Le donne di oggi e il malcelato maschilismo dei cinquantenni

L’uomo medio è tuttora ancorato alla visione della donna basata sul suo stereotipo classico, identificata come angelo del focolare e madre irreprensibile

Donne maschilismo

La rivoluzione di Enrico Letta all’interno del suo partito, di cui egli è neo segretario, che è anche volta alla valorizzazione delle donne piddine nei ruoli-chiave della dirigenza politica, la dice lunga sul malcelato maschilismo dei cinquantenni insorti per loro improvviso “spodestamento”.

E così col classico metodo “criptoimpositivo” con posizionamento mirato di Tizia e Caia in luogo di Sempronio e Mevio, Debora Serracchiani vince infatti la sfida, diventando la prima donna capogruppo alla Camera sulla scia del “giusto rompere col maschilismo”.

Un tempo, come mi raccontano sempre le ormai anziane guerriere rivoluzionarie della prima ora, si diceva che “non c’è nulla di più tristo che sia un uomo femministo”.

Donne di oggi e il nuovo maschilismo

Forse non si sbagliavano, anche se questo loro “mottetto” era destinato a sottolineare il “contentino” alle donne per poi mantenere segreto il convincimento maschile sul senso di inadeguatezza femminile nel rivestire cariche politiche e governative.

In effetti, non l’hanno presa molto bene gli uomini uscenti dalle cariche del partito, sempre bravi a parole, ma del tutto insufficienti nei fatti; se ancora ci fossero le pagelle prenderebbero un “impreparato” con qualche voto in meno anche in condotta.

La donna del terzo millennio

La verità è che l’uomo medio è tuttora ancorato alla visione della donna basata sul suo stereotipo classico, identificata come angelo del focolare e madre irreprensibile dei suoi figli, in pratica come una via di mezzo tra una geisha servitrice senza compenso e allevatrice gratuita senza neanche il meritato sostegno morale.


Come si spiega che, in più di cinquant’anni di presenza femminile attiva sui posti di lavoro e di potere, l’uomo medio non si sia ancora accorto (o abbia fatto finta di non accorgersi) di nulla?

Eppure si è circondati di single felici di ogni età e in quasi tutte le fasce sociali, ovvero ragazze spesso inclini ad avere figli in solitudine pur di non dover discutere con mariti o compagni ingombranti.

Oppure donne affascinanti soddisfatte della loro indipendenza economica, socialmente ricche di contatti e maliziosamente gradevoli grazie alle palestre e ai viaggi in barba alle pesanti responsabilità familiari.

È infatti pieno in giro di uomini singles che cercano malcelatamente un nido in cui posizionarsi, spesso improvvisandosi padri di figli altrui, pur di stabilizzarsi nel desco serale in compagnia e in un letto rifatto dal mattino.
Peter Pan è già diventato donna da tempo, ma pare che finora soltanto Enrico Letta lo abbia capito; anche se lui agisce in questa direzione al preciso fine di puntare sull’aumento dei voti da parte del genere femminile, quantomeno la vera battaglia a favore contestate quote rosa la sta vincendo lui.

Donne e maschilismo: prospettive future

La critica è sempre la stessa, in parte fondata: non si può votare la donna in quanto tale perché occorre valutare anche le sue capacita professionali e le sue attitudini a svolgere il ruolo di leader.
Effettivamente, il criterio meritocratico non conosce differenze di genere in termini discriminatori, né però si può far finta di non vedere che soprattutto nelle competizioni tra uomini nelle scalate al potere si raggiungono livelli di ferocia a volte inenarrabili.

Ma di queste non se ne parla perché ci si è semplicemente abituati da sempre. Sono le donne che ancora “fanno notizia”, nonostante il fatto che i diritti paritari di genere sono “sulla carta” da più di cinquant’anni.

Eppure Marianna Madia, che ieri  si è vista sconfiggere dalla Serracchiani, ha mantenuto la sua naturale compostezza e la coraggiosa Giorgia Meloni, evidentemente compiaciuta, nella sua naturale complicità di genere, si è spontaneamente avvicinata alle “opposizioni” per chiacchierare un po’.

Cari uomini, non odiateci. Non vogliamo il potere tutto per noi. Ma facciamo “un po’ per uno” come quando giocavamo a nascondino da bambini, facendo “tana” semplicemente chi aveva più astuzia e più gambe, senza dare importanza se chi arrivava prima fosse era maschietto o femminuccia.

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