Occhiuto vs Oliverio, quale futuro per la Calabria?

Una campagna elettorale agli sgoccioli vede contrapposti Oliverio e Occhiuto come ultima spiaggia per recuperare una Calabria in stato di coma

Siamo ormai alle battute finali di una campagna elettorale che vede trasformata una delle regioni più disastrate d'Europa in un palcoscenico mediatico che dovrà portare all'elezione del nuovo governatore.Un palcoscenico i cui protagonisti principali sono l'uscente governatore Oliverio, già in passato presidente della provincia di Cosenza, ormai continuamente in primo piano non per i suoi meriti amministrativi e di gestione della regione bensì per le inchieste giudiziarie che lo hanno visto e lo vedono coinvolto in prima persona assieme ad altri esponenti del PD regionale, in primo piano anche per le condizioni in cui versa la sanità calabrese ultimamente commissariata dal Governo nel tentativo di arginare le spese di gestione della stessa che non hanno portato, paradossalmente, ad una efficienza proporzionata al costo enorme che manager nominati dalla politica della sinistra hanno cronicizzato.

Un governatore, Oliverio, il quale, nonostante i ripetuti e continui avvisi di garanzia e coinvolgimenti in indagini della Dda di Catanzaro, si ostina in modo quasi compulsivo in proclami di ogni tipo su temi di primaria importanza per la regione. Dalla sanità ai trasporti, dagli aiuti all'imprenditoria sino all'occupazione giovanile, promesse e progetti di massima si sprecano come se i precedenti cinque anni di gestione amministrativa non ci fossero stati e i veri propositi fossero solo questi enunciati in campagna elettorale; il tutto in una situazione del PD che non è dato comprendere visto che, anche durante i passati governi di sinistra, Oliverio è stato pressoché ignorato nelle sue richieste prevalentemente legate al settore sanità. Intanto lo stesso annaspa come chi sa di essere sull'orlo del baratro ma ugualmente combatte contro i flutti di un mare in tempesta.

Dall'altro lato Occhiuto, sindaco di Cosenza e fratello dell'on. Roberto Occhiuto di Forza Italia, anche lui al centro di alcune inchieste giudiziarie, il quale, tra smentite riguardo al suo coinvolgimento nelle stesse e continue critiche per la sua gestione amministrativa del capoluogo bruzio, appare essere l'unica alternativa ad una sinistra ormai inesistente e sfrangiata; un sindaco amato e odiato, appoggiato e contrastato anche per le sue vedute, considerate da alcuni avveniristiche e da altri visionarie, che vorrebbero Cosenza come nuovo centro di riferimento della Calabria non solo dal punto di vista culturale ma anche architettonico e modernamente infrastrutturale; dalla metropolitana di superficie, oggetto di critiche e opposizioni, al tentativo di riavviare una campagna di scavi archeologici per il ritrovamento della tomba e del tesoro di Alarico, anche questo progetto apparentemente avversato criticato e ostacolato oltre che stoppato, sono tutti opere e progetti che non si comprende bene se essere proficuamente realizzabili e arricchenti per il territorio o solo frutto di un architetto visionario e disconnesso dalla realtà come molti vogliono mostrare.

In questo clima la Calabria si avvia verso un nuovo e forse ultimo tentativo di rinascita, o meglio di salvezza, che dovrebbe permettere l'utilizzo di risorse culturali, paesaggistiche, turistiche attraverso un potenziamento infrastrutturale che finora non è stato nemmeno pensato mentre avrebbe dovuto essere già realizzato; una rinascita che consenta ai tanti cervelli che emigrano in altre regioni se non, addirittura, all'estero di restare nella propria terra consentendo alla stessa di evolversi per come dovrebbe e per come è giusto avvenga; una terra culla della Magna Grecia che ha dato i natali a santi e papi, a luminari della medicina e delle scienze storiche ma che, oggi, versa in uno stato letargico che nessuno sa se mai cesserà.

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