Calenda: Percepisci reddito? Aiuta a pulire Roma. Si ripristini lo spazzino di quartiere

“Credo si possa chiedere a chi percepisce il reddito di cittadinanza, di collaborare alla pulizia della città”

Operatore ecologico

Operatore ecologico

“Io credo che si possa chiedere, senza ledere la dignità di nessuno, a chi percepisce il reddito di cittadinanza ed è in grado di farlo, di collaborare alla pulizia della città. Mezza giornata di lavoro, con integrazione salario.

Spazzino di quartiere

Ripristiniamo la figura dello spazzino di quartiere. Presidio di decoro”. Lo ha dichiarato in una nota, Carlo Calenda, candidato sindaco a Roma . (Com/Uct/ Dire)

La proposta avanzata da Calenda prevede un miglioramento del servizio di spazzamento attraverso il rafforzamento del legame con il cittadino e con i quartieri della città. Lo spazzino diventerà una presenza quotidiana  nei quartieri e fungerà anche da “sentinella ambientale” della zona a lui affidata.

“Piano rifiuti e pulizia urbana”

“Piano rifiuti e pulizia urbana” è il documento realizzato da Calenda e dal suo partito Azione, dove sono riportati i passaggi e le strategie per affrontare e risolvere il problema dei rifiuti nella Capitale. La situazione della città di Roma, si legge nel piano del candidato sindaco, è un “disastro gestionale”: metà delle “strade non sono spazzate a sufficienza” e “due terzi degli utenti dichiarano che l’immondizia viene raccolta in ritardo (il 67%)”.

Mandare i rifiuti fuori Roma

“Sprechiamo 170 milioni di euro all’anno per mandare i rifiuti fuori Roma” tramite “163 tir che ogni giorno vengono mandati in 55 siti differenti sparsi in 8 regioni d’Italia”, si legge nel documento.

Perché questo trasferimento? Roma, a differenza di tutte le altre capitali europee, non ha impianti dove smaltire i rifiuti. Da considerare anche l’assenteismo dei dipendenti Ama, un fenomeno che è il doppio della media nazionale del settore (15%). E proprio per questo “servizio scadente – si legge – le imprese, come bar, ristoranti, negozi e albergo, pagano il doppio di Tari rispetto alla media nazionale”

In cosa consiste il piano di Carlo Calenda? Un programma in quattro punti articolato in due fasi: “adottare soluzioni temporanee per gestire subito l’emergenza; e nel frattempo investire per risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti a Roma”, è scritto nel documento.

Pulire strade e marciapiedi, e realizzare un piano straordinario di pulizia della città della durata di 12 mesi per un valore di circa 38 milioni di euro. Queste le basi del primo punto. “ll piano è una terapia d’urto che si finanzia risparmiando sui tanti sprechi di Ama ed è basato su quattro pilastri: spazzamento supplementare delle aree pubbliche; rimozione delle erbe infestanti; cancellazione delle scritte vandaliche; raccolta foglie per la stagione autunnale”.

Incremento dei cestini

Un piano straordinario che contempla anche l’aumento dei cestini: Roma infatti ha circa la metà dei cestini per abitante rispetto a Milano: 9 cestini ogni 1000 abitanti di Milano, contro i 4,8 cestini ogni 1000 abitanti di Roma. “Vogliamo raddoppiare il numero di cestini, passando dagli attuali 13,5mila a 27mila, al costo complessivo di circa 7 milioni di euro”, continua il documento del leader e fondatore di Azione.

Gli impianti

E sul controverso argomento degli impianti: “Roma produce 2.600 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati ma non è autonoma per il pre-trattamento di questi rifiuti”, spiega il documento. La città deve quindi affidarsi a impianti terzi per soddisfare il proprio fabbisogno di pre-trattamento e quando questi impianti smettono di funzionare per via di guasti o manutenzione, si genera una crisi della raccolta e quindi i cassonetti rimangono pieni.  Realizzare gli “impianti a Roma per evitare queste emergenze una volta per tutte” è pertanto l’obiettivo centrale del Piano di Azione.

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(Com/Uct/ Dire)

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