La Polizia arresta autore del tentato omicidio a Tor Bella Monaca

Il movente del tentato omicidio è stata una lite di strada tra la vittima ed il fratello dell’autore

A seguito di articolata indagine, personale della Squadra Mobile di Roma ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per tentato omicidio nei confronti di Leoniello Luigi, di anni 25, pregiudicato per i reati di ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in quanto responsabile del tentato omicidio di D’Arpino Patrizio, di anni 33, anch’egli pregiudicato per reati contro il patrimonio, tentato omicidio, lesioni e porto abusivo di armi.

Il 3 maggio 2016 nel quartiere di Tor Bella Monaca, precisamente in via dell’Archeologia all’altezza del civico nr.24, il D’Arpino è stato attinto da due colpi d’arma da fuoco alla gamba e all’addome e successivamente trasportato da un suo conoscente presso il Policlinico Tor Vergata, ove è stato ricoverato in prognosi riservata dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico. Il fatto delittuoso è stato commesso in un’area del quartiere di Tor Bella Monaca dove il Leoniello ha conquistato una posizione rilevante nell’ambito della gestione dello spaccio di stupefacenti.

Peraltro, non è un caso che il predetto avesse stabilito la sede dei propri interessi proprio al civico 64 di via dell’Archeologia, scelto quale suo domicilio e centro nevralgico per il controllo dell’attività di spaccio. In tale contesto, l’analisi del movente del tentato omicidio risiede, tra le altre, in una volontà di affermazione della posizione del Leoniello, la cui autorevolezza sarebbe stata minata dalla precedente aggressione subita pubblicamente dal D’Arpino. A riprova della volontà di consolidare il proprio ruolo di supremazia ricoperto nel territorio in cui ha conquistato il controllo della piazza di spaccio, il LEONIELLO non ha esitato a rivendicare col sangue l’affronto subito.   

Infatti, è emerso che il movente del tentato omicidio è stata una lite di strada tra la vittima ed il fratello dell’autore, in aiuto del quale è giunto il Leoniello Luigi che, colpito violentemente al volto dal D’Arpino, si è allontanato dal luogo della lite per farvi ritorno poco dopo armato di una pistola semiautomatica con la quale ha esploso i colpi all’indirizzo della vittima. A riscontro della radicata autorevolezza del Leoniello nell’ambito di quel territorio, si registra il profondo clima di omertà in cui si sono mosse le indagini della Sezione Omicidi della Squadra Mobile, nel corso delle quali è emerso un consolidato assoggettamento psicologico dei testi rispetto alla figura del prevenuto e dei propri familiari.

Nonostante ciò, le attività esperite hanno consentito di ricostruire l’accaduto nonché raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine al tentato omicidio in argomento nei confronti del Leoniello.

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