Casalotti dedica un’area verde al campione della Lazio Felice Pulici

Un uomo come Felice Pulici ci racconta un altro calcio, portatore dei migliori valori umani, entusiasmo, generosità, solidarietà, esempio

Felice Pulici, Franco Melli

Felice Pulici, Franco Melli

Non il cemento e né il marmo ma un’area verde, il colore della sua vita, lo stesso dell’erba nella quale si tuffava… Non poteva essere diversa la scelta fatta dalla Commissione Trasparenza del XIII municipio che ha deliberato, all’unanimità, di intitolare in via della Cellulosa, zona Casalotti, un’area verde all’ex portiere della Lazio, il grande, immenso Felice Pulici, ex portiere e ex dirigente della Lazio scomparso nel dicembre 2018 poco prima di compiere 73 anni.

Grandissimo calciatore e inarrivabile esempio di umanità e generosità dimostrata con le molteplici iniziative avviate a fine carriera agonistica. È stato prima una persona e poi un personaggio, affezionato come pochi altri alla comunità e alle esigenze delle persone più fragili, sempre pronto a sostenerle con una forza eccezionale, con la sua presenza, la sua fisicità e il suo sorriso che mille volte ha sfoggiato per rassicurare e incoraggiare i più deboli.

Felice Pulici e Andrea Koveos
Felice Pulici e Andrea Koveos

Il sorriso di Felice Pulici, nella foto con il giornalista Andrea Koveos

Era inevitabile che questa splendida iniziativa fosse supportata anche dal Presidente del CONI Lazio, Riccardo Viola (felice aveva ricoperto la carica di vicepresidente), unitamente al suo ex compagno di squadra Giancarlo Oddi, al Presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni e soprattutto al segretario generale della FSSI ( Federazione Sport Sordi Italia) Fabio Gelsomini, alla quale Felice ha dedicato tempo ed energie con una passione travolgente.

Pulici, ultimo rappresentante della categoria portieri dalle mani nude, a dimostrazione del fatto che amava toccare senza nessuna schermatura tutti gli elementi naturali del Calcio di quei tempi, il cuoio del pallone, il legno dei pali e delle traverse di innumerevoli porte che ha difeso e il terreno di gioco, erba e fango da portare negli spogliatoi alla fine delle gare che tante volte lo hanno visto protagonista assoluto.

Avvocato, laureato chissà con quali enormi sacrifici, ma con l’idea fissa di essere sempre utile alla sua amatissima Lazio come dirigente con Giorgio Chinaglia presidente, poi con Sergio Cragnotti e infine con Claudio Lotito, fino al 2006. Ma andava fiero anche e soprattutto di aver imparato in tempo record la LIS, la lingua dei segni, per poi diventare egli stesso Presidente della Federazione Sport Sordi e dirigente regionale del CONI.

Chi lo ha conosciuto di persona si è reso conto che, anche in un ambiente come quello del Calcio, dove l’apparire a volte è più importante dell’essere, si possono, anche se raramente, incontrare persone di uno spessore notevole come Felice Pulici. Cattolico convinto, che citava a memoria passi relativi alle opere di Sant’Agostino del quale abbracciava la stessa fede e anche gli aspetti filosofici che lo caratterizzano. E chissà quanto sia stato di conforto tutto questo negli ultimi drammatici giorni che hanno preceduto la scomparsa del grande campione.

La carriera di Felice Pulici

Della sua carriera sportiva si è detto tutto e di più, dai suoi inizi all’Albiate, poi nelle giovanili del Lecco, poi al Novara in serie C e poi in B. Poi l’apoteosi con la Lazio di Maestrelli e del presidente Lenzini, lo storico scudetto del 73-74…poi Monza e Ascoli sempre da protagonista.

A Roma, quartiere Casalotti, dove viveva il campione, giovedì 26 ottobre del 2023 alle ore 16, in via della Cellulosa, di fronte al numero 50, si scoprirà la targa che ricorderà per sempre e a tutti che la nostra società, così dilaniata da mille problematiche sociali, politiche e economiche, ha ancora la forza di ricordare un uomo di sport che ha saputo veicolare la sua professionalità e il suo carisma verso i binari difficili di un treno che passa raramente, quello della solidarietà. Grazie Felice, grazie di tutto.