Femminicidio a Canino, accuse pesantissime per il 40enne romeno

L’uomo è incline alla violenza: in una storia precedente aveva pestato la ex incinta e abusato della figlia di 6 anni

Emergono particolari raccapriccianti sul femminicidio avvenuto a Canino nella serata dello scorso 22 settembre. La Procura di Viterbo sta stringendo il cerchio su Gheorghe Sofian, il bracciante agricolo romeno che ha ucciso la compagna Elena Spingu  a coltellate, in preda a un raptus dettato dalla gelosia. Le accuse sul 40enne sono molto gravi: gli inquirenti stanno infatti indagando sulle violenze commesse nella relazione avuta da Sofian con un'altra donna tra il 2010 e il 2012 in un altro paese della Tuscia, perciò un anno prima di intraprendere la storia con Elena.

Sarebbe emerso che il romeno avrebbe intimorito e pestato più volte la povera donna, anche quando quest'ultima era in attesa di un bambino. Sofian l'avrebbe addirittura picchiata sulla pancia, come "punizione" per il mancato appagamento dei suoi appetiti sessuali a partire dal momento nel quale la donna era rimasta incinta. Ma le presunte nefandezze non finiscono qui: il bracciante, infatti, nel 2012 avrebbe abusato sessualmente anche della figlia più grande della ex compagna, che all'epoca dei fatti aveva solo 6 anni. La bambina è stata interrogata e la sua versione è stata ritenuta attendibile. Per tale ragione, la Procura di Viterbo ha rinviato a giudizio Sofian, che il 19 novembre dovrà presentarsi davanti al gup del tribunale di Viterbo.

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