Rieti, ripetute violenze ai medici: ecco la videosorveglianza al De Lellis

Il Presidente della Regione Lazio ha annunciato l’adozione di un pacchetto di misure per garantire la sicurezza degli operatori sanitari

Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti

Ospedale San Camillo De Lellis di Rieti

Risale a circa tre settimane fa l’ultima violenza perpetratasi all’ospedale San Camillo De Lellis di Rieti. A subirla, in quella circostanza, fu un operatore che governa il flusso dei visitatori al nosocomio del capoluogo reatino. La vittima perdonò l’aggressore in quel caso, ma il tema della sicurezza all’interno dei presidi ospedalieri resta caldo. A questo proposito, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha annunciato l’adozione di un pacchetto di misure teso a garantire la sicurezza degli operatori sanitari.

Le misure da adottare

Le misure da adottare in caso di violenze e aggressioni sono tante e diverse: dalla denuncia d’ufficio da parte della Asl ai danni di chi offende medici e infermieri ai presidi di polizia presenti nei nosocomi, all’implementazione delle misure di vigilanza diretta, con personale, e indiretta avvalendosi di telecamere e videosorveglianza.

Sul territorio, come riportato da Il Messaggero, nelle scorse settimane si era già attivato un sistema per prevenire e scongiurare casi di brutale violenza. Ad esempio il 12 marzo, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, la Asl aveva deciso di far partire in tutte le sue articolazioni territoriali degli info-point rivolti a personale sanitario e cittadini per sensibilizzare sul tema.

Il parere della Asl

La direttrice sanitaria della Asl di Rieti Assunta De Luca – nelle parole riportate dal quotidiano Il Messaggero – si è così espressa in relazione a questo deplorevole fenomeno: “Da tempo abbiamo attivato un piano interno per la prevenzione degli atti di violenza ai danni degli operatori che non riguarda solo il pronto soccorso, anche se il pronto soccorso è sicuramente il luogo in cui se ne verificano di più“.

Al di là del presidio di polizia presente in ospedale e delle attività di vigilanza messe a punto con la Prefettura – continua la De Lucaa livello locale è nata comunque l’esigenza di mettere in campo un’organizzazione funzionale che sta dando i suoi frutti grazie a un’azione sinergica messa in campo da Prefettura, Asl e forze di polizia basata su formazione e informazione. Nei prossimi mesi verrà ulteriormente implementata“.

Il supporto fisico e psicologico al personale

Oltre all’attività preventiva e informativa, nonché di sensibilizzazione, per arginare la piaga di questo sempre più frequente fenomeno, c’è poi il tema del supporto fisico e psicologico che l’azienda non fa mancare al suo personale.

Noi siamo vicini al nostro personale quando è vittima di aggressioni e casi di violenza. L’operatore sanitario aggredito – spiega e rassicura la direttrice sanitaria De Luca viene subito preso in carico e affidato a percorsi interni dell’azienda che possano sostenerlo anche psicologicamente. Inoltre, siamo poi pronti ad adeguarci immediatamente alle iniziative che verranno prese a livello regionale rispetto a questa problematica“.