Cori tifosi Lazio: Fulvio Abbate: “Non voglio nemmeno definirli bestie”

Lo scrittore sui cori razzisti da parte dei tifosi della Lazio: “Persone incapaci di vedere la loro miseria culturale”

Fulvio Abbate

Fulvio Abbate

Mercoledì pomeriggio, stadio “Via del mare”, Lecce. Si gioca il match di Serie A tra i padroni di casa e la Lazio. Durante la partita, valevole per la sedicesima giornata del massimo campionato, si è verificato l’ennesimo episodio di razzismo, con alcuni tra i tifosi della squadra ospite hanno rivolto ripetutamente cori all’indirizzo di Lameck Banda e Samuel Umtiti, due giocatori che militano nella squadra salentina.

La vicenda

L’episodio è avvenuto sia nel primo che nel secondo tempo. La vicenda ha anche indotto il direttore di gara, Livio Marinelli a sospendere l’incontro per alcuni minuti. Tutto questo intorno al 70° minuto di gioco.

Buu, ululati e cori razzisti che hanno visibilmente scosso e ferito in particolare Umtiti. Il giocatore, provato, allargava le braccia davanti al proprio allenatore, Baroni, che intanto lo incitava a sublimare l’accaduto, rimanendo concentrato.

Un gesto deplorevole stigmatizzato dal pubblico locale che ha tentato di coprire i versi da scimmia provenienti dal settore ospiti attraverso applausi e cori in sostegno del giocatore. Oggi, la Lazio sul proprio sito ufficiale, ha anche commentato la vicenda attraverso la pubblicazione di un comunicato.

Stadio Olimpico

Il comunicato della S.S. Lazio

“Durante la partita Lecce-Lazio, l’arbitro è stato costretto ad interrompere la partita a causa di ululati razzisti nei confronti di un giocatore della squadra di casa. La S.S. Lazio ha sempre contrastato con tutti i mezzi a disposizione ogni forma di razzismo e discriminazione, mettendo in campo iniziative volte a reprimere tali fenomeni, sensibilizzando i propri tifosi su questo tema e agendo nelle sedi preposte a tutela della propria immagine. La S.S. Lazio anche oggi condanna chi si è reso protagonista di questo gesto deprecabile, vergognoso e anacronistico e offrirà come sempre la massima collaborazione alle autorità per individuare i responsabili. I tifosi della Lazio non sono razzisti e non possono essere associati a pochi individui che ledono gravemente l’immagine del club”.

Questo quanto si legge sul sito della società biancoceleste.

Le parole del Presidente FIFA

Sulla vicenda aveva espresso un parere anche il Presidente della FIFA, Gianni Infantino. Attraverso un post sui social ha detto: “Solidarietà a Umtiti e Banda: gridiamolo ad alta voce, no al razzismo! La stragrande maggioranza dei tifosi, che sono brave persone, si alzino per zittire tutti i razzisti una volta per tutte”.

Intanto, nonostante i numerosi appelli di autorità e testimonial, il fenomeno razzismo continua a esistere continuando a scrivere pagine tristi della nostra storia. Pagine prive di senso, di maturità, di consapevolezza. Come mai nonostante le campagne a sostegno, nonostante l’impegno di molti, nel 2023 ancora assistiamo a fenomeni del genere?

Lo abbiamo chiesto a Fulvio Abbate, scrittore e filosofo.

“Non voglio nemmeno definirli bestie”

“Le lacrime di questo ragazzo sono la risposta più profonda che lui potesse dare rispetto alla miseria, culturale e morale di chi lo derideva – ha detto Abbate – Ferdinand Céline sosteneva che il circo avrebbe fatto chiudere tutti i teatri. In una situazione di massa e di folla, ciò che prevale è l’idea dell’orda, della miseria. In questi casi viene fuori il peggio delle pulsioni. Che non voglio nemmeno definire bestiali, perché gli animali hanno certamente più sentimento. Queste persone sono certamente incapaci di vedere la loro miseria culturale. E quindi scelgono un bersaglio e lo colpiscono”.

In virtù di quanto avvenuto, il giudice sportivo della Serie A ha disposto per domenica prossima la chiusura della curva Nord della Lazio per una giornata.