Gli italiani rapiti e poi liberati, ma qualcuno non è tornato

I casi di volontari, giornalisti, missionari, impiegati e turisti italiani che abbiano subito un sequestro nei paesi del Terzo Mondo

Quanti sono gli Italiani che in questi anni sono stati rapiti da gruppi criminali in Africa? Non sempre sono volontari delle Onlus, a volte sono turisti, altre professionisti che lavorano nelle aziende locali. La più famosa è Rossella Urru, 31 anni, sarda, operatrice umanitaria rapita in Algeria il 23 ottobre 2011 e liberata il 18 luglio 2012. Bruno Pellizzari venne sequestrato sulla sua barca dai pirati il 10 ottobre 2010 a largo della Tanzania e liberato nel 2012. Maria Sandra Mariani di 54 anni, turista, venne catturata il 2 febbraio a Djanet, tra l’Algeria e il Niger, da miliziani di Al Quaeda e liberata ad aprile sempre del 2012. Franco Lamolinara, ingegnere di 48 anni, sequestrato in Nigeria il 12 maggio 2017 da un gruppo non ben identificato. Francesco Azzarà volontario di Emergency, sequestrato in Darfur ad agosto 2017. I sei dell'Enrico Ievoli, la petroliera italiana sequestrata al largo delle coste dell'Oman il 27 dicembre del 2011 e successivamente portata in Somalia, vengono liberati a fine aprile del 2012. Modesto di Girolamo, in meno di una settimana si risolve l'incubo dell'ingegnere della Borini&Prono, sequestrato a Llorin, in Nigeria, è liberato cinque giorni dopo, tra maggio e giugno 2012. Rapiti il 21 maggio 2008 a 65 chilometri a sud di Mogadiscio i due cooperanti della Ong Cins  Giuliano Paganini e Jolanda Occhipinti, vengono rilasciati dopo due mesi e mezzo dal rapimento, dietro il pagamento di 700.000 dollari, smentito dalla Farnesina.

Anche negli altri continenti sono avvenuti sequestri di italiani, per lavoro, volontariato o per turismo. Il caso più discusso è quello di Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, rapita a Baghdad il 4 febbraio 2005 e rilasciata un mese dopo in maniera rocambolesca. Nella liberazione muore il mediatore l’agente Nicola Canepari, colpito dagli americani sulla via dell’aeroporto. Si vocifera di un riscatto di 6 milioni di dollari. Marco Belluomo, impiegato dell’acciaieria siriana Lataka e Giovanni Lo Porto, rapito in Pakistan sono nel mirino dell’Unità di Crisi della Farnesina per una prossima liberazione. Paolo Bosusco e Claudio Colangelo vengono rapiti il 16 marzo 2012, per poi essere rilasciati in due tappe nel marzo scorso, dopo circa un mese di prigionia per il primo, titolare di un’agenzia di viaggi in India e dieci giorni per il secondo, un semplice escursionista. Simona Pari e Simona Torretta vengono rilasciate tre settimane dopo il rapimento del 7 settembre 2004 in Iraq. Fa scalpore il fatto che le “2 Simone” non ringrazino né il Governo né la Croce Rossa. Libero le definisce le “Vispe Terese”. Loro affermano che il lor posto è a Baghdad dove vogliono tornare. Il Times parla di un riscatto di 5 milioni di dollari che la Farnesina nega.

A novembre del 2011 finisce l'odissea dei marinai a bordo della “Rosalia D'Amato”, sei italiani e sedici filippini, la nave è stata sequestrata il 21 aprile 2011 a 350 miglia dalle coste dell'Oman, nell'Oceano Indiano. Secondo solita prassi, la Farnesina conferma che non c'è stato alcuno scambio di denaro con i sequestratori.

A dicembre 2011 viene liberata la petroliera “Savina Caylyn” ostaggio dei pirati somali da febbraio dello stesso anno. L'equipaggio, composto da 5 persone, può tornare a casa, a Napoli, dove è stata organizzata una grande festa. La Farnesina si unisce alla gioia e dichiara che per la liberazione della nave italiana non è stato pagato alcun riscatto. Ma il sito Somalia Report, che cita fonti dei pirati, scrive che per il rilascio della petroliera sarebbe stato pagato un riscatto di 11,5 milioni di dollari. Il pagamento sarebbe avvenuto in due tranche.

Enzo Baldoni, inviato del Diario, vinee invece ucciso presso Najaf in Iraq, il 26 agosto 2004 dopo quattro giorni dal sequestro dall’esercito Islamico dell’Iraq. Il corpo non è stato mai ritrovato. Clementina Cantoni viene rapita a Kabul il 16 maggio 2005 mentre si reca alla lezione di yoga. E’ una cooperante di Care International. Viene rilasciata il 9 giugno grazie all’interessamento del governo afghano.

Daniele Mastrogiacomo viene rapito il 5 marzo 2007 presso Kandar, in Afghanistan. Il giornalista della Repubblica viene poi liberato 15 giorni dopo grazie alla disponibilità di Gino Strada di Emergency. Durante la detenzione assiste all’omicidio del proprio autista per mano dei rapitori. Pare che il riscatto sia stato di un milione di dollari, ovviamente smentito. Anzi il Mullah Dadullah rivela che Mastrogiacomo è stato liberato in cambio di alcuni talebani detenuti nelle prigioni dello stato.
Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e  Salvatore Stefio vengono liberati dopo 56 giorni di prigionia grazie, secondo la versione ufficiale, a un blitz delle forze speciali americane a Baghdad.

Sequestrati dalle "Falangi di Maometto" il 12 aprile 2004 in Iraq, Il momento peggiore è quando viene ucciso, il 14 aprile, Fabrizio Quattrocchi, la bodyguard di Genova che avrebbe urlato davanti ai suoi assassini "Ve lo faccio vedere come muore un italiano". Per la sinistra radicale, però, i quattro sono solo mercenari che in fondo se la sono andata a cercare. Nel marzo 2006 Quattrocchi viene insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria. Non sono tutti questi i casi di rapimento, molti riguardano i religiosi, missionari, sacerdoti e monaci impegnati in zone a rischio. Il più famoso è il caso di Padre Paolo Dall'Oglio, gesuita romano che credeva nel dialogo fra cristiani e musulmani, rapito in Siria dai terroristi dell’Isis nel 2013 e di cui non s’è saputo più nulla.

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