La vita vista da Google map

Non si vive di solo Facebook, Twitter o Instagram. Esistono molti mondi diversamente social in Rete, e uno dei più interessanti è Google maps

Non si vive di solo Facebook, Twitter o Instagram. Esistono molti mondi diversamente social in Rete, e uno dei più interessanti è Google maps, da molti visto solo come un sofisticato stradario e basta. In realtà Maps è molto di più, e consente molteplici utilizzi, dalla guida turistica al social geografico sino alle analisi socio politiche. Certo il lato social è molto diverso dagli altri, perché non c’è interazione diretta, ma una lettura o fornitura di contributi. Se il nostro telefonino (Android) ha la gestione della posizione attivata, ogni volta che scattiamo una foto maps ci suggerisce di condividerla con gli altri in relazione al luogo dove ci troviamo: una piazza, un museo, un ristorante, ecc. Foto che poi altri useranno per avere, del luogo visitato, un’idea più precisa. Sempre del luogo poi possiamo dare un nostro giudizio, sia sotto forma di stellette che di recensione. Foto, stellette, recensione: le analogie con tripadvisor sono forti, ma differente è la filosofia, perché lo strumento nasce da un’esigenza diversa in quanto hai già deciso il luogo dove andare e spesso è, appunto, per capire come arrivare.

Un aspetto meno conosciuto, spesso temuto, è la cronologia; uno strumento che si attiva sempre consentendo allo smartphone di registrare la nostra posizione con continuità. Temuto perché sa parecchio di Grande Fratello, intrusione nella privacy e via discorrendo. Eppure per capire come stanno realmente le cose basta guardare l’opzione “traffico” del navigatore: secondo voi come fa Google a sapere che in quel precisissimo punto, a volte solo pochi metri, ci siano esatte condizioni di traffico? Le teoria del rasoio di Occan in questi casi aiuta parecchio, per cui: è più probabile che vi siano occhi invisibili che ci spiano dall’alto o che Google usi le informazioni geografiche provenienti da milioni di telefonini loggati sulla sua piattaforma? E allora tanto vale usarla a nostro vantaggio questa cronologia, un’agenda automatica di quello che facciamo durante il giorno: dove siamo stati, cosa abbiamo visitato o dove abbiamo mangiato. Quando siamo partiti per le vacanze, cosa abbiamo preso come mezzo di trasporto ecc. Se poi ci sono luoghi su cui volete mantenere la massima riservatezza, anche a voi stessi, basta cancellarli.

Ma la parte più bella di Google maps è quella analitica. Maps fornisce una quantità impressionante di dati per le indagini più disparate, l’importante è fare bene le domande. Faccio un esempio: Maps fornisce confini precisi e dettagliati di aree geografiche come le città o i municipi. Al netto che è divertente e istruttivo capire perché alcuni confini siano incredibilmente frastagliati, questi confini possono essere usati da per studi di ogni tipo. l’Istat recentemente ha pubblicato una mappa geografica di Roma con i dati relativi all’istruzione e al lavoro con rapporto uomo donna che si sovrappone molto bene a quella di Maps. Una mappa molto istruttiva per capire quali fossero le zone più avvantaggiate ma mancava ancora qualcosa, per cui facendo una ricerca su maps delle scuole per tipologia, è venuto fuori che le zone con le migliori opportunità, in particolare per le donne, erano quelle con la maggiore concentrazione dei licei classici. Ancora vi sono analogie con luoghi di cultura come teatri, cinema, sale concerto. E restringendo le analisi si può cercare di capire perché in zone svantaggiate esistano sacche di produttività o il contrario (parchi esclusi ovviamente).

Con le giuste domande si può quindi provare a capire la qualità della vita più su maps che leggendo i giornali. Provate per esempio a confrontare zone omogenee per popolazione ma geograficamente differenti, per esempio Quartieri di Roma con altri comuni; in fondo per popolazione non pochi quartieri di Roma potrebbero fare capoluogo di provincia. Cominciate quindi ad analizzare i servizi: scuole, sanità, sicurezza, ecc. Posso garantire che sarà interessante, molto interessante; al punto da poter dire che Edoardo De Filippo, quando scrisse “il sindaco del Rione Sanità”, aveva visto lungo sul concetto di comunità. Oppure, se volete aprire un’attività, sapere quanti concorrenti sono già presenti in zona, quanti sono recensiti, come sono recensiti, può essere utile. Il resto alla vostra fantasia, siamo in tanti e ognuno ha le sue domande da porsi. Ricordate solo che dati e opinioni su maps viaggiano vicini ma rigorosamente separati e che se la risposta non arriva, spesso è la domanda che è fatta male.

Di questo parleremo giovedi 15 Giugno nella rubrica "Analfabeti digitali" in onda su Radio Roma Capitale" alle 12:05 con Francesco Vergovich.

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