Renato Crotti arrestato per pedopornografia: aveva tariffario per richieste hot

Dai 5 ai 7 euro per foto del minore nudo; fino ai 150 euro in caso di richieste più hot: Renato Crotti arrestato per pedopornografia

Renato Crotti

Renato Crotti

Volto noto in tutta la provincia cremonese per aver gestito l’Associazione Uniti per la provincia di Cremona, la onlus nata nel marzo dello scorso anno con la finalità di raccogliere i fondi dei cremonesi a sostegno di ospedali e istituzioni impegnati nella lotta contro la pandemia Covid-19. Renato Crotti, 55 anni, è stato accusato di uno dei reati più odiosi del codice penale: la pedopornografia.

L’accusa

Secondo l’accusa, Crotti aveva infatti creato un falso profilo social (si faceva chiamare “Federica Banardi”) per adescare minorenni. Il chat agganciava i ragazzini, per lo più sedicenni, per scambi di video, foto, materiale pornografico e per incontri a sfondo sessuale. Fatti che risalgono al periodo che va dal 2018 all’ottobre di un anno fa. Un giro delinquenziale emerso grazie a un’indagine parallela. Crotti era infatti già “attenzionato” da tempo dalla Procura di Cremona per associazione a delinquere finalizzata a sottrarre 250mila euro dalla onlus.

L’arresto

Così alle 19:00 di ieri, sabato 23 ottobre, la Guardia di Finanza ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Brescia su richiesta dalla Procura di Brescia, competente per questi reati sul distretto di Cremona. Crotti, appena ha visto le divise dei finanzieri ha capito di essere stato smascherato ed ha avuto un mancamento. Ma, dopo qualche ora al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Cremona, è stato portato nel carcere di Cà del Ferro. Il filone sulla pedopornografia nasce dall’inchiesta relativa ai soldi rubati alla onlus. 

Le testimonianze

In particolare, dalle dichiarazioni allora rese da una persona coinvolta da Crotti per effettuare lavori pagati con i soldi della Associazione. Allora, la persona raccontò di aver avuto con Crotti un rapporto non solo esclusivamente di lavoro. Riferì di aver avuto scambi di prestazioni sessuali negli anni passati, quando frequentava il terzo o il quarto anno delle superiori e, dunque, era ancora minorenne. Tra l’altro nei bar a Crema circolavano “voci strane” su Crotti. Persona benestante, con “gusti sessuali abbastanza particolari”. “Un mio amico del bar – fece mettere a verbale il supertestimone – mi disse che se avessi voluto comprarmi delle scarpe nuove ed avessi avuto bisogno di soldi, avrei potuto assecondare alcune fantasie del signor Crotti”.

Il tariffario per le foto

Crotti aveva anche un tariffario. Ad esempio, pagava dai 5 ai 7 euro per la fotografia ritraente il minore nudo. La cifra saliva in caso di richieste più hot: 50-70-150 euro. Gli incontri avvenivano la sera tardi nel Cremasco. A volte nel parcheggio “la buca” di viale Santa Maria, a circa 400 metri dal centro, altre in mezzo ai campi di Castelleone o in un garage.

Le dichiarazioni del gip

Per il gip, la misura del carcere è la sola in grado di “contenere la spinta criminale (di Crotti), estremamente elevata, se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l’assoluta assenza di autocontrollo, perché la ricerca di minori da utilizzare per il soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali ha avuto luogo in ogni occasione utile, senza sosta e senza alcun tipo di limitazione”.

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