Ronzulli premiata capogruppo al Senato mentre in Italia sono 6 milioni i poveri

E’ stato risolto il problema Ronzulli dunque, piuttosto che trovare una strategia per superare il dramma economico del Paese

Licia Ronzulli

Licia Ronzulli

La notizia di oggi è che Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi avrebbero fatto pace. Il condizionale, nei governi di coalizione in Italia, è da sempre un obbligo. Sino alla puntata della telenovela seguente, perché di magico non esiste nulla.

Show di varietà in Parlamento in attesa del nuovo Governo

Armonica assonanza su tutta la linea, l’orchestra di Giorgia Meloni starebbe per lanciare il razzo nello spazio: corredata dalle armate di Salvini, Berlusconi e un invisibile LupiHey ragazzi! Ci sono anch’io.

In apparenza quindi, ricucito con un’ora di sereno e costruttivo colloquio nella sede di Fratelli d’Italia, lo strappo dei giorni scorsi sulle votazioni di Camera e Senato. Da un concreto programma di Governo, sino ai completini eleganti da esibire duranti i colloqui al Quirinale e la posizione all’uscita dalla sala delle Consultazioni, con Lupi dietro. Hey ragazzi! Ci sono anch’io.

Nemmeno in presenza di Russel Crowe, Ambasciatore di Roma nel mondo, cotanta abbondanza di paparazzi. Esibito sui titoli di coda dell’incontro, per gli avidi flash, un sorriso di circostanza di Giorgia e Silvio, tra il melenso e l’incredulo, con dichiarazioni adipose e stantie, a cui loro due per primi non credono.

Tutto ciò, solo il giorno dopo aver assistito a uno spettacolino di varietà indecente sui banchi e le retrovie del Senato tra cariche dello Stato, badanti e Presidenti, sulle note di uno squallido e vetusto motivetto …no, no, no, il Ministero non te lo do…

Sulla via della risoluzione la vexata quaestio che aveva tenuto gli Italiani tutti col fiato sospeso: sul filo del rasoio, Ronzulli si, Ronzulli no … lo spinoso nodo sarebbe stato egregiamente superato.

Le priorità del Paese

Il problema Ronzulli dunque, piuttosto che quale strategia per superare il dramma economico del Paese?

Proprio lei, la neo senatrice soprannominata dai maligni, la badante del Cavaliere, per il suo solido passato di infermiera, per le sue presunte responsabilità sull’organizzazione delle feste danzanti ad Arcore e per la vicinanza morbosa al Cavaliere, si sarebbe tirata fuori con un laconico: il mio nome non è mai stato sul tavolo.

Berlusconi l’ha ricompensata con un posto di Capogruppo al Senato. Nota bene: arriva notizia che scalpitano già, pronti ad uscire dal Partito, alcuni parlamentari eletti in Forza Italia.

Di riffa o di raffa, il collante dell’accordo potere a tutti i costi, starebbe per saldare il coccio nuovo ma già rotto.

Sino a quando? Il Parlamento saprà. Alla prima conta il Parlamento dirà. O forse no, ci siamo sbagliati. La notizia è quest’altra.

Aumentano ancora i banchi alimentari, come le dispense di pacchi, ovunque, nel nord industriale come nel sud dei bagni a mare a Ottobre, sempre più preoccupante il numero delle famiglie italiane che cadono, precipitano in povertà.

In Italia 6 milioni di poveri assoluti

Si procede a vele spiegate verso i sei milioni di poveri assoluti, il dato nuovo inquietante è che le organizzazioni di raccolta cibo in prossimità di scadenza dalle catene di largo consumo, sono seriamente preoccupate dalla scarsità di prodotti che vengono loro fornite.

Emergenza: i clienti dei supermercati infatti mirano sempre più al momento dell’acquisto a scegliere questi prodotti sulla via del deterioramento, perché scontati.

Stiamo scivolando sempre più all’indietro, un baratro in retromarcia. Come la retromarcia di un Governo occidentale, quello britannico, che nell’arco di una notte ha pensato bene di rinsaldare le tasse ai più ricchi, per un attimo solo di follia, tagliate.

Chi ha, oggi deve dare di più di ieri. Impossibilità di far fronte alle bollette, rincari generali, inflazione a 360 gradi, il tutto morde, finirà per sbranare chi si trova oltre quella linea.

Adesso viene il brutto non il bello, dopo i siparietti e i sorrisi di circostanza la politica riuscirà a fare il suo? Vien voglia di non credere alle magie.