Sapienza: gli studenti hanno paura di parlare

Class action coordinata dall’Udu per una tassa ingiusta

Università La Sapienza di Roma- Gli studenti, coordinati dal sindacato dell'università (Udu), stanno preparando una class action contro il pagamento di una tassa obbligatoria di 10 euro per il controllo dei requisiti che consentono l'accesso ai corsi di laurea magistrale. Se uno studente, con un diploma di laurea di primo livello in Lettere, decide di specializzarsi nello stesso corso di studi correlato, deve pagare ugualmente la tassa per il 'controllo requisiti'.

"E' una somma di denaro non dovuta, in quanto non vi è legato nessuno servizio aggiuntivo" -afferma l'avvocato dell'Udu Michele Bonetti-. Anche alcuni addetti allo sportello del Sort (servizio orientamento tutorato) affermano che è soltanto un modo per fare cassa: "Quale motivo avrebbe uno studente, dopo tre anni di formazione, di pagare per un eventuale controllo? Si presume che dopo la laurea triennale, le competenze di base siamo state acquisite… A volte il controllo consiste in una semplice mail di conferma".

Dal Rettorato dell'Università si risponde che "il pagamento deve essere effettuato per la gestione di tale servizio, in vigore dal 2004. Comunque questa tassa non è obbligatoria, in altre università; e nella maggior parte dei casi, questo servizio, è solo un pro-forma".

La richiesta del coordinatore nazionale del sindacato -Michele Orezzi- è di restituire il 50% agli studenti e di destinare la restante metà per l'assegnazione di borse di studio.

Ma questa non è la sola anomalia in tema di pagamenti e tasse: da alcune testimonianze di studenti iscritti alla facoltà di infermieristica de La Sapienza, la situazione non è delle migliori: "Ci sono corsi in cui i professori bocciano arbitrariamente e senza giusta causa decine di studenti, anche per sei volte consecutive. In questo modo rischiamo di andare fuori corso e la retta universitaria -per gli studenti fuori corso- aumenta in modo consistente. In più -aggiunge uno studente- i professori sono irreperibili e, talvolta, rispondono in malo modo. Come facciamo noi a laurearci in tempo se i professori sono i primi che ci mettono i bastoni tra le ruote? Ci sarebbe tanto altro da dire, ma il problema è che le persone non parlano per paura di complicarsi la vita".

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