Denise Pipitone, forte somiglianza con una 20enne russa: trepidazione per la prova del DNA

Denise Pipitone, forte somiglianza con una 20enne russa: trepidazione per la prova del DNA, si attendono i risultati

Denise Pipitone

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Denise Pipitone. C’è un fremito che  ci sta facendo vibrare tutti in queste ore. C’è una mamma, Piera Maggio, che ancora una volta sente vicina la possibilità  di poter finalmente riabbracciare la figlia Denise scomparsa da circa 17 anni.

Denise Pipitone, una delle bambine più famose di Italia da quando nell’estate del 2004 scomparve nel giardino di casa sua e che da quel giorno è divenuto uno dei misteri sui quali più si è indagato, scritto e parlato nelle trasmissioni televisive.

Oggi forse si può definitivamente dichiararsi concluso.

Denise Pipitone: la speranza riaccesa dall’infermiera russa

A riaccendere le speranze è un’infermiera russa che lavora in Val di Chiana. Infermiera che un paio di giorni fa collegata sul primo canale russo stava seguendo l’omonima trasmissione di “Chi l’ha visto?” Italiana, dove a un tratto in studio appare come ospite una ragazza di vent’anni che cerca disperatamente i suoi genitori.

Infatti da piccola è stata dapprima cresciuta da una donna rom e poi dopo un fermo della stessa, messa in un orfanotrofio olesia. L’infermiera russa si accorge immediatamente della somiglianza con Piera Maggio che è scioccante, come anche di alcuni lineamenti con il padre e collega subito i due casi.

Da qui si attivano immediatamente le redazioni dei due programmi televisivi per un riscontro legale. Il cauto ottimismo più volte richiesto sia dalla Sciarelli in studio sia dall’avvocato della famiglia Pipitone  ospite in trasmissione non è facile da contenere nei confronti dell’emozione che hanno suscitato in tutti le immagini dei primi piani della ragazza.

Una somiglianza che va oltre qualsiasi dubbio.  Per far esplodere finalmente tutta la gioia c’è bisogno però ancora di una conferma. La conferma scientifica del DNA. In queste ore in un laboratorio di Mosca si sta prelevando quello della giovane, il passaggio successivo sarà quello di compararlo con il DNA dei due genitori.

L’Italia intera è in fremito per l’attesa delle analisi, anche se già da più parti si consolida la reale possibilità che si tratti effettivamente della piccola Denise ormai ventenne.

17 anni di un dolore che è più atroce di un lutto


Inevitabili, insieme alla felicità,  sorgono tutta una serie di domande ed interrogativi. Perché Il dolore più devastante per un genitore è quello di perdere un figlio e di non avere più neanche una tomba sul quale poterlo piangere.  Ecco il vissuto che da diciassette anni sta accompagnando i genitori di Denise.

Questo tipo di perdita supera quella della morte, perché mentre l’elaborazione di un lutto per quanto doloroso possa risultare ha delle fasi attraverso le quali lo stesso può essere elaborato,  nella scomparsa senza ritrovamento le fasi non hanno piena elaborazione e l’angoscia non ha fine.

Nel caso dei genitori di Denise vanno inoltre sommati tutti i casi in cui la speranza di essere ad un passo dal poter riabbracciare la figlia si sono poi dimostrati infondati. Un dolore che oggi può trasformarsi in una gioia incontenibile.

Ritrovare Denise Pipitone: iniezione di fiducia per l’Italia intera

Lo merita Piera Maggi per la grinta e l’ostinazione che non l’hanno mai abbandonata, lo merita il momento perché se questa volta è davvero la nostra piccola Denise,  sarebbe una grande iniezione di fiducia per tutti noi italiani che stiamo soffrendo questo difficile periodo,  ma ancor di più, non dimentichiamolo, lo merita anche Denise che è stata strappata dalle braccia della mamma quando ancora bambina. 

Dal punto di vista emotivo la gioia sarà irrefrenabile ma non sarà tutto così semplice e scontato. Dovrà essere ricostruito un rapporto madre-figlia che il tempo ha sicuramente offuscato. Dovranno riconciliarsi due mondi che per troppi anni sono rimasti distanti. Troppi sono i momenti importanti che sono mancati nel crescere insieme e non sarà facile, malgrado l’amore poi sovrasterà ogni difficoltà e riunirà per sempre tutta la famiglia.

Piera Maggi nell’unica intervista rilasciata in questi momenti chiede a tutti di restare con i piedi per terra.  È comprensibile.  Troppe volte la delusione ha smontato ogni speranza.  Ma una mamma sa fiutare il proprio figlio anche a chilometri di distanza e anche dopo anni di separazione. E questa volta Piera Maggi sa di essere molto vicino a Denise.  Riscoprire la propria figlia ancora viva sarà come farla rinascere e noi ci auguriamo che questa sia la volta buona. (In collaborazione con la Dottoressa Luciana Vitullo)

L’analisi tecnica di Antonio Augello, presidente Tutela in Azione

Per persona scomparsa si intende un soggetto che non si riesce a trovare e/o che è irreperibile in modo inconsueto. Contrariamente a quanto si pensi, non esiste un limite temporale da rispettare prima di poter segnalare o denunciare il fatto alle Forze dell’Ordine. Anzi: l’esperienza ci insegna che prima si agisce, maggiori saranno le probabilità di ritrovamento; anche perché possiamo valutare l’irreperibilità di una persona di caso in caso, a seconda delle circostanze concrete.

I motivi che possono spingere una persona ad allontanarsi sono di diversa natura: depressione, problemi di salute, traumi o disgrazie (come ad esempio abbandoni familiari, sottrazione di minori, ricerche dei genitori naturali), infedeltà coniugale o invaghimenti (fughe con amanti), ma anche debiti, insolvenze e fallimenti, latitanze, renitenza a testimoniare, ecc. Altri tipi di sparizione, invece, come nel caso di Denise Pipitone, sono legati ad un sequestro o ad un decesso per omicidio. Un discorso a parte va fatto per i soggetti affetti da malattie psichiche o da altre gravi patologie.

Il caso di Denise scoppia nel 2004

Nel caso della piccola Denise, riferendoci quindi al 2004 ed alle ore immediatamente successive alla sua sparizione, possiamo sicuramente dire che la grande criticità che ha reso poco efficaci le prime determinanti indagini non va questa volta attribuita agli inquirenti, bensì ad una umana verità nascosta che pregiudizio e falsa morale hanno reso la giovane mamma già sconvolta dall’evento, troppo poco lucida ed intrappolata dal segreto della propria vita privata. Infatti, solo dopo alcuni giorni, a seguito degli esiti negativi prodotti dalle indagini, la mamma di Denise rivelerà che il padre naturale di Denise, non è suo marito Toni, ma un uomo con cui ha avuto una relazione extraconiugale, aprendo quindi una via plausibile quanto a movente idoneo verso chi avrebbe avuto un motivo per fare del male a Denise.

Purtroppo, quasi sempre, nei casi di persone scomparse, chi fa le indagini, trova le prime oggettive difficoltà nel reperire complete informazioni da parte dello stesso denunciante, che, anche nella perfetta buona fede, incapace di mettere a nudo le complete verità del contesto in cui si verifica il fatto, rischia di indicare una pista errata, compromettendo l’esito della ricerca.

Denunciare subito la scomparsa

Dunque, in caso di persona scomparsa è indispensabile dapprima denunciare il fatto alle forze dell’ordine e, contestualmente, dare mandato a professionisti esperti che subito collaborino con le Forze dell’Ordine. Infatti, siccome il numero delle persone scomparse è rilevante, è necessario avvalersi subito di figure altamente professionali in ambito privato in quanto la tempestività dell’intervento gioca un ruolo fondamentale nella possibilità di ritrovamento.

Rintracciare una persona scomparsa è un’attività molto complessa che si basa innanzitutto sull’analisi delle informazioni acquisite ricostruendo gli ultimi momenti presenti, tutti i contatti e le amicizie, i social network, viaggi, la situazione sentimentale e patrimoniale, le paure  e le aspettative dello scomparso, e nel caso di una bimba come Denise, l’indagine va ovviamente condotta nella specifica direzione della cerchia familiare. Sappiamo che un errore compiuto durante la fase iniziale, può pregiudicare tutto l’iter procedimentale delle indagini e magari non poter raccogliere le prove sufficienti a condannare quel colpevole che sappiamo essere tale.

Come procedere in modo giusto

Rivolgendovi Tutela In Azione potete contare sull’assistenza di un professionista che si dedicherà completamente alla risoluzione del caso con tecnologie e metodi avanzati ed appropriati. Al termine dell’indagine, verrà fornita una relazione scritta, producibile in giudizio, corredata di prove fotografiche e di documentazione appropriata. Inoltre, in caso di mancato rintraccio, su richiesta dei familiari, Tutela In Azione assicurerà con i propri volontari, una verifica periodica ed una continuazione delle attività di ricerca fino al raggiungimento dell’obiettivo.

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