Covid e obbligo vaccinale: No vax contro la Corte costituzionale

Otto avvocati No vax accusano di illegittimità la Corte costituzionale a causa dell’obbligo vaccinale per tutti i cittadini

Manifestazione dei No Vax

I No vax non mettono fine alle loro battaglie. Questa volta mirino delle manifestazioni è la Corte costituzionale. Infatti, fuori dalla Consulta alcuni avvocati manifestanti hanno esposto i loro cartelli contro l’obbligo vaccinale, poiché ha causato sospensioni dall’impiego e dello stipendio.

No vax denunciano l’obbligo vaccinale come non costituzionale

Le udienze portate avanti dai no vax sono di 8 cause con altrettanti giudici. Quest’ultimi hanno fino adesso ritenuto “non manifestamente infondate“, le eccezioni di incostituzionalità avallate dai cittadini.

I momenti di tensioni sono stati caratterizzanti in queste udienze. Un esempio eclatante riguarda l’episodio che ha visto coinvolto Augusto Sinagra, un avvocato ultraottantenne dichiaratamente fascista, che ha messo in dubbio l’imparzialità della Corte, a causa della presenza del giudice Marco D’Alberti. Il suo atteggiamento riluttante e provocatorio ha perfino costretto la presidentessa Silvana Sciarra a togliergli la parola, per evitare di alimentare ulteriormente un clima ostile.

Gli altri avvocati coinvolti hanno molto spesso, come riporta il Corriere della Sera, “snocciolato ragioni di diritto spesso coincidenti con i refrain di tanti comizi“. In tribunale sono stati portati tanti esempi di cittadini che per gli avvocati sono stati sottoposti a coercizione e ricatto, dato che il non vaccinarsi li avrebbe esclusi dalla collettività.

Tra i punti essenziali della presunta illegittimità vi è la mancata possibilità per i non vaccinati di essere impiegati in mansioni non a contratto con il pubblico, potendo continuare così ad essere retribuiti; l’obbligo vaccinale anche in caso di smart working e l’imposizione vaccinale senza la garanzia che il vaccino non portasse effetti collaterali gravi.

Tuttavia, la Corte già in passata si era espressa favorevole all’obbligo vaccinale dato che l’autodeterminazione del singolo vale nel momento in cui non compromette la salvaguardia collettiva. Per questo motivo, la discussione ad oggi ruota intorno alle dosi e alla visione dei cittadini visti come cavie da laboratorio.