Lazio. Fiume Sacco, Presidio al Ponte di Ceccano del “Popolo Inquinato”

“Il fiume sembrava ricoperto di una coltre di neve; la schiuma è solo quello che si vede, ricordate che avete convissuto con l’arsenico”

Maggiori controlli sugli scarichi presenti lungo il corso del fiume Sacco e l’attivazione immediata del Registro Tumori. A chiederlo alle istituzioni sono gli oltre 800 cittadini presenti stamattina sul Ponte di Piazza Berardi, a Ceccano, in provincia di Frosinone, per ‘Presidiamo i ponti’, il presidio organizzato dal Coordinamento interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri e dalla task force ‘Allerta Valle del Sacco’ per tenere alta l’attenzione sull’inquinamento del fiume Sacco, dopo i recenti avvistamenti di spesse coltri di schiuma bianca in diverse zone della Ciociaria (tra cui Ceccano, Ceprano, Pofi, Falvaterra, Castro dei Volsci), e far partire una mobilitazione che nelle prossime settimane si sposterà anche a Frosinone.

Mancano i controlli, la popolazione si organizza in squadre

Una schiuma che inquina, ma che secondo i manifestanti, ha avuto il merito di risvegliare le coscienze, destando l’attenzione dei cittadini, che denunciano la carenza di controlli su uno dei fiumi più inquinati d’Italia, e che, per questo, si sono organizzati in vere e proprie squadre.

Notte e giorno, gruppi di volontari si muovono per segnalare alle autorità gli episodi schiumogeni e risalgono il corso d’acqua e i suoi affluenti – da Anagni a Patrica, da Ceccano a Morolo a Sgurgola – per individuare i punti esatti degli sversamenti e “pescare” i responsabili.

“Ci siamo organizzati come coordinamento non per sostituirci alle istituzioni ma per dare un aiuto – spiega alla Dire Patrizia Bucciarelli, del Coordinamento interprovinciale Ambiente e Salute Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri – Gli episodi più eclatanti sono stati due: quello del 2 novembre e un altro, qualche giorno fa, ma ne abbiamo avuti tanti anche nei mesi precedenti.

Il fiume Sacco sembrava ricoperto di una coltre di neve, non possiamo continuare così. ‘Basta veleni’, si legge in uno degli striscioni appesi lungo il ponte, mentre sulle teste dei manifestanti campeggia un lenzuolo bianco con lo slogan ‘In nome del popolo inquinato’.

Tante le voci che si sono alternate nel corso della manifestazione, a cui hanno partecipato anche i sindaci di Ceccano, Ceprano, Vico, e Acuto, il vicesindaco di Falvaterra, un consigliere comunale di Frosinone, un assessore del comune di Amaseno, e l’assessore all’ambiente di Colleferro, in provincia di Roma.

La schiuma è solo la punta di un icesberg

La schiuma è solo quello che si vede, ricordate che avete convissuto con l’arsenico – denuncia la dottoressa Teresa Petricca, dell’associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente – La professoressa Margherita Eufemi ha dimostrato con uno studio che il lindano (responsabile della contaminazione storica del Sacco, ndr) attiva una proteina che a livello del Dna favorisce la carcinogenesi per i tumori della mammella, rende lo stesso tumore meno aggredibile dalla chemioterapia e piu’ metastatizzante”.

Secondo Petricca “manca la volontà di istituire il Registro Tumori, nonostante l’allarme che abbiamo lanciato di un aumento di questo tipo di patologie e dell’abbassamento dell’età di inizio. Da una disamina che abbiamo fatto, la mancanza è della Asl, che ha dei tempi previsti. Speriamo che nonostante la lamentela di mancanza di personale questi tempi vengano rispettati”.

In base alla pratica clinica, secondo la dottoressa Petricca, nella zona sono maggiormente rappresentati in questo momento “i tumori del pancreas, del polmone, della mammella e dell’encefalo”.
A ribadire che la schiuma è’ solo la punta dell’iceberg”, anche Ilvo Crescenzi della ‘task force’, che sottolinea l’importanza del completamento della bonifica dell’ex sito Snia di Colleferro, da dove è partita la contaminazione da Betaesaclorocicloesano del fiume Sacco che ha portato anche all’istituzione del Sin (Sito di interesse nazionale).

“Oggi i fusti sono stati messi in sicurezza – rassicura Giulio Calamita, assessore all’Ambiente di Colleferro – Nei prossimi giorni ci sarà un importante incontro al ministero dell’Ambiente per capire come completare la bonifica del sito di Arpa 2. Per dare risposta ai cittadini e riaprire il dialogo con governo e ministero, dobbiamo intervenire nel controllo degli scarichi ed evitare lo straripamento del Sacco, che manda a monte le bonifiche gia’ fatte.

Per questo occorre procedere con la messa in sicurezza idraulica del fiume, per rendere ispezionabile il fiume e gli scarichi”. “Il problema è l’assenza di controlli a Colleferro e lungo il fiume – gli fa eco Alberto Valleriani, presidente della Rete per la Tutela della Valle del Sacco e rappresentante del movimento Rifiutiamoli di Colleferro, che ha aderito al presidio di Ceccano – È necessario procedere con una mappatura generale degli scarichi a fiume, è assurdo che gli enti di controllo debbano andare in lungo e in largo a cercarli.

Ministero, Regione e province, delegate per gli scarichi, devono coordinarsi, altrimenti ci ritroveremo ancora a correre dietro questa maledetta schiuma. Le persone devono far sentire la loro presenza e insistere sulla riqualificazione della Valle del Sacco”.

Il problema non si ferma al fiume Sacco

“Il problema non finisce al Sacco, ma coinvolge il Liri, il Garigliano, e il Mar Tirreno – avverte Rita Ambrosino, di Legambiente Lazio, che, dopo l’evento schiumogeno del 24 novembre, ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Frosinone con una denuncia contro ignoti, chiedendo l’applicazione della legge sugli ecoreati – Siamo nel secondo bacino idrografico del Lazio, che coinvolge tre province, Roma, Frosinone e Latina, e abbiamo la responsabilità morale di risolvere il problema del fiume Sacco.

Il tavolo dei sindaci ci vede presenti in tutte le riunioni, vi esorto a partecipare. È l’unica arma che questo territorio ha, perché da soli non contiamo niente”.
“Non abbassare la guardia quando la schiuma non ci sarà più” è l’invito del vicesindaco di Falvaterra, Francesco Piccirilli, che aggiunge: “Chi ha sbagliato deve essere punito, dobbiamo farci sentire nei luoghi di giustizia e pretendere una bonifica e una riqualificazione di questo territorio”.

Proprio per tenere alta l’attenzione sull’emergenza Sacco i promotori del presidio hanno annunciato che nelle prossime settimane sarà organizzata una manifestazione per le strade di Frosinone. “Noi parteciperemo alla manifestazione, perché il capoluogo deve essere protagonista di questa lotta”, dichiara Marco Ferrara, consigliere comunale di Frosinone.

“Il problema del Sacco è di tutto il territorio”, sottolinea il sindaco di Acuto Augusto Agostini, che conclude: “In nome delle fabbriche, dell’occupazione, del benessere, si è sacrificato molto dal punto di vista ambientale. Adesso le fabbriche sono andate in crisi, un numero indefinito ha chiuso. Bisogna studiare e operare per un nuovo modello di sviluppo, che metta alla base soprattutto il turismo.

Questa è una battaglia per la salute e la sicurezza, ma anche per un futuro economico migliore per noi e per la nostra provincia”. Raccolte nel corso della manifestazione le firme per l’attivazione immediata del Registro Tumori. (A. Dire)

(Foto: Densa coltre di schiuma sulla superficie del fiume Sacco)

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