Artena, Tra apatia e provincialismo; le colpe dei politici

persone normali con il ‘sale in zucca’ possono benissimo affrontare e dibattere su tali argomenti, che ci riguardano

Riceviamo e Pubblichiamo:

Prendendo spunto dall’articolo di Manuel Mancini sul QdL, sull’assenza di comitati per il SI e per il NO, rispetto al referendum di riforma Costituzionale, credo sia giusto esporre una valutazione sull’analisi dell’articolo, ma non solo. Mancini, si domanda come mai ad Artena ancora non si costituiscono dei comitati, per sostenere e spiegare ai cittadini le motivazioni pro la riforma e contro la riforma; la domanda è lecita, proviamo a ragionarci sopra. 

In generale, questa assenza evidenzia una debolezza democratica e partecipativa della nostra comunità, spesso, incapace di appassionarsi a problematiche generali e politiche che escano fuori dal nostro territorio. Non penso sia un genetico disinteresse dei cittadini, ma, il cattivo frutto prodotto da politici e organizzazioni politiche che hanno sempre fatto di Artena, l’ombelico di tutto, non capendo, che invece una cittadina può crescere solo se si apre all’influenza degli altri, in tutti i sensi. La mia non è un’accusa, non serve, è invece una ponderata riflessione sull’apatia culturale del nostro paese, o meglio, sulla mancanza di curiosità ad allargare lo sguardo, per cercare di diventare una cittadina più vivace e partecipativa. 

Di sicuro molti diranno che, invece c’è un forte associazionismo, eventi ormai istituzionalizzati come il Palio e il recente Live Artena sono li a dimostrarlo, tutto vero e lo trovo importante, ma sempre il nostro ombelico guardiamo! E’ importante farlo, ma, se insieme non hai la curiosità di guardare fuori e cercare di capire come va il mondo – in senso vario – se non rifletti sulla città e sulle sue debolezze strutturali, Urbanistiche, Commerciali, Culturali;  come si fa ad iniziare un processo democratico e partecipativo? Semplicemente non si fa.

La polemica contro le liste civiche e i feudatari della politica, portata avanti con il libro “le occasioni perdute del PD”, al di la della contingenza polemica contro i ‘gattopardi’ (Angelini, DeCastris), nel profondo veniva presa di mira l’intera classe politica e rappresentativa della città, del passato e del presente per l’incapacità, di rendere Artena più aperta agli influssi esterni,  di aiutarla ad emanciparsi da un provincialismo che tende ad opprimere le novità e le aperture. Per uscire da quest’apatia serve, ma non basta, un personale politico non provinciale, cioè non concentrato solamente sull’ombelico di Artena, tra polemiche e polemicuccie.

La cosa principale, mi sembra, che vogliano primeggiare nel loro villaggio se poi il villaggio rispetto agli altri resta indietro, pazienza. A proposito del manifesto a sostegno delle ragioni del SI, da me singolarmente fatto affiggere, la spiegazione della mia ‘solitudine’ è l’assenza d’iniziativa del Circolo del PD.  Dopo le dimissioni di Martini e per i motivi da cui sono scaturite – ho scritto 5 articoli pubblicati sul QdL sull’argomento – il Circolo, non è stato in grado di fare alcunché, perché Il segretario provinciale ha fatto capire chiaramente che non voleva un Circolo che potesse disturbare l’amministrazione Angelini. Se, il direttivo avesse avuto forza e coraggio, avrebbe chiesto le dimissioni di Maugliani e di tutta la segreteria provinciale che, ha operato contro il Circolo a favore di una lista civica imbottita di ‘altro’ dal PD.

Quindi, l’assenza di un comitato per il Si dipende da questo sfilacciamento e da interessi di chi pensa a come organizzarsi per il futuro, cercando di non infastidire i vari feudatari locali e provinciali. Adesso sembra, non ne sono certo,  che il Circolo sia commissariato; sto intuendo, un disegno nazionale per ‘buggerare’ Renzi al prossimo congresso. Si tenterà di farlo, operando sullo Statuto con due modifiche opportune:

1) Elezione del Segretario da parte dei tesserati (i circoli commissariati possono essere utili in vista di un tesseramento per eleggere il segretario nazionale).

2) Separazione dei ruoli tra Segretario del PD e candidato presidente del consiglio.  Questa è la strategia, nemmeno molto velata, di cui Bersani e D’Alema sono i promotori. Ovviamente, gli stessi hanno tanti seguaci nelle strutture periferiche del partito, quindi le cose che avvengono non sono per caso, ma pian piano si delineano chiaramente, a chi vuol vedere.

Tornando ad Artena, pensavo e penso, fosse doveroso esporre le ragioni del SI in un manifesto. Ragioni, argomentate da cittadino cosciente, perché la Costituzione è troppo importante per lasciar parlare solo i professori e deputati. Le persone normali con il ‘sale in zucca’ possono benissimo affrontare e dibattere su tali argomenti, che ci riguardano.

renatocentofanti@libero.it

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