“Lotito non vuole andare in Champions…”. Basta, non diffamate la Lazio

Sparare a zero sulla Lazio è quasi un vanto e al contempo una medaglia per qualche sedicente giornalista ed editore

Arrivano da qualche giorno al nostro giornale comunicazioni di lettori che ci segnalano continui tentativi di destabilizzazione nei confronti della Lazio e del suo presidente, provenienti da alcune radio locali romane. La formula è sempre la stessa: sparare a zero sulla Lazio sembra quasi essere un vanto e al contempo una medaglia per qualche sedicente giornalista ed editore. E allora quale migliore occasione per farlo che a pochi giorni dalla partita più importante dei biancocelesti? Rispolverare vecchi adagi su presunti debiti e sul braccino corto del presidente Lotito che addirittura, secondo il sedicente conduttore, si augurerebbe, che la Lazio non andasse in Champions League  per non dover affrontare una campagna acquisti dispendiosa. Tutte congetture vomitate gratuitamente negli sfogatoi radiofonici quotidiani dove conta spararla più grossa, senza preoccuparsi della deontologia professionale che imporrebbe un riscontro giornalistico basato su fatti concreti. Il solito disegno che questa volta andrebbe stroncato sul nascere ribattendo colpo su colpo alle illazioni e ai deliri di qualche zatterante della radiofonia.

La Lazio è una delle società più sane del calcio italiano perché tiene conto dei propri bilanci e ha una contabilità specchiata ed esemplare. Non si può dire la stessa cosa di altre realtà calcistiche vicine e lontane le quali, ogni anno, si fanno il segno della croce perché non sono nelle condizioni di solidità che invece vanta la Lazio. Il suo presidente, nel tempo, con intuito e sapienza aziendale ha costruito una squadra dirigenziale di tutto rispetto per preparazione e competenza. Il responsabile della comunicazione della società Arturo Diaconale, ha quasi perso la voce per rispondere alle idiozie che ogni tanto vengono riversate sul conto della Lazio e continua questa opera con forza e dedizione.

La Lazio non può essere lasciata sola contro questi veri atti di sciacallaggio mediatico, chi semina zizzania deve sapere che le affermazioni diffamatorie e prive di riscontro saranno perseguite ai termini di legge. Oltretutto la società di cui parliamo è anche quotata in Borsa.
Ciò significa che le oscillazioni del proprio titolo posso essere facilmente influenzate da informazioni fasulle e tendenziose a danno dei piccoli azionisti. “Tutto questo un giornalista lo dovrebbe sapere”, afferma Diaconale, raggiunto al telefono, “Naturalmente – prosegue Diaconale- la Lazio infastidisce qualcuno perché è una società inattaccabile sotto tutti i punti  di vista. Facciamo un lavoro quotidiano per informare e allo stesso tempo difendere il nostro operato, dobbiamo continuare così affinché chi “spara “ sulla Lazio sia sempre più solo. La società è sempre pronta a dare risposte esaurienti ma evidentemente qualcuno non ne sente la necessità e preferisce improvvisare notizie del tutto infondate”.

Ma del resto cosa rimane del calcio italiano quando non esistono più i presidenti e le decisioni vengono prese con una telefonata che arriva da qualche paradiso fiscale? La Lazio è lontana anni luce da tutto ciò, ha un presidente che, piaccia o no, ha un nome e un cognome, vanta dei dirigenti che hanno sempre lavorato sul territorio e non hanno bisogno dell’interprete per farsi capire. Troppo normali per essere simpatici, troppo veri agli occhi di qualche visionario dell’etere. Da tifoso appassionato che segue il calcio ne ho le scatole piene di sopportare il veleno che troppo spesso viene gettato sulla Lazio. Non credo che sia giusto. Parole del genere dette a mezzo stampa o alla radio generano rabbia e malcontento e tutto questo senza un reale motivo. Possibile che il vostro sport preferito sia quello di diffamare il lavoro altrui? Parlare senza sapere, è questa è la cosa più grave. Vi viene dato un microfono e lo usate come un’arma nelle mani di un bambino. Senza preoccuparsi delle conseguenze che le vostre affermazioni possano generare. Vergognatevi.

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