La madre di un 25enne di Colleferro: “Mio figlio è bloccato a Londra, aiutateci”

Abbiamo parlato con la madre di un ragazzo di Colleferro che lavora in un ristornate londinese e che non riesce a tornare a casa

Molti dei nostri ragazzi e ragazze si trovano all’estero per motivi di studio e lavoro. In questo momento però, in un Europa flagellata dal virus, nella quale non vi è una linea comune per fronteggiare l’emergenza, molte famiglie si trovano impossibilitate a ricongiungersi o almeno a sapere che i propri figli sono protetti dalle leggi del paese in cui si trovano.
Abbiamo parlato con la mamma di un ragazzo di 25 anni, di una famiglia di Colleferro in provincia di Roma, che lavora in un ristorante a Londra:

“Nella Londra di Johnson non vi sono misure di sicurezza o di prevenzione contro il contagio da Coronavirus, ma è prevista soltanto una quarantena per gli ultra settantenni. Mi sono rivolta alle istituzioni dalla Protezione Civile alla Regione Lazio per riportare mio figlio in Italia. In attesa che le istituzioni si mobilitino, e spero davvero che facciano presto, chiedo aiuto anche alla stampa. Mio figlio è forte e in salute, grazie a Dio, ma noi famiglie chiediamo il loro ritorno in patria. I biglietti hanno prezzi quattro volte più alti e non riusciamo ad acquistarli. So che come me ci sono altre madri preoccupate, spero che la politica ci venga incontro per riportare i nostri ragazzi a casa”.

Abbiamo parlato anche con il ragazzo, il quale ci ha detto che a Londra nessuno li invita alla prudenza, se i ragazzi si assentano dal lavoro vengono licenziati perché lì non è in vigore uno stato di emergenza sanitaria nazionale. “Qui ognuno bada a se stesso, come se il Covid-19 non fosse un pericolo per tutti”, ci ha testimoniato il 25enne. A Londra infatti, fino a ieri si era scelta l’immunità di gregge, e ancora oggi non sono previste misure di tutela e prevenzione per chi ha un’età inferiore ai 70 anni.

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