Oro per Cassino alle Olimpiadi di italiano

La finale si è disputata il 27 aprile a Palazzo Vecchio a Firenze

Chi l’ha detto che i giovani d’oggi sono senza speranza?
Chi l’ha detto che per i giovani d’oggi l’unica cosa che conta è uno smartphone e qualche tag selvaggio durante un aperitivo?

Nell’era di Facebook, Twitter, degli e-book e delle parole abbreviate per conquistare spazio negli sms, c’è ancora chi l’italiano tenta di salvarlo.
Perché il congiuntivo non è una malattia, e i nostri ragazzi lo sanno.
Perché l’italiano è la lingua più affascinante del mondo, la più complessa e la più romantica.
Perché abbiamo a disposizione un vocabolario di cui si conosce l’inizio, ma non se ne individua la fine, che si compone di termini che ci regalano mille sfaccettature diverse.
Tanti modi di dire, quanti sono le anime che popolano la nostra Penisola. Tutte diverse, eppure tutte uguali.

Se chiedete ad un inglese che sensazioni prova sentendoci parlare, vi risponderà che gli sembrerà di ascoltare una canzone. E questo la dice lunga sulla musicalità della nostra lingua.

Nell’era dei reality show e della moda della parolaccia perfino in prima serata, ci pensano loro, i nostri studenti a riportare in auge l’eleganza di una lingua che non muore, non può morire. E che fa invidia a tutti.

Sono Alessandro Tosatto (Padova – Liceo Ginnasio Statale Tito Livio) per il biennio, e Beatrice Vano (Cassino, Frosinone – Liceo Classico Giosuè Carducci) per il triennio, i vincitori della terza edizione delle Olimpiadi di Italiano.
Per gli studenti del biennio delle scuole all'estero, i primi in classifica sono Marta Gentili (Madrid – Scuola Statale Italiana) per il biennio, e Luca Aufiero (Madrid, Scuola Statale Italiana) per il triennio.

Si tratta di una gara di eccellenza, a suon di regole grammaticali e colpi di sintassi, organizzata dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Accademia della Crusca, che si è disputata a Firenze.
E dove, se non nella patria di Dante? Dove se non nella culla del Rinascimento Italiano? Dove se non a casa dei Medici? Dove, se non nella città che ha dato i natali a Niccolò Machiavelli?

La gara si è svolta nello storico Salone de’ Dugento, a Palazzo Vecchio.
64 partecipanti in tutto, ragazzi di tutta Italia (e non solo) selezionati fra 600 scuole e 12 istituti all’estero, divisi in due categorie: da una parte gareggiavano gli iscritti al biennio della scuola media superiore, dall’altra gli iscritti al triennio.
Prima della finale, che si è tenuta il 27 aprile, i partecipanti hanno dovuto svolgere prove preliminari provinciali e interprovinciali.

Alla premiazione erano presenti il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il cantautore Roberto Vecchioni, tra i promotori dell’evento, e tutti gli organizzatori, l’assessore comunale all'educazione Cristina Giachi, la direttrice generale del Miur Carmela Palumbo, la presidente dell'Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio, la presidente dell'Associazione per la Storia della Lingua Italiana Rita Librandi.

"Vi auguro di essere sempre capaci di scommettere su voi stessi, e di non aver mai paura di sfidarvi", ha dichiarato il sindaco di Firenze al momento della consegna delle medaglie.
"C'è una generazione, la vostra, in cui si può avere fiducia – ha continuato Renzi – Viviamo in un tempo in cui si ha paura della competizione: ma l'articolo 3 della Costituzione non dice che tutti devono arrivare allo stesso punto, bensì che tutti devono poter partire dallo stesso punto".
"C'é un'aria strisciante di rassegnazione nel nostro Paese – ha concluso – ma a me piace pensare che, anche partendo dal vostro esempio di ragazze e ragazzi che si mettono in gioco, non solo l'Italia possa fare l'Italia, cioè il suo mestiere di Paese capace di suscitare bellezza, ma anche che Firenze possa fare Firenze, ovvero un luogo dove non solo fioriscono le idee, ma anche le possibilità e le opportunità. Vi auguro di essere all'altezza dei vostri sogni".

Secondo le dichiarazioni di Nicoletta Maraschio, questa "è una manifestazione che sta crescendo. Diventare campioni di italiano non è' facile. Forse è più semplice diventare campioni di matematica o latino perché l'italiano è una lingua in movimento che sta cambiando molto".

Lascia un commento