Latina, cappella Ospedale Goretti chiusa al culto: svuotata per accogliere malati

“Non verrà meno la vicinanza ai malati e al personale ospedaliero, verso cui è confermato il servizio dell’assistenza spirituale”

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Cappella Ospedale S. Maria Goretti, Latina

Da oggi la cappella dell’Ospedale Civile “Santa Maria Goretti” di Latina non sarà accessibile al culto per alcuni giorni. Con l’autorizzazione del vescovo Mariano Crociata l’aula liturgica è stata messa a disposizione della Direzione del presidio ospedaliero. La Direzione utilizzerà la nicchia nei suoi piani di gestione dei pazienti.

Via i banchi della “chiesetta” per far posto ai letti

La struttura è sede del Pronto Soccorso e allo stesso tempo è diventata “Ospedale Covid”. Il tabernacolo e gli arredi sacri, sottolinea una nota, sono stati trasferiti in altro luogo degno e idoneo allo scopo.
“In ogni caso, non viene meno la vicinanza ai malati e al personale ospedaliero – spiega Remigio Russo per la Diocesi di Latina – verso cui è confermato e continua il servizio dell’assistenza spirituale assicurato dal cappellano e da eventuali collaboratori pastorali.

Chiesa esprime gratitudine alla Sanità pontina

Gli stessi parenti dei ricoverati potranno rivolgersi con fiducia al cappellano, anche attraverso lo stesso personale del reparto. La chiesa diocesana di Latina riconosce l’impegno gravoso dell’organizzazione sanitaria pontina nell’assicurare ai pazienti l’assistenza qualificata.

Un’assistenza che rispetti la dignità umana dei pazienti. Per questo esprime gratitudine al personale sanitario e tecnico-amministrativo chiamato a gestire questa emergenza”.

Uso cappella, un modo concreto di collaborare

La decisione di autorizzare l’uso della cappella è “anche un modo concreto di collaborare, secondo la propria disponibilità, a favore del bene delle persone. Farlo in un momento storico segnato dalla pandemia da coronavirus, con quella stessa sollecitudine che Gesù aveva per i malati che incontrava.

Mai come in questi momenti è utile richiamare il senso di responsabilità personale, anche accettando sacrifici che senz’altro mettono a dura prova la vita quotidiana di ciascuno di noi.

In questo modo può diventare fruttuosa la ricerca – ciascuno per le proprie responsabilità e competenze – di quella via giusta per raggiungere l’obiettivo fondamentale della sicurezza e della tutela della salute delle persone”.
(Com/Ekp/ Dire) 

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