Marino, traslazione di Zaccaria Negroni: discorso di Casini

“Figura poliedrica, ascetica e nobilmente concreta”

Da sabato 1 a lunedì 3 marzo, la città di  Marino ha reso omaggio al Servo di Dio Zaccaria Negroni, primo sindaco della città dopo la Liberazione, senatore e deputato democristiano. Si è infatti celebrata la traslazione della salma dal cimitero comunale alla Basilica di San Barnaba apostolo.

Nella giornata dell'1 è avvenuta la riesumazione, alla presenza di una speciale commissione. Le sue spoglie sono state portate a spalla da un corteo di fiaccole, guidato da don Pietro Massari, lungo il Corso Vittoria Colonna fino alla Casa delle Piccole Discepole di Gesù.

Il 2, le spoglie sono state trasportate presso l’Oratorio parrocchiale e la Casa dei Discepoli di Gesù, ultima dimora di Negroni, mentre il 3 si è svolta la Santa Messa solenne officiata dal vescovo di Albano, Monsignor Marcello Semeraro insieme a monsignor Pietro Massari presso la basilica di San Barnaba. All'evento, oltre al sindaco Adriano Palozzi, e al vice sindaco Fabrizio De Santis, hanno presenziato il senatore Bernabò Bocca, il presidente di Fondazione Generali Cesare Geronzi, il deputato Ernesto Preziosi e  Manuela Miocchi (presidente Azione Cattolica di Albano), Maria Grazia Ribaldi (membro Consiglio Fondazione Pio XI per i Santi e i Beati di Azione Cattolica) e Pierferdinando Casini.

Di quest'ultimo pubblichiamo integralmente il discorso tenuto in occasione dell'evento:

"La figura di Zaccaria Negroni – ha detto il leader dell'UDC – è una figura poliedrica, profondamente ascetica e al tempo stesso nobilmente concreta e, anche se la mia parola non lo saprà onorare come meriterebbe, è doveroso mantenere vivo il ricordo degli uomini e grandi e delle loro opere. Il suo esempio rimane fermo nella memoria della comunità come egli rimase, fermo e fedele ai suoi ideali che coltivò e difese, in ogni luogo, a viso aperto. Zaccaria Negroni fu innanzitutto un uomo di azione e di preghiera, impegnato nel sociale e nella politica, sia a livello locale che nazionale, una figura eroica e indimenticabile per la comunità di Marino e non solo. Con l’esempio della sua vita ci ha insegnato che la fede è un bene immenso che non dobbiamo conservare come un dono esclusivo ed egoista ma che, essendo per sua natura diffusivo, ha bisogno di chi lo diffonda. Zaccaria Negroni si è messo al servizio della fede e si è fatto propagatore di un messaggio di carità nella consapevolezza che la Chiesa non è solo luogo di preghiera ma una casa universale, dove le persone si incontrano creando una  comunione di affetti secondo i valori della solidarietà e dell’aiuto reciproco. Una spiritualità, la sua, rivolta a Dio e agli uomini".

"Egli – ricorda l'ex presidente della Camera – fu uno degli uomini provvidenziali del suo tempo, intuì magistralmente i bisogni dell’epoca e, senza reticenze, vi porse soccorso e rimedio. La testimonianza, concreta, di quanto lo Spirito di Dio può attuare nel mondo. Al proposito alcune circostanze, tra le altre, mi sembrano paradigmatiche. Quando, appena ventenne nel 1919, scoprì l’apostolato nell’Azione Cattolica, vi aderì totalmente, con l’entusiasmo e le fatiche di chi vuole costruire la Chiesa giorno dopo giorno, nelle piccole cose che tessono la nostra vita, nelle nostre scelte di persone semplici, senza una consacrazione particolare se non quella derivante da una santità innata, in grado di attirare tanti fedeli a vivere l’identità evangelica del cristiano. Era infatti convinto che bisognasse preparare nuove generazioni, non solo di sacerdoti, ma anche di buoni cristiani laici, capaci imprimere nella società e nelle istituzioni i valori evangelici in cui credeva fermamente. La sua attività di giornalista attraverso la collaborazione a L’Apirante, rivela anche grande capacità psicologica e sensibilità dialettica e lessicale nel relazionarsi con i più giovani. E anche quando, nel 1926, il regime fascista lo condannò a cinque anni di confino per la sua fedeltà alla dottrina sociale della Chiesa e in quanto membro del Partito Popolare, egli non si piegò ma rimase fedele e coerente a un’idea diversa di convivenza civile e di impegno politico".

"Ecco, l’impegno politico. Nel 1944 – rammenta Casini – per la sua generosa attività assisistenziale e sociale svolta come Presidente del locale Comitato di Liberazione a favore degli sfollati, degli indigenti e dei feriti, Negroni viene nominato Sindaco di Marino, divenendo di fatto il Primo sindaco di Marino del dopoguerra. E anche quando, qualche anno dopo, accetterà la sfida della D.C. e arriverà a ricoprire (dal 1953 al 1963) le cariche di Senatore e Deputato della Repubblica, lo farà sempre con grande umiltà e spirito di servizio. Umiltà che in lui non fu mai un optional, ma una condizione imprescindibile, l’atteggiamento costante di chi vuole farsi costruttore di pace e di fraternità. Ancora una volta, il suo impegno nella vita pubblica viene vissuto come una missione, come adempimento di un preciso dovere nell’interesse della comunità: quello di avviare un percorso di rinnovamento contenutistico e sostanziale della politica, promuovendo i valori di una società fondata sulla solidarietà e la pace sociale, sulla cui base poggiano i paradigmi della dottrina sociale della Chiesa. In quei ruoli prestigiosi, furono ancora più evidenti la sua innata modestia, la sua intelligenza vivace, la sua personalità forte, il suo magnetismo potente e, sempre con l’attitudine dell’Ingegner Sorriso, come viene affettuosamente descritto nella sua biografia".

"Non possiamo però dimenticare – ammonisce il politico centrista – un altro aspetto fondamentale della sua esistenza: la sua dedizione totale alla formazione e all’educazione dei giovani e alle scuole di catechismo, che lo portarono a collaborare attivamente con monsignor Guglielmo Grassi, sotto la cui guida costituì il primo nucleo dell’associazione laicale religiosa Discepoli di Gesù, ancora attiva a Marino. Riflettere sull’esperienza spirituale di Zaccaria Negroni, ci aiuta a cogliere il suo entusiasmo, la sua attenzione, la sua operosità instancabile proprio per l’evangelizzazione, la formazione, l’educazione. Chi lo ha conosciuto, lo ricorda come un uomo ottimista e ricorda la serenità e la determinazione con cui sapeva spronare i giovani a superare ogni difficoltà con l’aiuto di Dio, indicando a vecchie e nuove generazioni la via dell’onestà, della giustizia sociale, della carità cristiana, della libertà e della democrazia. Un impegno che ha vissuto nel secolo scorso e che ha ancora tanto da dire a un tempo come il nostro".

"Ecco perché mi auguro – chiude Pierferdinando Casini – che questo momento celebrativo, proprio qui, nella Basilica di San Barnaba, dove il suo apostolato operoso si è lungamente espresso, non sia soltanto un ricordo di Zaccaria Negroni, ma che offra nuova linfa e vitalità alla sua lezione di vita e di pensiero e serva da stimolo a seguire il suo esempio".

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