Epos Frascati Superiore Riserva, voce della nostra terra e tradizione

Abbiamo scelto il nome Epos, non a caso, come rimando alla favola di Esopo “La Volpe e l’uva” ed è frutto di un lavoro durato anni

Epos

Epos, Frascati Superiore di Poggio Le Volpi

Come nasce un’etichetta. La storia di Epos, Frascati Superiore Riserva, uno dei vini di punta di Poggio Le Volpi, che ha dato il nome anche al Bistrot. Tre domande a Rossella Macchia, responsabile Comunicazione e Marketing delle cantine Poggio Le Volpi e Masca del Tacco.

Che valore ha oggi il brand Frascati?

“Dopo un lungo e costante lavoro, il Frascati si sta affermando in primis sul territorio laziale, abbattendo il muro di pregiudizi che lo caratterizzava come un vino “cheap”, da caraffa. Oggi il Frascati è, invece, il risultato di un territorio in crescita e in continua evoluzione, una grande sfida per noi produttori dei Castelli Romani che punta all’eccellenza dell’uvaggio tipico di questa zona, nonché massima espressione del territorio locale”.

Epos è uno dei vostri vini più apprezzati. Come nasce, perché questo nome e in quanto tempo è riuscito ad affermarsi?

“Prende il nome dal termine di origine greca che significa “parola”, o meglio ancora “racconto”, ciò che vorremmo questo vino fosse: voce della nostra terra e delle nostre tradizioni. Abbiamo scelto il nome Epos, non a caso, come rimando alla favola di Esopo “La Volpe e l’uva” ed è frutto di un lavoro durato anni, iniziato con la nascita del Frascati Superiore Docg e diligentemente innovato fino all’affermarsi del Frascati Superiore Riserva Docg”.

Esiste anche per un prodotto come il vino il fenomeno della moda? Quando un vino fa tendenza?

“Oggi le etichette “parlano” e questo messaggio filtra la comunicazione visuale di una buona azienda. Fare interagire il packaging della bottiglia con il consumatore è fondamentale: l’iconografia con cui viene comunicato un vino può fare tendenza e veicolare il suo contenuto condizionando anche le scelte del pubblico. L’etichetta riveste quindi un ruolo importante esteriorizzando anche la filosofia della cantina perché il vino è emozione e coinvolgimento, e nella scelta finale conta tanto anche l’immagine che la bottiglia dà di sé”.

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