Cerci, fidanzata fa retromarcia su Inzaghi: “Nessuna polemica”

“Ho detto quelle frasi in un contesto scherzoso come Quelli che il Calcio e comunque un pizzico di amarezza ci sta”

"In un contesto scherzoso come 'Quelli che il Calcio' un pizzico di amarezza per il mio fidanzato ci può stare…senza la minima polemica! Come ho detto anche ieri in puntata la cosa più importante sono i 3 punti portati a casa! #acMilan#avantilaprossima#avanti".

Smorza così il caso Federica Ricciardi, fidanzata artenese di Alessio Cerci, il talento di Valmontone che per il momento non sta riuscendo a trovare il rilancio sperato al Milan, dopo essere tornato in Italia dall'Atletico Madrid, proprio perché non trovava spazio tra i "colchoneros" allenati da Diego Pablo Simeone. Tra i rossoneri, tuttavia, Cerci continua a fare panchina e la fidanzata, peraltro non nuova a delle sortite sulla sua situazione calcistica, si era sfogata in diretta alla trasmissione "Quelli che il Calcio".

"Non ha senso – aveva affermato senza giri di parole– che Inzaghi lo metta alla fine. Alessio sta bene, quindi…". Quindi dovrebbe giocare titolare ma la cosa non è automatica, soprattutto ora che Inzaghi è passato al 4-3-1-2, nel quale partono davanti Bonaventura, Menez e il nuovo acquisto Destro. Cerci ha dimostrato di saper giocare anche da seconda punta, e non solo da attaccante esterno, ma Inzaghi preferisce affidarsi alla solidità di Bonaventura, all'estro di Menez e alla potenza e ai colpi di Destro, che per la verità si sono visti soltanto a sprazzi sinora.

Ma probabilmente simili argomentazioni tattiche annoiano e non convincono le fidanzate o le mogli dei calciatori, che in più di un'occasione sono scese al fianco dei loro ragazzi per criticare le scelte dei loro allenatori: basti pensare, per esempio, a Pazzini, Antonelli o Cassano. Così funziona il calcio ai tempi dei social network. E pensare che era solo la scorsa estate, quando Cerci lasciò il Torino per l'Atletico Madrid e Federica Ricciardi scrisse un altro tweet al veleno, nel quale si congedò dall'Italia, dando l' "addio alla Serie A", per recarsi nel "calcio che conta". E' chiaro, a questo punto, che, nella sua ottica, se Cerci fa panchina nel calcio che non conta, qualcosa non va.

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