La “girasolina” Sara si racconta…

Alla ricerca del sole…nonostante tutto!

Eccoci!!

Con piacere vi raccontiamo che il 25 novembre “giornata internazionale contro la violenza sulle donne” abbiamo partecipato alla manifestazione organizzata dall'Associazione “Apertamente” al Palazzo Doria Panphilj, le girasoline non potevano mancare: la donna non va trattata male ci pensa già la natura a volte a farlo…

Sara, l'ultima arrivata nella nostra Associazione, è intervenuta leggendo alcuni passi di un libro relativo all'argomento, ma era così coinvolta che ha parlato un pochino di sé e di Kevin, come lo chiama lei, visto che deve conviverci ha preferito chiamarlo così, cancro, tumore sono nomi comuni, Kevin è un nome proprio, amico, nemico. Questo nome le piace proprio perché tutti e tre, anzi tre e mezzo (perché uno era benigno) li ha chiamati così.

Il primo lo ha scoperto nel 2006 a trent'anni, al ritorno dalla luna di miele, lo ha affrontato di petto, intervento, chemioterapia con connessi effetti collaterali e solo 18 mesi dopo torna al lavoro credendo che la brutta parentesi sia finita. Kevin non è riuscito a sconvolgerla, o meglio lei ha cercato di essere più forte di lui, anche perché in concomitanza il marito e la mamma hanno avuto bisogno di lei per problemi di salute. E poi il dolore che Kevin le aveva causato con le sue conseguenze, era così forte e insostenibile che è stato più facile ignorarlo, negarlo addirittura.

Sara aveva ripreso la vita di sempre pensava che fosse tutto risolto, ma nel 2009 arriva il secondo Kevin che cura per due anni e mezzo, ma stavolta crolla… non riesce ad accettare né a combattere, le cambia la vita, non può uscire, non può lavorare, gli amici si allontanano, si isola completamente, “buio totale”.

Si sente inadeguata, non si sente più una donna, non riesce a guardarsi allo specchio e decide di allontanare suo marito da sé, perché lui ha diritto ad una nuova vita e lei pensa che stavolta non ne uscirà. La sua mamma le fa sentire la sua presenza in tutti i modi, a parole, a gesti, con gli sguardi e le riscalda il cuore, quando ne parla dice “il mio angelo custode.

Riesce a superare la depressione grazie alla frequentazione di una Associazione per le donne che oltre alla psicoterapia offre corsi teatrali, di dizione, di pittura, e mentre racconta mette l'accento sulla frase “unite si può”, della quale affermazione è convintissima.

Sara ritrova la fiducia, si sente di nuovo una donna, si è specchiata di nuovo, ha ricominciato a lavorare, ha ricominciato a frequentare le feste con i familiari che prima disertava puntualmente.

A maggio del 2010 insieme a Rita una sua amica conosciuta durante le terapie effettuate per il primo Kevin, partecipa con entusiasmo alla maratona “race for the cure” Susan Komen, ma dopo qualche mese la perdita di Rita e la perdita di altre due amiche conosciute nell'Associazione con le quali da tempo formavano una fantastica quartina la disorienta anzi, la annienta.

Nel 2011 ricomincia a vivere, intraprende nuove amicizie, comincia a lavorare nell'attività commerciale di famiglia ma soprattutto si dedica al volontariato, da venti anni infatti Sara è ambasciatrice AISM e collaboratrice eventi raccolta AIRC, sembra forte ma cerca soltanto di nascondere il suo dolore.

Va avanti come un treno ma senza tralasciare i controlli che a giugno del 2012 le riservano un “mezzo Kevin”, tumore benigno alla mammella sinistra, ma non lo vuole, non lo accetta inizia a chiedersi “perchè proprio a me, ancora a me?”

Viene curata nel “Polo oncologico palazzo Baleani” a Roma, dove si sente protetta, sicura, in un unico centro erano presenti tutte le figure mediche di cui aveva bisogno, dopo un anno ne esce vittoriosa. Di nuovo è caduta ma si è rialzata alla ricerca di un posto nel mondo, nella famiglia, davanti a sé vede un quotidiano particolare fatto di mille emozioni, un vero luna park dove si ride e si piange ma si va sempre avanti e lo fa anche per le sue care amiche che sono lassù tra le stelle del cielo.

Ma i Kevin fin'ora sono due e mezzo, manca il terzo, ad aprile 2015 Sara sente un nodulo al seno destro ma nonostante gli esami all'inizio non rilevano nulla di strano, la notte sognava il suo papà che non c'è più, che le indicava con la mano il nodulo e ad agosto le viene diagnosticato “C5 cancro”.

Questo è veramente troppo, Sara ha bisogno di tempo per capire, decidere, trovare la forza, vuole sentire altri pareri medici e prendiamo un po' di respiro anche noi e magari riprendiamo al prossimo appuntamento.

Vi aspettiamo dall'8 all'11 dicembre a Valmontone in Piazza U. Pilozzi (Centro storico) ai mercatini di Natale dove esporremo i prodotti del nostro laboratorio "RiciCrea".

Maria Luisa Piacentini

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Foto Pantaphoto di Bruno Pantaloni

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