Cinghiali e nutrie a Terracina: siamo in guerra con la natura

Ci sono animali che si ammaleranno, aumenteranno gli incontri con cani e gatti ed è probabile che qualche virus provochi infezioni pericolose

Cinghiale

Col tempo aumenteranno le specie selvatiche che vengono a vivere in città. Ci saranno animali che si ammaleranno, aumenteranno gli incontri con cani e gatti, con altre specie domestiche e probabile che qualche virus salti da una specie a un’altra provocando infezioni pericolose o che si debba ricorrere all’abbattimento di più di un individuo.

Di fatto la soluzione non c’è. O noi o loro. Viverci insieme non siamo capaci. La maggioranza dell’umanità non ama gli animali. Dice di amarli ma non li conosce, non sa niente delle loro abitudini, di come vadano trattati. Per noi questi animali dovrebbero essere come quelli di peluche che compriamo a Natale per i nostri nipoti. Dove li metti stanno. Non fanno rumore, non sporcano, non mangiano, non fanno bisogni, non mordono. Noi non capiamo loro e loro ci temono. Sempre meno, direi. Ormai i cinghiali passeggiano tra marciapiedi e auto parcheggiate, in cerca dell’immondizia in cui gettare i loro nasi sopraffini.

A Terracina scatta l’allarme cinghiali e nutrie

A Terracina (Latina) però è venuto il momento di decidere che fare con i cinghiali che entrano in città. Un fenomeno assai diffuso nel Paese. Ora ai suini si aggiungono anche le nutrie. Un vertice si è tenuto presso l’ufficio dell’Assessorato al Demanio Marittimo e Suap, Area Commercio e Agricoltura e vi hanno preso parte tutte le autorità interessate al problema, per fare il cosiddetto punto della situazione, comprese quelle dell’Ente Parco e i rappresentanti dei Guardiaparchi. Non tanto perché fermino i selvatici prima di attraversare un confine invisibile, tra zona selvaggia e zona abitata, ma per capire come ci dobbiamo comportare con questi irragionevoli esseri viventi e come impedire che questa invasione prosegua.

Prima violentiamo la Natura e poi ci lamentiamo quando si riprende ciò che è suo

Succede come quando costruiamo case, scuole e strade nell’alveo dei fiumi e poi, quando la piena un brutto giorno viene e spazza via tutto, facendo una strage, gridiamo alla tragedia non prevedibile e la chiamiamo disgrazia. Era invece prevedibilissima e i condoni non ci hanno messi al riparo dalla furia della natura. Quando decide di riprendere quello che è suo lo fa senza chiedere scusa. O decidiamo una volta per tutte di smetterla di violentare il territorio e ci adattiamo alle condizioni che ella ci impone, come per qualsiasi altra specie animale o soccomberemo, non s’è mai visto che l’uomo l’abbia avuta vinta con Madre Natura e mai succederà.  

La responsabilità è nostra che occupiamo i territori dei selvatici e poi ci dà fastidio che vengano nel nostro giardino

L’uomo costruisce case, strade, fattorie, ville, agriturismi e occupa costantemente le aree abitate dai selvatici. I loro spazi sono sempre più ristretti e oltretutto, cercare cibo tra la spazzatura è anche più facile e conveniente per un cane randagio, figuriamoci per un cinghiale, o lupo, o altro animale. Tra le ipotesi analizzate quella della sterilizzazione o le reti elettrificate. Perché quando sorge un problema con la natura la prima cosa che pensa l’uomo è come fermarla, non come evitare di molestarla. Invece di non costruire la casa nell’alveo noi erigiamo un muro di difesa, un argine. Ma non basterà.

Anzi quell’argine aumenterà la forza della violenza dei detriti e del fango. Non siamo mai noi i colpevoli, sono gli animali che devono essere abbattuti, sterilizzati, imprigionati in recinti sempre più limitativi del loro raggio d’azione e per la loro sopravvivenza. Quando poi le specie si riducono, spariscono, vengono estinte dalla nostra presenza, allora le stesse persone si preoccupano e ci si pone la domanda inversa, come reintegrali.

La Natura ha dalla sua una cosa che non abbiamo: la pazienza e miliardi di anni di vita sul pianeta

Purtroppo un animale estinto, come una pianta è un tesoro di biodiversità che sparisce per sempre. Non siamo al cinema e non c’è lo scienziato che con la clonazione recupera i dinosauri. Pure se fosse possibile farlo non esisterebbero le condizioni per una vita nel rispetto reciproco. Sarebbe guerra. Perché questo noi sappiamo fare per risolvere i problemi: la guerra. La guerra ai fiumi, alla pioggia, al mare, al vento, la guerra ai vulcani e anche ai cinghiali. Ce la facciamo di continuo anche tra noi per risolvere le controversie. Ma non le risolviamo.

Tutti quegli elementi della Natura hanno una cosa dalla loro parte che noi non abbiamo: la pazienza, che gli deriva da millenni di adattamento. Il tempo è dalla loro parte. Tutto intorno a noi ha milioni, miliardi di anni e noi Sapiens solo 300.000 anni di presenza sul pianeta. Chi credete che alla fine la spunterà. Non ci conviene fare la guerra. Neanche a noi stessi, figuriamoci a chi ci gestisce.

L’esigenza di chi amministra non è risolvere una volta per tutte il problema ma solo per il momento, prima del prossimo voto

È stato un incontro importante, ed è ora nostra intenzione richiedere il coinvolgimento dell’Ente provinciale così come quello della Prefettura con funzioni di coordinamento – ha detto l’assessore Corradini -. Le problematiche che ci sono state segnalate riguardano, anche se in misura diversa, l’intero territorio provinciale, e per questo riteniamo opportuno un lavoro in sinergia con tutti gli enti e con gli altri comuni, coinvolgendo anche le associazioni che salvaguardano la fauna e l’ambiente”.

L’incontro è stata una prima interlocuzione necessaria per valutare concretamente le dimensioni delle problematiche che sono state riportate – ha poi aggiunto il sindaco di Terracina Giannetti -. Seguiranno altri confronti perché riteniamo fondamentale e strategica la fase di ascolto che potrà indirizzarci verso la modalità di intervento migliore e più opportuna, per offrire una soluzione alle criticità nel pieno rispetto degli equilibri ambientali”.  Parole, parole, parole. Belle parole. Responsabili. Ma mancano le riflessioni per l’inversione di tendenza. Assumiamoci le nostre responsabilità e smettiamo noi di entrare in casa loro. Ma questo un Sindaco non ce la fa a farlo, se vuole essere rieletto. Siamo noi gli assediati, come nel Deserto dei Tartari, mentre aspettiamo il nemico che arriva dalla selva.