Intervista a Ultimo: “I giovani aspettano un domani che non arriverà mai”

Ultimo si conferma non solo come un cantautore di talento, ma anche come una voce autentica e critica della sua generazione

Selfie del cantautore Ultimo che fa il segno di Vittoria

Ultimo, selfie. Dalla pagina ufficiale dell'artista

Il cantautore Ultimo, con la sua consueta franchezza, si apre in un’intervista al Corriere della Sera, toccando temi cruciali per le nuove generazioni. La sua analisi, severa e appassionata, punta il dito contro la mancanza di punti di riferimento per i giovani, tra politica e fede, e il loro crescente disinteresse verso il voto e la religione.

I punti di riferimento per un giovane

“Essere giovani oggi è tremendo, perché sei senza punti di riferimento”, esordisce Ultimo. “Non conosco nessun ragazzo della mia età che vada a votare o che frequenti la chiesa”. Una constatazione che evidenzia un malessere diffuso tra le nuove generazioni, incapaci di trovare una guida nella politica o nella fede.

Il cantautore non nasconde la sua disillusione verso la politica: “Non ho mai votato in vita mia. Non è colpa dei giovani, è la politica che non parla a noi. La spaccatura tra destra e sinistra ci ha stancato. Immagini l’effetto di un politico che dicesse: ‘Io non scelgo né la destra né la sinistra. Scelgo l’alto”.

Ultimo critica le contrapposizioni ideologiche, percepite come obsolete e inefficaci: “Fascisti e comunisti: i giovani non ne possono più. L’immigrazione esiste da sempre e tutti siamo immigrati di qualcuno. Questo è di sinistra? E se difendo la mia famiglia da un criminale, è di destra?”.

Una riflessione che racconta la complessità dei temi e l’inadeguatezza delle etichette politiche tradizionali.

Sull’impegno sociale, Ultimo è chiaro: “I cantautori fanno politica. Con le mie canzoni, cerco di fare politica nel mio piccolo. Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo, è un verso politico”. La sua musica diventa strumento di denuncia e di riflessione, un mezzo per affrontare temi sociali e personali.

La pandemia ha segnato profondamente la sua generazione: “Ci stiamo addormentando. Stiamo diventando amebe,” dice riferendosi all’uso compulsivo dei social media. “I social ti anestetizzano. Ti stuprano il cervello. Troppi ragazzi passano dieci, dodici ore al giorno a scrollare video su TikTok”. Un fenomeno che preoccupa il cantautore per le sue implicazioni sulla salute mentale dei giovani.

Ultimo parla anche della sua fede: “Ho bisogno di credere, sento una grande fede dentro di me. Ma un conto è credere in un dio, in un’entità; un altro è credere nella Chiesa”. Una distinzione che evidenzia la sua ricerca spirituale, lontana dalle istituzioni religiose tradizionali.

Papa Francesco non sembra essere un punto di riferimento per i giovani, secondo Ultimo: “Non mi pare che neppure lui sia un punto di riferimento per i giovani. Ne conosco pochi che si dicono cristiani. Anche se in realtà lo siamo”.

Nonostante le difficoltà e le critiche, Ultimo continua a guardare al futuro con speranza e determinazione, cercando di ispirare i suoi fan con la sua musica e il suo impegno. “Ho anche creato un’etichetta con i miei amici, Ultimo Records: da solo, con le mie canzoni, in una giungla come quella discografica. Lotto contro tutti, con un fiore”.

Con un successo straordinario alle spalle e una visione lucida del presente, Ultimo si conferma non solo come un cantautore di talento, ma anche come una voce autentica e critica della sua generazione.