Mafie, Anzio-Nettuno. Regione Lazio si costituisce parte civile al processo

Nel litorale laziale opererebbe un locale distaccato della ‘Ndrangheta che si sarebbe infiltrato nelle pubbliche amministrazioni

Agenti della Dia

“Questa mattina si è svolta presso il Tribunale di Roma l’udienza preliminare fissata dal Gup Roberto Saulino che ha preso in esame la richiesta di rinvio a giudizio per 65 indagati formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito della maxi inchiesta “Tritone“, sfociata nello scorso mese di febbraio nel blitz con il quale i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno sgominato la locale di ‘ndrangheta radicata ad Anzio e Nettuno.

La Regione Lazio, attraverso la propria avvocatura, ha partecipato all’udienza depositando la richiesta di Costituzione di Parte Civile al processo. L’udienza visto il numero degli indagati è stata aggiornata al 9 gennaio.

Secondo gli inquirenti in queste zone opererebbe un locale distaccato della ‘ndrangheta che si sarebbe infiltrato nelle pubbliche amministrazioni e avrebbe gestito operazioni di narcotraffico internazionale per colonizzare anche il tessuto economico-produttivo locale, cosi come confermato dai lavori della Commissione Prefettizia che ha proposto lo scioglimento dei comuni per mafia decisa dal Consiglio dei Ministri”. Così in un comunicato Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.