La salute nel Lazio: la Regione commissaria la Asl di Latina ma siamo sicuri che sia una buona idea?

Le liste d’attesa si allungano e i nostri soldi vanno inutilmente in armi. La rete sanitaria nel Lazio avrà sempre meno medici e infermieri

Ospedale Santa Maria Goretti di Latina

Ospedale Santa Maria Goretti di Latina

La sanità a Latina soffre degli stessi problemi del resto d’Italia. Due giornate di incontri tra addetti ai lavori a Latina per capire cosa fare. Intanto le liste d’attesa si allungano e i nostri soldi vanno inutilmente in armi. La rete sanitaria nel Lazio comunque avrà qualche posto letto in più, ma i medici e gli infermieri?

Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in visita al Santa Maria Goretti di Latina

La Sanità in Italia non funziona

Secondo un recente rapporto Svimez, realizzato con Save The Children, l’Italia è divisa in due riguardo alla salute. I cittadini lo sanno benissimo ma questi studi servono ad avere una conferma, non contestabile da nessuno, sulla questione. Al di là delle esperienze dirette e personali quindi, sappiamo che oggettivamente la Sanità in Italia non funziona, come dovrebbe, come vorremmo, come sarebbe auspicabile fosse un obbiettivo prioritario del Governo. Perché se non c’è la salute, nessun’altra cosa può funzionare in questo bellissimo e sfortunato Paese.

Quand’anche dovessimo salvare la già compromessa libertà dell’Ucraina, con le scarse armi che noi inviamo in quel martoriato paese, se saremo morti o costretti a letto infermi non sarà servito a molto. È evidente che stiamo investendo male il nostro denaro. Nella malaugurata ipotesi dovesse passare un’autonomia differenziata regionale poi avremmo 20 sanità diverse, alcune ricche e alcune disastrate e i principi costituzionali sui diritti dei cittadini andrebbero a farsi benedire. Scuola e Sanità dovrebbero essere materie nazionali non divise tra le regioni.

Disparità di trattamento a livello sanitario nazionale

Chi vive al Nord può scoprire una patologia in anticipo e curarsi meglio rispetto a chi vive al Sud. La sanità sconta problemi ormai cronici e complessi, a partire dalla carenza di personale negli ospedali, mancano 20mila medici e 70mila infermieri. Se ci limitiamo al Lazio mancano almeno mille medici e il doppio di infermieri. Si costringe il personale sanitario a turni massacranti con grave pericolo per gli assistiti e per il personale stesso.

Le liste d’attesa restano un problema irrisolto ovunque, non risparmiano neanche la provincia di Latina e rischiano di creare un divario drammatico tra chi può ricorrere alle cure private e chi non ha risorse sufficienti per farlo.

Bisognerebbe porsi l’obbiettivo di arrivare al benessere come bene comune

Sabato 24 e domenica 25 febbraio a Latina si sono tenuti gli incontri Benessere bene comune, organizzati da LBC (Latina Bene Comune) aventi per tema la salute, la prevenzione, la cura e gli stili di vita con medici specialisti, infermieri e sindacalisti. Un appuntamento aperto che si è svolto nella sede cittadina del movimento di via Cattaneo 5.

Il benessere è molto più di una mera assenza di patologie – spiegano Elettra Ortu La Barbera, ematologa e segretaria del movimento, e Damiano Coletta, cardiologo, ex sindaco e attuale consigliere comunale – E’ un bene comune che deve essere accessibile a tutte e a tutti, indipendente dalle condizioni socioeconomiche e geografiche. La salute è un diritto garantito e sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, eppure i dati sulla migrazione sanitaria nel nostro Paese sono allarmanti perché continuano ad essere profondamente distanti le condizioni sanitarie tra il Sud e il Nord e diverse le speranze di vita della popolazione.”

Tutti i problemi vengono posti sul tappeto

Tra i temi affrontati nelle due giornate: il legame indissolubile tra salute umana e ambiente. La menopausa e la prevenzione dei tumori femminili e quella del disagio psichico. Il concetto di benessere come bene comune. Le sfide che attendono la sanità nel 2024. Il servizio sanitario nazionale e quello sulla medicina territoriale e telemedicina, per un sistema sanitario più equo e sostenibile.

Si continuano a proporre come interventi validi, da parte del centrodestra, il commissariamento del parco Nazionale del Circeo e della Asl di Latina. Lo stesso ex sindaco Damiano Coletta, attuale consigliere comunale, critica la giunta regionale: “Questo è il frutto di mancate decisioni politiche efficaci. Sulla sanità rimangono molte questioni e nodi irrisolti che è urgente affrontare. Ci sono problemi oggettivi e sempre più grandi che vanno affrontati con rapidità, a partire dalle liste d’attesa che rischiano di precludere dalle cure le fasce più fragili della popolazione e dal benessere psicologico dei pazienti”.

Il Commissariamento non potrà programmare ma solo gestire

Anche la segretaria di LBC, Elettra Ortu La Barbera ha attaccato le scelte della giunta regionale: “Il commissariamento paralizza gli enti e le istituzioni pubbliche perché non consente programmazione e progettazione. E’ evidente che tutto è riconducibile alla logica della spartizione politica e questo ancora una volta avviene ai danni dei cittadini e in questo caso di un’azienda sanitaria che dovrebbe in questa fase lavorare a pieno regime per dare risposte all’utenza. C’era tutto il tempo di procedere a una nomina da parte della Regione, si è scelta invece un’altra strada per trovare un accordo politico all’interno della maggioranza”.

Restano non chiariti lo stato di avanzamento lavori delle case di comunità. Il sovraffollamento al pronto soccorso non consente cure efficaci. Non risponde all’esigenza di democraticità ed equità delle cure sanitarie. Nulla si sa di come queste strutture saranno gestite e quali risorse umane vi saranno impiegate. Sul Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina si sarebbe indetta una gara per il progetto di ristrutturazione e ampliamento ma non si sa come si pensa di dotare il Pronto Soccorso di personale adeguato e non “a gettone”.

Francesco Rocca: tuttavia si torna a programmare

Intanto con il documento di Programmazione della rete ospedaliera 2024-2026, la Giunta Regionale del Lazio ha approvato l’aumento di 169 posti letto nell’offerta sanitaria della Regione, rispetto alla precedente programmazione.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in proposito, ha dichiarato: “Finalmente, dopo dieci anni, si torna a programmare: con la Rete Ospedaliera 2024 – 2026, supereremo la media di 3 posti letto ogni mille abitanti. Rispetto al passato si tratta di posti effettivi e reali, per soddisfare un fabbisogno che riguardava in modo omogeneo tutta la Regione”.

L’obiettivo è orientare la capacità di ricovero verso le province e l’Area metropolitana, con lo scopo di gestire in prossimità,  le attività di media complessità e la continuità assistenziale. La progressiva realizzazione della capacità programmata sarà integrata con la messa in opera di nuove strutture ospedaliere durante la programmazione triennale o da completare negli anni a seguire. Nel dettaglio, la Rete ospedaliera 2024-2026 prevede 22.302 posti letto (17.839 per acuti e 4.463 post-acuti) rispetto ai 22.133 posti letto (18.095 per acuti e 4.038 post-acuti) della programmazione 2021-2023.

A Latina e provincia aumenteranno i posti letto

La rete sanitaria della provincia di Latina avrà 1.690 posti letto, di cui 1.402 per acuti e 288 post-acuti, che diventeranno 1.838 posti letto, di cui 1.550 per acuti e 288 post-acuti, con la realizzazione dei nuovi ospedali di Latina e di Formia. Un investimento complessivo imponente, pari a oltre 511 milioni di euro, che assicurerà 3,26 posti letto ogni mille abitanti nella programmazione 2026.

La nuova programmazione ospedaliera interesserà la Asl di Latina, completando la configurazione delle specializzazioni sulla provincia e potenziando, in particolare, l’ospedale Santa Maria Goretti con la conclusione del processo di Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di II livello e l’attivazione dell’Unità di Trattamento Neuro-vascolare di II livello. Particolare rilevanza è stata data all’offerta di lungodegenza, prima assente sul territorio e la rimodulazione delle strutture accreditate per fornire al Santa Maria Goretti.

Nelle altre specialità della provincia ampliamenti e potenziamenti nei reparti

E ancora è prevista l’attivazione della Unità di Cura Cerebrovascolare di II livello di Cardiochirurgia, fondamentale per i pazienti colpiti da ictus. L’attivazione delle unità di Chirurgia maxillofacciale, Chirurgia plastica e Pneumologia all’ospedale del capoluogo, di Oncologia, Urologia, Otorinolaringoiatria, Oculistica e Neurologia al nosocomio Dono Svizzero di Formia e di Lungodegenza all’ospedale Alfredo Fiorini di Terracina.

La sanità pontina potrà contare anche sulla rimodulazione dei posti letto per l’attivazione di Cardiologia con l’Unità di terapia intensiva cardiologica, di Neurologia e Lungodegenza alla Casa di Cura Città di Aprilia e l’attivazione di Lungodegenza all’Istituto “Marco Pasquali” (Icot), oltre all’identificazione di un ulteriore fabbisogno per il potenziamento dell’assistenza di prossimità pari a 30 posti letto per acuti.

Latina segue Roma per i posti letto ogni mille abitanti

Riassumendo per le altre province Roma avrà 17.719 posti letto, 94 in più, ossia 4,11 ogni mille abitanti. Frosinone potrà contare su 1.479 posti letto, 46 in più, ossia 2,97 ogni mille abitanti. Rieti avrà 465 posti letto, 3 in più, ossia 3,02 ogni mille abitanti e Viterbo raggiungerà 949 posti letto, 62 in più, ossia 2,80 ogni mille abitanti. In proporzione la provincia più assistita in posti letto risulta Roma, seguita da Latina con 3,26 letti per mille abitanti.