavano da troppo tempo. Glielo dovevamo”.

Qualche metro sopra le nostre teste c'è una specie di passaggio sopraelevato che collega la vecchia gabbia coperta con la nuova. Petronilla, e le sue due figlie sono apparse silenziose e dall'alto si godono, curiose, lo spettacolo.

Federico se n'è accorto e le presenta in anticipo: “Petronilla ha 43 anni, Zoe 28 e Martina, la più giovane, 24. Sono intelligentissime e ognuna ha il suo carattere, le proprie peculiarità”.

La mamma ama coprirsi con sacchi di iuta come farebbe con le fronde degli alberi in Natura.

E' paziente e protettiva con le figlie. Zoe ama farsi grattare ed è una attenta osservatrice. Martina, nonostante l'età, ama dormire ancora con la mamma.

“Da sempre frequento il Giardino Zoologico, oggi Bioparco, interviene al fianco del Presidente Coccìa, Fulco Pratesi, e ricordo perfettamente tutte le attenzioni che dedicammo agli oranghi che avevano un estremo bisogno di cure. E' un giorno speciale per loro e per noi tutti”.

“Prima di aprire la nuova area, ha proseguito un determinato Coccìa, lasciate che mi tolga un sassolino dalla scarpa. Oggi siamo qui a festeggiare i nostri tre oranghi e tutto il Bioparco. Gli oranghi del Bioparco di Roma sono tre ibridi. Significa che non possono avere nessun riscontro scientifico. In un altro degli altri zoo europei, forse, li avrebbero soppressi come recentemente accaduto ai quattro leoni e al piccolo Marius, il cucciolo di giraffa, a Copenhagen perchè costa molto mantenere gli animali. Noi del Bioparco di Roma, invece, non solo li abbiamo mantenuti ma oggi gli offriamo una nuova casa molto più accogliente nata per il loro benessere e che è costata un sacco di soldi”.

I flash sono pronti all'atteso taglio del nastro con Scotti e Coccìa fianco a fianco. ZACK!

Serena Del Giudice controlla che tutto fili liscio. Le tre femmine di Orango si avvicinano e, dopo qualche titubanza, finalmente fanno il loro ingresso e cominciano ad ispezionare il giardino. I bambini delle scuole si avvicinano eccitati dal momento e sgranano gli occhi ogni qualvolta Petronilla si avvicina per cercare uno sguardo, un contatto.

Le maestre non se ne sono accorte ma, oggi, hanno uno scolaretto emozionato in più da controllare. Si chiama Federico…

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