Lazio misterioso: la Grotta dei Templari a Bassiano, affrescata dai Fraticelli

Una grotta, a Bassiano, abitata da eremiti, nel medioevo divenne rifugio per l’ordine dei Fraticelli francescani, osteggiati dal papato

Bassiano (Latina), veduta del Borgo

Bassiano (Latina)

Una grotta, a Bassiano (Latina), un tempo abitata da eremiti, nel medioevo, divenne rifugio per l’ordine dei Fraticelli francescani, osteggiati dal papato per la loro testimonianza di povertà estrema e, in seguito dall’Ordine dei Templari, i monaci guerrieri, anch’essi perseguitati per motivi opposti, in virtù del loro potere economico.

Bassiano e i tesori nascosti del Lazio e d’Italia

Già altre volte abbiamo fatto notare come il nostro Paese, e il Lazio non fa eccezione, sia ricco di tesori nascosti e opere d’arte davvero inestimabili, storie affascinanti, tesori preziosi dovuti a vicende diverse nel corso di una storia di millenni. Sulla nostra terra sono passati eserciti che arrivavano da ogni parte del mondo, ma anche pellegrini, artisti, pensatori, inventori, alchimisti, filosofi che hanno lasciato impronte indelebili nella nostra cultura e nei nostri territori. Si sono così stratificate conoscenze, saperi, nozioni che nessun altro luogo al mondo ha potuto conoscere.

Questo ha reso ricca la cultura italiana, la sua multiculturalità è il suo tesoro, le presenze di etnie e idiomi differenti, credi e saperi apparentemente inconciliabili che taluno crede siano un inquinamento, una sostituzione etnica, invece sono la vera ragione dell’arricchimento della nostra tradizione. Nell’incontro dei popoli nasce il progresso, non nell’arroccamento, nell’isolamento. Il Lazio misterioso ci parla idi alcune di queste ricchezze, quelle che sono riuscite a giungere fino a noi.

Una Grotta Oscura divenne il rifugio prima dei Fraticelli di San Francesco e poi dei Templari

Bassiano è un grazioso borgo medievale, situato sopra un colle in una valle interna dei Monti Lepini. Dalla caratteristica struttura a spirale, ascendente verso il punto ove anticamente sorgeva la rocca, il paese ha mantenuto quasi intatto l’aspetto di un villaggio fortificato del XIII-XIV secolo.  Tutt’attorno, montagne, boschi, prati, uliveti e terrazzamenti formano il quadro tipico del bucolico paesaggio lepino.

Patria del celebre umanista Aldo Manuzio (1447-1451), considerato il maggior tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno, il borgo merita attenzione per via della sua struttura a chiocciola, estremamente difensiva. Dalle porte fino in cima, dove dominava una torre cilindrica oggi scomparsa, le stradine si arrotolano in una spirale. Le sue mura non sembrano altrettanto capaci di poter opporre una adeguata resistenza a eventuali nemici per via che non sono molto alte, anche se dotate di nove torri di difesa, fatte erigere da Pietro Caetani che ricevette il borgo in dono da suo zio Papa Bonifacio VIII nel 1297.

Si, non pensiate che il nepotismo sia un male dei nostri giorni, “tengo famiglia” è un motto che ha radici profonde nel nostro paese. La caratteristica misteriosa di Bassiano non è nel borgo ma a tre chilometri. Nella cosiddetta Grotta dei Templari o Grotta di Selva Oscura. Una stradina chiamata via della Croce porta da Bassiano a questa zona di grande suggestione e bellezza. Qui c’è il Santuario del Crocefisso, dove giunsero in momenti diversi del XIV secolo, i Fraticelli spirituali francescani, in fuga per via della scomunica emessa da papa Giovanni XXII e poi i Cavalieri Templari provenienti da Valvisciolo. La grotta di Selva Oscura divenne il loro rifugio.

La grotta di Selva Oscura, un antro affrescato come una chiesa

I Fraticelli affrescarono completamente la grotta, trasformandola così in una vera e propria chiesa e, in seguito, edificarono il romitorio. Al santuario si accede attraverso una scalinata, dove si nota un affresco della Madonna con Bambino, accanto alla quale è presente San Bartolomeo eremita, coperto solo dai suoi capelli e dalla barba. San Bartolomeo eremita rappresenta così i tanti eremiti che devono aver vissuto nella grotta prima dell’avvento dei frati. Si arriva ad un portico rettangolare che immette in una cappella detta delle Palme. Salendo dei gradini si nota un affresco rappresentante San Giacomo pellegrino, con il bastone nella mano ed il cappello del viandante e anche in questo caso è evidente il riferimento alla vicina via Francigena.

Da questa cappella inizia un corridoio con volta a botte lungo otto metri, che conduce ad un’altra grotta affrescata. L’ambiente ha una forma quasi rettangolare e si presenta con le pareti interne coperte da affreschi. Il soffitto della grotta appare nel suo aspetto naturale con stalattiti, sporgenze e rientranze. Nelle raffigurazioni personaggi ed episodi del Vangelo, databili ai secoli XIV-XV. Anche se, molto probabilmente, hanno subito dei ritocchi e delle integrazioni nel corso dei secoli seguenti. Dalla grotta si esce per arrivare ad una cappella rotonda, costruita nella seconda metà del Seicento per ospitare il Crocifisso in legno realizzato nel 1673 dal religioso francescano Vincenzo Pietrosanti, come ex voto per la peste che negli anni precedenti aveva colpito Bassiano.

I Fraticelli vennero osteggiati, scomunicati e poi sterminati dalla Chiesa

La corrente dei Fraticelli era nata all’interno del gruppo degli Spirituali, che eseguivano alla lettera la regola di San Francesco per un’assoluta povertà. Nel 1292 questa corrente francescana ottenne da papa Celestino V il permesso di costituirsi in un Ordine separato. Per la loro intransigenza sulla morale, soprattutto religiosa, furono condannati come eretici da Bonifacio VIII (1294-1303). I Fraticelli ebbero, inizialmente, un vasto seguito popolare e si diffusero in Italia, Spagna e Boemia.

Ma, in seguito, le controversie esistenti tra le varie correnti portarono il Generale dell’Ordine, Bonaventura da Bagnoregio, a reprimere sia gli Spirituali che i Fraticelli. Quando papa Giovanni XXII li condannò come eretici non poterono che scappare e cercarono rifugio in luoghi nascosti come la Grotta di cui stiamo parlando, ma non bastò, l’Inquisizione li raggiunse comunque e li sterminò.

La visita al Santuario del Crocifisso è libera mentre l’accesso alla Grotta dei Templari o Grotta di Selvascura non ha un orario preciso ed è anzi spesso serrato. Si consiglia di provare a visitare il complesso la domenica, prima e dopo le messe e di informarsi prima di andare.

Un Ordine troppo potente per non essere inviso a Papi e Imperatori

I motivi che portarono i Templari ha cercare rifugio in queste vallate paludose sono le stesse dei fraticelli ma per motivi opposti: la persecuzione da parte dei loro nemici nella Chiesa e di Filippo il Bello, Re di Francia, cui avevano negato un prestito a fondo perduto. L’intera vallata era una zona lacustre che non si era mai riusciti a bonificare del tutto. La manutenzione che doveva seguire ad ogni bonifica venne interrotta con il disfacimento dell’Impero Romano, al punto che a tratti si doveva percorrere con le barche interi pezzi di strada. Un percorso alternativo venne chiamato Via Consolare e grazie al traffico di pellegrini che lo percorreva decretò la fortuna di numerosi centri che toccava, tra cui Bassiano.

La via Consolare partiva da Cisterna toccava Ninfa, passava sotto l’odierna Norma, proseguiva per Valvisciolo, Sermoneta, Bassiano, Sezze, Priverno, Fossanova (il cui nome deriva appunto dal “fosso novo” costruito dai Cistercensi per canalizzare le acque) e si congiungeva con l’Appia poco prima di Terracina. In pratica questa strada può essere definita la “Francigena del sud” in quanto vi erano dei luoghi di sosta e ristoro, funzionali per i pellegrini provenienti dal nord Europa che, transitando da Roma, si dirigevano verso la Terrasanta. Divenne considerevole la presenza di monaci cistercensi nelle diverse Abbazie di Fossanova, Marmosolio e di Valvisciolo di Carpineto e Valvisciolo di Sermoneta. I cistercensi erano abili proprio nelle opere di bonifica delle paludi oltre che amministratori di terre coltivate.

Bassiano era prima un borgo abitato da pastori e agricoltori

Le prime notizia storiche sulle origini di Bassiano fanno riferimento al X secolo quando pastori e agricoltori si rifugiarono in questi luoghi coperti dalle colline, per poter nascondersi dai frequenti assalti barbarici nella zona. Il nome di Bassiano fu invece ufficialmente scritto su un documento del 1169. Questo fu ritrovato nell’archivio della Collegiata di Santa Maria in Sermoneta inerente ad un castrum, ovvero un luogo abitato.

Nel centro storico, passeggiando tra i vicoli, si arriva in cima alla Chiesa di Sant’Erasmo, edificata intorno al XII secolo. I numerosi interventi di restauro ne hanno radicalmente cambiato l’architettura originale. Sulla facciata possiamo notare un bassorilievo che raffigura il Cristo Benedicente. L’ambiente interno, tipicamente neoclassico, conserva un coro ligneo del 1852. Nel borgo troviamo anche la Chiesa di San Nicola risalente al 1200 e la Chiesa di Santa Maria. Quest’ultima nasce come parte di un monastero benedettino nel XII secolo.

L’area attorno a Bassiano e alla Grotta è di estremo interesse. Nei dintorni si trovano Sermoneta con il bellissimo Castello Caetani, Carpineto Romano, Norma, i Giardini di Ninfa e Priverno. Vista la vicinanza, si consiglia di visitare nello stesso giorno Sermoneta e l’Abbazia di Valvisciolo, anche per comprendere appieno le tematiche legate alla presenza templare in questa zona e alla figura di questo ordine religioso, che tanto interesse ancora suscita.

Foto da Visit Lazio e Comune di Bassiano